Gianluca Montinaro, la cultura va di corsa

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24 ottobre 2011

Gianluca Montinaro

Il professor Gianluca Montinaro

PESARO – In Italia è un luogo comune che la cultura mal si abbini alla pratica sportiva. Non allo sport dal piccolo schermo, seduti in poltrona, ma a quello esercitato. Il professor Gianluca Montinaro rappresenta la migliore smentita a un’assurdità.

E’ un’emerita stupidaggine. Lo sport va benissimo con la cultura. Quando corro, rifletto, ragiono, penso a quello che ho letto o che devo scrivere. La pratica sportiva rappresenta un momento di grande concentrazione. Non a caso, nel Liceo e nell’Accademia, la scuola di filosofia di Aristotele e quella di Platone, si praticava quotidianamente sport”.

Correre è il suo quarto lavoro… Il professor Gianluca Montinaro insegna all’Università degli Studi di Urbino e allo Iulm (Libera Università di Lingua e Comunicazione) di Milano. Le sue materie sono Storia moderna e Storia delle idee e del pensiero politico rinascimentale.

Inoltre, legato da un contratto di collaborazione esclusiva con Il Giornale, il professor Montinaro è anche giornalista. Correre gli fa bene, altrimenti è sempre in viaggio o alla scrivania.

Quando posso, corro sempre con piacere. A Urbino mi fermo un giorno, un giorno e mezzo. A Milano resto circa due giorni la settimana. Per fortuna, a Milano abito in una zona ricca di verde e posso correre davanti a casa, in un parco che mi consente di tenermi in allenamento”.

Purtroppo, la scuola italiana – oltre alla cronica carenza di strutture sportive – ha utilizzato le ore di educazione fisica per aggiungerle a quelle di altre discipline, soprattutto in occasione dei compiti in classe.
Lo ritengo un errore. Quell’ora deve essere dedicata alla disciplina del corpo, necessaria”.

Quando corre?
Tutti i giorni, da casa mia in zona porto a Fosso Sejore. Poco meno di sedici chilometri di corsa…”.

E’ pronto per la maratona di New York.
Perché no, se viene anche lei, parto volentieri”.

Come nasce questa passione?
Nasce vent’anni fa, quando con un amico di famiglia, che era anche il nostro medico, andavamo a correre insieme. Ero un ragazzino. Inizialmente il percorso preferito era la Panoramica San Bartolo. Partita come un gioco, è diventata una grande passione di cui non so fare a meno. Corro tutti i giorni, piova o nevichi. E’ il momento – bellissimo – in cui riesco a scaricarmi. Facendo un lavoro sedentario, ne ho bisogno”.

Pesaro, dotata di piste ciclabili e di un’ampia zona mare, si presta alla pratica sportiva.
E’ vero. Geograficamente, la città ha ottime possibilità. Già Ludovico Agostini, nel 500, diceva che Pesaro avrebbe potuto essere una grande città ideale. Esiste, c’è, è una città reale e può essere una città ideale. E’ un peccato che queste potenzialità non vengano colte. Penso a livello politico-amministrativo. Non ne faccio una questione di questa giunta piuttosto che di quella precedente o di quella che verrà. Forse è un modo di essere di noi pesaresi. Qualche volta vedo che ci si accontenta un po’ troppo”.

Lei che cosa farebbe per chi pratica sport?
Renderei più utilizzabile il campo scuola, una struttura importante per chi ama l’atletica leggera, e migliorerei le piste ciclabili. Anche qualche giorno fa quella del mare era coperta di sabbia”.

In verità, solo per poche ore. Un giorno era coperta di sabbia, quello dopo era già pulita…
Mi complimento con l’amministrazione comunale…”.

Più ancora con gli addetti alle pulizie, personale della Sangalli che rende costantemente fruibile la pista che collega Pesaro a Fosso Sejore anche ai maleducati che ci vanno in scooter.
Chi corre, come me, o chi cammina, dovrebbe essere più attento al rispetto dei ciclisti, che a loro volta dovrebbero rispettare chi va a piedi”. L’importanza della cultura, di un uomo di cultura che ama lo sport e il rispetto delle regole. Grazie, professore.

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