Checco Zalone fa volare l’Astronave

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6 ottobre 2011

Checco Zalone

Checco Zalone conquista i pesaresi

PESARO – “Ciao Pèsaro”. Quando alle 21.20 ha fatto capolino dal megapalco su due piani dell’Adriatic Arena, s’è levato un applauso convinto. Il primo di una serata di battimani e di risate fragorose, giusto omaggio alla comicità canterina di Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone.

L’one man show del ragazzo partito dalla Puglia per conquistare, via Zelig, il grande schermo come i teatri e le arene del bel Paese ha rapito 7.000 persone, forse più. Tanti hanno preso posto nell’astronave pesarese, subito decollata alla prima battuta: “Conosco benissimo questa città, mi piace moltissimo questa regione: il Molise”.

Risate, che si sono fatte più sghignazzanti sull’imitazione dei Modà. Da Tremonti commercialista a Brunetta amministratore di condominio e Montezemolo meccanico, ogni battuta è accompagnata da immagini simultanee sparate dal led che campeggia alle sue spalle. “Tra poco arriva la parte volgare” ripete più volte a sottolineare come la risata sia l’antidoto a una vita spesso troppo difficile. Poi, rivolgendosi ai bambini, la richiesta: “Non dimenticate le vere basi della cultura: le parolacce”.

Ad accompagnare Checco Zalone nella tappa pesarese del “Resto Umile World Tour” – nome che la dice tutta sulla genuinità anelata – le ballerine de “La seconda chance” e i musicisti “I Mitili ignoti”, oltre all’attrice Claudia Potenza che nello show è Maria Rosa, l’eterna fidanzata alla ricerca di matrimonio. “Non ho il coraggio di sposarmi – dice lui – In Italia, però, c’è un ragazzo che ha coraggio da vendere”. E via con l’imitazione di Roberto Saviano, fatta di sospiri e gesti studiati nei minimi dettagli. Un Saviano che a parole si lamenta perché la macchina del fango della camorra gli impedisce di avere una ragazza. E qui Zalone dimostra che si può fare ironia anche su temi e personaggi che tutti considerano sacri. Stesso discorso per il corregionale Nichi Vendola, dipinto come un santo che beatifica gli omosessuali. Quegli stessi omosessuali tirati in ballo da uno dei suoi cavalli di battaglia, cantato a fine serata assieme a un Jovanotti in formato Antonio Cassano, a Tiziano Ferro e a Jovanotti. Sul megaschermo, sulle note di “Maremoto a Porto Cervo”, fa capolino pure Al Bano. Poi tutta una serie di bis – “Vado via”, “No, bis”, “Va bene resto” – a coronare una serata riuscita che ha entusiasmato 7.000 persone, compresa la piccola Margherita, la figlioletta del poliziotto Pierpaolo Frega (segretario provinciale Silp Cgil) e della segretaria della Cna Camilla Fabbri, a cui Zalone ha passato il microfono.

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