di Redazione
16 novembre 2011

Palazzo Mazzolari Mosca
PESARO – Sono iniziati da pochi giorni gli interventi sul pesarese palazzo Mazzolari Mosca che faranno tornare all’antico splendore la facciata principale che si affaccia su via Rossini. “Non si tratta di una “semplice” pulizia ma di un intervento necessario per preservare l’apparato decorativo e intervenire con operazioni di consolidamento che impediscano un ulteriore degrado – spiega l’assessore alla cultura Gloriana Gambini – Inoltre, l’analisi puntuale dello stato conservativo ha evidenziato la necessità di restaurare tutti gli elementi in legno (persiane e infissi) e quelli in ferro (inferriate e balaustre del terrazzo), in modo tale da riportare all’originale bellezza la facciata di un dei più bei palazzi del Settecento”.
“Il processo di restauro dunque procede – sottolinea l’assessore alle nuove opere Rito Briglia – con l’obiettivo, dopo il rifacimento del tetto, di restituire gradualmente l’edificio ad una più ampia fruizione pubblica. Questo intervento va ad aggiungersi ai tanti lavori eseguiti e da eseguire, nell’ottica della riqualificazione del nostro importante patrimonio”.
LA STORIA DEL PALAZZO
L’imponente edificio di via Rossini viene commissionato da Antonio Maria Mazzolari e costituisce nel suo assetto attuale la sintesi di molti interventi realizzati tra il XVIII e il XX secolo. E’ costruito tra il 1736 e il 1768 su progetto di Giannandrea Lazzarini cui si affianca, anche per la vertenza intentata dal proprietario al Lazzarini, l’allievo Tommaso Bicciaglia. Caratterizzato dal classicismo cui si ispirano le costruzioni del Lazzarini, il palazzo si presenta maestoso nella facciata, arricchita dal portale con colonne abbinate che sostengono il balcone del primo piano. Dall’atrio si accede alla scala principale, vero e proprio scalone d’onore per dimensioni e ricchezza formale ed elemento di maggior rilievo dal punto di vista architettonico. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1842 il palazzo è acquistato dalla marchesa Vittoria Mosca che ne fa la sua residenza di collezionista. Alla sua morte (1885), come prevede il testamento, l’edificio con le raccolte passa al Municipio di Pesaro affinché vi si costituisca un Museo Artistico Industriale per la ‘gioventù studiosa’; inaugurato nel 1888, rimane aperto fino ai primi anni del Novecento. Uffici comunali occupano il palazzo fin dal 1930. Oggi vi si trovano ancora l’Assessorato alla cultura e parte dei depositi dei musei civici.
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