Truffa assicurativa da 2 milioni di euro: coinvolti 30 risparmiatori

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7 ottobre 2011

Operazione Fake Insurance: la Guardia di Finanza di Pesaro scopre una truffa assicurativa ai  danni di privati risparmia5tori per oltre 2 milioni di euro e denuncia una persona.

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

PESARO – Sulla base di elementi informativi acquisiti nell’ambito dell’attività svolta dal Corpo a tutela del mercato dei capitali, ha preso l’avvio una lunga e complessa indagine dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro, nei confronti di una subagente assicurativa del Montefeltro.

Nel corso delle investigazioni, sono stati esaminati ben undici conti correnti, tutti intestati a M.T. D. – queste le iniziali della 57enne – e sono stati sentiti in atti molti soggetti, vittime inconsapevoli, che avevano stipulato vari tipi di contratti assicurativi con il subagente in questione, a mezzo di prestampati falsificati da quest’ultimo, all’insaputa dell’Assicurazione contraente; i relativi premi in denaro venivano ovviamente incassati dall’interessato e giammai versati all’Ente assicurativo, all’oscuro di tutto.

La truffa è stata perpetrata per diversi anni, precisamente dal 1997 fino al settembre 2010, e le persone truffate sono state circa trenta; l’importo complessivo delle somme di denaro indebitamente percepite dall’infedele assicuratore ammonta a più di due milioni di euro ed è stato impiegato per garantire un alto tenore di vita al proprio nucleo familiare nonché  per pagare ai risparmiatori stessi gli interessi fuori mercato pattuiti, al fine di perpetuare la truffa e attrarre nuovi versamenti.

Il subagente assicurativo era una persona nota e stimata e nessuno pensava che potesse escogitare un simile raggiro a danno di ignari lavoratori. L’indagato si rivolgeva, infatti, a interi nuclei familiari, rappresentanti, artigiani, commercianti nonché a pensionati, che avevano accumulato nel corso degli anni dei risparmi. Allettati dagli elevati interessi, costoro investivano nelle assicurazioni vitalizie che il subagente proponeva, con la promessa di ottenere alti rendimenti.

I reati contestati vanno dalla truffa, all’ appropriazione indebita e alla falsità in scrittura privata. L’indagato rischia fino a nove anni di reclusione.

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