27 ottobre 2011
Dalmonte: “Ci attendono tante battaglie da 24 secondi”

Anche Dalmonte ha ricordato SuperSic
PESARO – L’incontro settimanale con coach Luca Dalmonte parte da Marco Simoncelli, dalla tragedia del giovane pilota romagnolo. L’allenatore della Scavolini Siviglia racconta di essere cresciuto a pane e motori, condimento preferito l’olio di ricino, ingrediente storico per le motociclette di una volta. Quando i piloti arrivavano a Imola, portavano le motociclette nell’officina di mio padre. Il mio appostamento preferito nel circuito era la variante bassa. La famiglia Costa, in particolare l’organizzatore delle manifestazioni motociclistiche, era amica e cliente di mio padre. Una notte ho visto Barry Sheene ubriaco fradicio. Il pomeriggio dopo trionfava a Imola. Il popolo dei motori ama i motociclisti, sono loro che infiammano il pubblico. La manifestazione più bella era la 200 Miglia, gli spettatori arrivavano da tutta Europa in sella ai loro bolidi. Amo il motociclismo. Detto questo, sulla morte di Simoncelli preferisco il silenzio…”.
Restando in tema motori: quanti cavalli ha Cantù?
“Preferirei avesse più… somari. Invece è mia opinione sia la squadra che per organizzazione e sistema si è più avvicinata a Siena. I fatti raccontano che ha combattuto contro Siena nella finale scudetto e in altre manifestazioni. Quando fatti e opinioni coincidono, abbiamo la certezza assoluta. Cantù non si è limitata a sfidare Siena, si è rinforzata allestendo una squadra da Eurolega, che gioca non per caso. E la Bennet prima in classifica non dipende da una sconfitta senese, ma dal fatto che i brianzoli hanno vinto sempre. L’autostima dei canturini cresce giorno dopo giorno, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria”.
Mercoledì sera sono incappati nel secondo ko stagionale, dopo la Supercoppa di Forlì.
“I nostri avversari di sabato hanno affrontato una grande storica del basket europeo, un’icona, in un campo solitamente tosto. Il sistema da Eurolega è nel Dna della Bennet, sia offensivamente che difensivamente. In attacco hanno spaziature, tempi e obbiettivi da grande squadra, malgrado uno degli americani – Lighty – sia ancora nel limbo e debba ancora capire dove si trova. Difendono forte sul lato della palla, ma poi impediscono che gli avversari occupino spazi in attacco che avvantaggino il loro gioco. Non disdegnano la zona, ma sono sempre pronti a collassare in area per impedire che gli attaccanti si avvantaggino. Anche quest’anno hanno aggiunto giocatori giusti a un roster profondo. Talvolta hanno in quintetto Basile, Mazzarino e Marconato, trentaseienni: portano conoscenza ed esperienza ai massimi livelli. A ciò aggiungo il lavoro fatto da Trinchieri in due anni e qualche mese, rendendo il sistema davvero eccellente”.
Cosa fare per farlo inceppare?
“Dobbiamo sintonizzarci su un concetto: sarà una guerra di 40 minuti con tante battaglie da 24 secondi…”.
Nei fatti, 100 battaglie per un totale di 2.400 secondi. Magari non piacerà a chi odia l’uso di certe parole (guerra, battaglia), ma è davvero la spiegazione ideale di quel che attende la Scavolini Siviglia sabato al Pianella, dove arbitreranno Sabetta, Lo Guzzo e Caiazza.
“Cantù – prosegue il coach biancorosso – ha durezza, fisicità e panchina lunga. Non credo pagheranno dazio alla partita di Vitoria. Avendo giocato di mercoledì, sarà come quando si scende in campo di domenica reduci da un turno infrasettimanale il giovedì. E’ da Eurolega e – se mi passate l’espressione – ti tira matto per 24 secondi, attaccando con pazienza in attacco e difendendo lo stesso tempo con organizzazione. Se non hai forza mentale, ti sfiniscono punendo ogni tuo errore, ogni distrazione. Non ci sono alternative, tutto il resto è secondario: dobbiamo affrontare tante battaglie da 24 secondi, pronti a una guerra di 40 minuti”.
Saranno pronti White e Flamini? La Vuelle sarà al completo?
“Lo scopriremo strada facendo, soprattutto per Flamini. Verificheremo James negli ultimi allenamenti prima di partire e potrebbe non bastare. L’infortunio, grazie all’ottimo lavoro fatto dallo staff medico e dai fisioterapisti, è dimenticato, ma White ha solo pochi allenamenti nelle gambe. Nei fatti, quando si è bloccato, non era ancora al massimo della condizione. E con pochi allenamenti nelle gambe, non può esserlo adesso. La sua presenza dipenderà anche da come si sentirà lui, dalla fiducia che sentirà in se stesso. Credo che per averlo al meglio dovremo attendere almeno tre settimane. Per quanto riguarda Simone, forse sarà necessario attendere le ore o addirittura i minuti che precederanno la partita”.
Qualche interrogativo anche per Gianluca Basile, che ha lasciato il parquet della “Fernando Buesa Arena” di Vitoria toccandosi l’inguine.
A proposito di Basile: come giudica la scelta di Cantù di puntare sul “Baso” e su Andrea Cinciarini nel ruolo di playmaker?
“E’ una scelta, anche se osservando Cantù in azione si capisce bene che il vero regista è Leunen, un americano perfetto per il basket europeo. Leunen e Micov sono i leader della Bennet, due giocatori fantastici”.
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