di Redazione
16 novembre 2011

FANO – Accoglienza familiare e affido, se ne parla sabato a Fano, a palazzo Alavolini. Sabato, dalle 9 alle 13, all’incontro dal titolo “L’accoglienza familiare, una realtà che cambia” parteciperanno all’evento la dottoressa Anna Abburrà, direttore Struttura organizzativa complessa, Servizi sociali, Asl Cn 2, Provincia di Cuneo, che terrà una relazione sul tema “Una comunità più capace di accogliere: una garanzia per il nostro futuro!”, e il dottor Italo Tanoni, garante regionale Infanzia e adolescenza, con una relazione dal titolo “Comunità d’accoglienza ed emergenze educative”.
All’incontro sarà presente il dottor Giovanni Guidi, direttore distretto Fano-Pergola Area Vasta 1 Fano. Relazioneranno la dottoressa Patrizia Giangolini, direttore U.O. Minori stranieri del Comune di Fano e coordinatrice tecnico-organizzativo del Servizio affidamento familiare, che tratterà il tema dell’“Affidamento familiare nell’ATS VI”, la coordinatrice dell’Ats VI dottoressa Sonia Battistini che parlerà de “Le prospettive dell’affidamento familiare nell’ATS VI” e la dott.ssa Gabriella Malanga, affidataria, che relazionerà sull’argomento “La risorsa della famiglia affidataria single”.
L’iniziativa, promossa dall’Ambito territoriale sociale VI di Fano, coordinato dalla dottoressa Battistini e presieduto dall’assessore Davide Delvecchio, mira a promuovere nell’opinione pubblica l’informazione e la sensibilizzazione sull’affidamento familiare e si colloca all’interno di un progetto più ampio che l’Ambito sta portando avanti su diversi fronti: campagne di sensibilizzazione e promozione, formazione degli operatori, sostegno alle famiglie affidatarie. L’idea centrale è mettere in campo azioni capaci di creare le condizioni affinché ogni nucleo familiare inizi ad immaginarsi come accogliente verso i minori in difficoltà, in interazione con i Servizi.
«Per raggiungere tale scopo – spiega la dottoressa Sonia Battistini – occorre adottare buone pratiche in materia di affido che incrementino il numero delle famiglie affidatarie presenti sul territorio, accompagnandole in maniera adeguata, attivando una rete di sostegno. Per dare corso al progetto occorre partire proprio dal riconoscere le differenti realtà presenti nel territorio, mettendo in campo strumenti capaci di offrire a tutti i cittadini le stesse conoscenze, gli stessi servizi, le stesse possibilità. Una comunità accogliente è quella capace di misurarsi sul tema del diritto all’infanzia, sul diritto ad una crescita serena, sul ruolo della famiglia non intesa come entità anagrafica, ma come soggetto sociale, luogo di affetti e solidarietà, luogo in cui mentre una famiglia vive un momento di difficoltà un’altra offre il suo aiuto e permette a un bambino o a un ragazzo di crescere in un ambiente adeguato“.
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