di Redazione
4 novembre 2011
PESARO – Dal libro di Luciano Murgia, “Dietro i canestri” – Diario di viaggi. Racconto di passioni. Trent’anni nel mondo del basket – (Minerva Edizioni, novembre 2010), un episodio curioso racconta le storiche sfide tra la Victoria Libertas Pesaro e la Reyer Venezia. L’episodio è raccontato nel capitolo “Amato scatena l’Inferno”. Settimanalmente proporremo un ricordo, la memoria del passato che rimanda al presente.
Vito Amato è il primo vero general manager della V.L. Fra le sue intuizioni, l’ingaggio di Scariolo, i playout e la nascita nel 1975 della tifoseria organizzata. Scariolo, bresciano, allievo di Riccardo Sales, è reduce dalla naia a Vigna di Valle, nella squadra con le stellette. Assistente di Sacco, aggiunge straordinaria professionalità nel comparto dei giovani. Un marchio che lo contraddistingue ogni minuto del giorno.
Con i playout, che propiziano partite e incassi per chi è escluso dai playoff scudetto, la lotta per salvarsi ha un’appendice alla stagione regolare. La coda registra sorprese.
Amato è protagonista di due spareggi salvezza. Con Mestre, quello dell’esodo (settantasette pullman e centinaia di auto che portano i marchigiani al palazzone di San Siro), e con la Reyer Canon Venezia di Tonino Zorzi, il 21 aprile 1979, nel palasport di Bologna. Sulla panchina pesarese siede Franco Bertini, che ha sostituito Marco Marchionetti a campionato in corso. Di fronte due rivali storiche. Un tifo infuocato può fare la differenza. Piazza Azzarita è omologato per settemila posti. Tremila a ognuna delle contendenti, mille in vendita a Bologna. Il dirigente escogita un blitz: gruppi di tifosi vanno a Venezia e fanno incetta di biglietti. Un cospicuo pacchetto è preso in Emilia con una telefonata del general manager al custode bolognese Costantino Andalò. Gli arbitri alzano la palla a due, sugli spalti quasi cinquemila marchigiani, poco meno di duemila veneti. Duello rovente. Piovono oggetti. Un panino colpisce Zorzi. La V.L. vince (86-71), ma gli sconfitti fanno ricorso. Venezia pretende la vittoria a tavolino per punire il lancio di oggetti. Amato, solo davanti al giudice sportivo, invita alla verifica del borderò SIAE, il registro della vendita dei biglietti. Che certifica: tremila pesaresi, altrettanti veneziani, mille neutrali. E’ possibile stabilire da che settore hanno scagliato il panino? Il giudice dà ragione ad Amato, il risultato viene omologato, Pesaro è salva.
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