Di Domenico e la questione dell’enoteca

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16 novembre 2011

Alessandro Di Domenico

Il consigliere Pdl Alessandro Di Domenico

PESARO – Dal consigliere comunale Alessandro Di Domenico (Pdl) riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato dal titolo “Premi, risparmi, poi non si accorgono che devono ancora riscuotere”:

Il Comune di Pesaro e l’assessore delle Noci si affannano per cercare di far quadrare il bilancio con risparmi, tagli agli sprechi, premi di incentivazione, poi non sono così attenti quando si tratta di valorizzare il patrimonio pubblico.

Infatti il Comune ha rinnovato il contratto di affitto dell’enoteca comunale 075 senza aver indetto un nuovo bando, senza alzare il canone (circa 1.000 euro mensili), senza aver riscosso il dovuto dalla passata gestione, un ammanco di circa 22.000 euro.

Quello che è accaduto con questa vicenda è l’ennesimo esempio di gestione non sufficientemente idonea del patrimonio pubblico nel momento in cui in commissione Controllo degli atti amministrativi era stato espressamente chiesto, prima di firmare un qualunque atto, tanto di più un rinnovo di contratto, di effettuare un passaggio nella commissione stessa, e così non è avvenuto.

Molto superficialmente il Comune e il suo dirigente, quelli che di solito prendono anche il premio di produttività, hanno provveduto al rinnovo d’ufficio senza neppure aver ricevuto la richiesta dall’affittuario nei tempi dovuti, ma, secondo il Comune il termine non era perentorio.

Non solo. La stessa Commissione a marzo, tenuto conto che il contratto era scaduto, stabilì che fino al 31 Ottobre era possibile mantenergli il contratto per poi predisporre un nuovo bando di gara per l’affidamento di questo locale comunale che può dare molto di più di oggi.

Anche questa opzione è stata disattesa e l’amministrazione ha consumato l”ammutinamento” della Commissione il 30 agosto scorso, firmando un nuovo contratto per 6 anni, in barba a tutte le raccomandazioni che avevamo richiesto in Commissione con la presenza dell’assessore e del dirigente comunale.

Non ho parole per meglio definire questo comportamento, e dirlo scorretto è un eufemismo.

Qualcuno potrebbe suggerire di fare un ricorso al Tar, o impugnare il nuovo contratto, ma anche su questo piano chi ha redatto il primo contratto l’ha ideato in modo perfetto; 1° è previsto il rinnovo per atto Dirigenziale, 2° il termine di scadenza non è perentorio, quindi se non è arrivata la richiesta entro il termine previsto, non è fondamentale, ma nel frattempo altri cittadini avevano fatto richiesta di poter gestire il locale o di presentarsi al bando.

Farò una mozione in cui queste “furbate” non dovranno più esserci e ogni contratto che dovrà essere perfezionato e che interessa il patrimonio pubblico dovrà passare in Commissione e in consiglio comunale“.

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