Cantù senza Basile, Collins bulgaro e Thomas impunito?

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28 ottobre 2011

Scavolini Siviglia-Milano, Marco Cusin

Marco Cusin tenta la stoppata. Foto Giardini

PESARO – Grazie all’efficiente servizio statistiche della Legabasket, curato dall’impagabile Luca Foresti, siamo in grado di offrirvi alcune curiosità in merito alla partita tra la Bennet Cantù e la Scavolini Siviglia in programma sabato alle ore 18 (diretta dal palasport Pianella dalle ore 17,50 su La7)

I precedenti sono favorevoli ai brianzoli, che hanno vinto 53 dei 98 incontri con la Victoria Libertas (32 a 17 il parziale casalingo).

Quando le due squadre si sono affrontate nella quarta giornata di campionato, Cantù ha vinto 6 volte su 7. Mannaggia!

Il capitano biancorosso, se sarà della partita, raggiungerà duecento presenze in serie A (757 i punti realizzati dal maceratese). E’ praticamente certa, invece, l’assenza di Gianluca Basile, vittima di uno stiramento inguinale.

Tra Trinchieri e Dalmonte la situazione è in equilibrio: hanno vinto due sfide a testa. E così tra Trinchieri e Pesaro. Dalmonte è in vantaggio 6-5 contro i brianzoli. Ma Denis Marconato ha perso in casa solo una delle dieci partite disputate contro Pesaro. Marco Cusin ha segnato entrambi i tiri da 3 punti tentati contro Cantù. Al parquet di Cucciago il compito di aggiornare le statistiche.

Il notiziario dagli altri campi ci consente di esprimere un’opinione sul mondo del basket italiano ed europeo.

Avendo avuto la fortuna, ma anche l’età, di partecipare alle trasferte internazionali della Scavolini negli anni d’oro della squadra pesarese, possiamo testimoniare che quelle meno gradite erano nei paesi dell’Est, oltrecortina, dove ancora regnava il comunismo. In particolare, gli americani sembravano terrorizzati quando, ai posti di frontiera degli aeroporti, si trovavano davanti poliziotti con la stella rossa sul berretto. A Belgrado, nel marzo 1987, arrivati per disputare la finale di Coppa delle Coppe in programma a Novi Sad, Zam Fredrick e Charlie Davis furono fermati per ulteriori accertamenti. Gli facemmo il segno delle manette e loro ci mandarono a quel paese…

Ora, il mondo per fortuna è cambiato, ma non si sa quanto in meglio. Eppure, l’idea che un americano acquisisca il passaporto bulgaro, macedone, montenegrino o addirittura russo come ha fatto J.R. Holden, campione d’Europa con la squadra allenata da David Blatt, ci fa sbellicare dalle risate. Ridiamo anche adesso, leggendo che “La Pepsi Juvecaserta comunica che il giocatore Andre Collins rientrera questa sera a Caserta da Sofia dove ha completato le procedure per l acquisizione della cittadinanza bulgara. Da domenica, pertanto, potra essere utilizzato a tutti gli effetti come giocatore comunitario”. Bulgaro, ma va!

Gli affari, gli ingaggi, se preferite il business, hanno il sopravvento sullo sport. Mantenere queste regole è un invito a fare di tutto – ovviamente non ci riferiamo al caso di Collins, che pure ci fa ridere – per procurarsi un passaporto facile che può cambiare in meglio la carriera e il conto in banca. Fino al punto di giocare con un passaporto falso, come Omar Thomas, dotato di un documento sloveno fasullo. Un passaporto falso ha falsato la precedente stagione. Se Legabasket e Federazione, e ci metto anche il Coni, fossero non dico molto, ma un pochino più seri, Thomas sarebbe squalificato a lungo e Avellino, che grazie alle sue prestazioni ha vinto più partite di quelle che avrebbe conquistato senza l’americano, pardon lo sloveno, adeguatamente punita. Invece, Omar Thomas, mvp (most valuable player, miglior giocatore della stagione 2010/11, ma forse l’acronimo dovrebbe essere mutato in most villain player, giocatore più furfantesco), potrebbe addirittura giocare a Siena. E la squalifica di due anni e mezzo richiesta dalla Procura Federale? Ci auguriamo che Siena faccia un passo indietro, altrimenti ognuno si sentirebbe autorizzato a imbrogliare gli avversari.

A proposito di nuovi arrivi, sembra agli sgoccioli la presenza di Keith Benson, centro del Banco di Sardegna Sassari. Infatti, la società sassarese “comunica che il centro americano Steven D. Hunter, nato a Chicago nell’Illinois il 30 ottobre 1981, atleta di comprovata e riconosciuta esperienza maturata per ben nove anni sui parquet Nba con 400 partite all’attivo fra Orlando Magic, Phoenix Suns, Philadelphia 76ers, Denver Nuggets e Memphis Grizzlies, svolgerà un try-out di due giorni al PalaSerradimigni in maglia Dinamo Banco di Sardegna. Due giorni di allenamento e valutazione, per un atleta di altissimo profilo, prodotto della DePaul University, specialista difensivo da 213 centimetri e 109 chilogrammi, scelto al primo giro del draft 2001 con il numero 15 dagli Orlando Magic, passato nel 2004 a Phoenix e quindi ai 76ers, team con cui nel 2006-2007 giocava nello starting five. L’anno successivo firma per due stagioni a Denver, quindi il passaggio ai Grizzlies. Nel 2010-2011, operato al menisco (intervento di routine e pulizia dell’articolazione perfettamente riuscito), ha lavorato da free agent a Minnesota con giocatori come Jerel McNeal e James Singleton… Un’operazione che prescinde dalle valutazioni riguardanti l’operato di Keith “Kito” Benson, centro biancoblu che lavora con la squadra e scenderà in campo domenica prossima nel match contro l’Olimpia Milano. Resta tuttavia da considerare che il contratto di Benson prevede una Nba

escape, clausola che consentirebbe al centro Usa di lasciare Sassari in caso di contratto garantito fra i professionisti americani… In verità, la Nba escape pare averla trovata coach Sacchetti, che domenica, nel posticipo delle ore 20,30 (diretta su Rai Sport) dovrebbe fare a meno di Travis Diener. Il play è alle prese con il mal di schiena. Come a dire, forte ma fragile.

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