24 ottobre 2011

Michele Mariotti
PESARO – Michele Mariotti ha solo 32 anni, è nato a Urbino e da diversi anni è direttore d’orchestra. Si diploma in composizione al conservatorio “Rossini” di Pesaro ed in direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese sotto la guida di Donato Renzetti. Dal 2008 è Direttore Principale del Comunale di Bologna, ha lavorato nei teatri più prestigiosi e tutt’ora gira il mondo.
Quando e come è nata la passione per la musica classica?
“Dal momento che mio padre è il Sovrintendente del Rossini Opera Festival, da piccolo, passavo le mie estati in teatro a seguire le prove e per me è sempre stato un momento di grande gioia. Nessuno mi ha forzato. Per dieci mesi all’anno volevo fare il giocatore di basket, per i restanti due, il direttore d’orchestra. Poi la passione per la musica ha vinto“.
Il percorso per diventare direttore d’orchestra è molto lungo e difficile….
“Moltissimo. Non ho mai voluto fare il musicista ma sempre il direttore così mi sono diplomato in composizione che è una materia enorme, basti pensare alle clausure che si fanno nel quarto, settimo e decimo anno. L’allievo rimane chiuso in aula per tantissime ore a scrivere e comporre. Per l’esame finale si rimane in clausura 36 ore: si dorme addirittura in aula!”
Nel 2005 il tuo debutto operistico al Teatro Verdi di Salerno con il Barbiere di Siviglia, raccontaci, eri emozionato?
“Per prima cosa voglio dire che il Barbiere di Siviglia l’ho fatta 8-9 volte ed è un’opera alla quale sono molto legato. Per quanto riguarda il debutto, non ero agitato in realtà, il direttore deve essere sempre tranquillo, rilassato ed avere polso. Io sono sempre tranquillo durante lo spettacolo, magari sono un po’ agitato durante la preparazione“.
Secondo te, l’opera e in generale la musica classica, in che modo potrebbero avvicinarsi ai giovani?
“Sicuramente fare entrare i giovani a teatro senza alcuna conoscenza e farli assistere ad un’opera non è certo il modo giusto per farli innamorare. Spesso assistere troppo presto ad una specifica forma d’arte è controproducente. L’ideale a mio avviso sarebbe fare capire ai giovani cosa accade dentro ad un teatro, fare scoprire loro che è un luogo dove ci si diverte, si ride, ci si rinnova… un luogo prezioso. Sarebbe più utile che i giovani assistessero alle prove, momento in cui lo spettacolo si costruisce“.
Che musica ascolta un giovane direttore d’orchestra?
“Ultimamente ho assistito a Pesaro al concerto di De Gregori. Amo tutta la musica bella a prescindere dal genere, quella che ascolto di più è il cantautorato italiano di Vecchioni, De Andrè e Guccini“.

Michele Mariotti
Hai solo 32 anni e hai realizzato il sogno di diventare direttore….hai altri sogni nel cassetto?
“Sono giovane e non posso sentirmi arrivato. Se tutto continuasse come sta andando sarebbe la realizzazione di un grande sogno. Faccio un lavoro che mi piace e, anche se ho tante responsabilità, vorrei continuare il percorso che sto facendo. Sono felicemente fidanzato quindi penso che ci sarà realizzazione anche nel matrimonio! Non è difficile arrivare, ma rimanere al livello che abbiamo raggiunto e lo si fa studiando sempre. Rinnovarsi sempre, però, anche perché la mia più grande paura è la routine“.
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