di Redazione
25 novembre 2011
PESARO – Alleanza per l’Italia condivide pienamente le parole del presidente della nostra provincia Matteo Ricci e plaude alla sua iniziativa di conferire la cittadinanza onoraria ai giovani italiani figli di immigrati.
“Nella nostra regione – scrive Api, con il portavoce Enrico Vergoni -, si è passati da una incidenza dell’1,5% degli stranieri sul totale della popolazione scolastica marchigiana nell’anno scolastico 1998-1999, all’8,8% nell’anno scolastico dello scorso anno; Più nello specifico, gli studenti stranieri rappresentano il 9,5% nelle scuole d’infanzia, il 10% nelle scuole primarie, il 19,5% nelle scuole secondarie di I grado e il 6% nelle scuole secondarie di II grado.
In ogni dibattito politico verifichiamo che il tema è di quelli che smuovono gli umori di pancia dell’opinione pubblica: xenofobia (in questo caso ingiustificata e quindi più stupida), tolleranza e legittime istanze di sicurezza che si mescolano in un puzzle confuso il cui rischio è quello di dimenticare che a fronte di clandestini e delinquenti ve ne sono molti di più che ogni giorni aprono un impresa, soprattutto nei servizi, che lavorano regolarmente ,che iscrivono i propri bambini nelle scuole italiane (mezzo milione in Italia nel 2010) o che mettono da parte somme di denaro per far studiare i figli nelle nostre università spinti da una forma di riscatto simili a quella che nel dopoguerra ha significato il nostro rilancio economico.
La nostra sfida deve essere di rendere possibile che il bambino figlio di immigrati che nasce oggi nell’ospedale di Pesaro o Fano e che tra qualche giorno verrà per la prima volta nella sua e nostra città possa essere nel 2040 un professionista o un lavoratore specializzato ben lontano quindi dagli stereotipi del delinquente che vive di espedienti o del venditore di strada, per questo chi si occupa di politica deve essere in grado di immaginare e costruire risposte sostenibili perchè se l’immigrato e la sua prole diventa un emarginato oppure un imprenditore dipende in primo luogo dal tipo di politiche che perseguiamo.
Gli amministratori locali devono chiedere al parlamento più poteri e responsabilità: dall’implementazione amministrativa delle regolarizzazioni alla gestione dell’accoglienza e dell’integrazione dei nuovi arrivati in virtù di quel principio della sussidiarietà, di matrice cristiana prima ancora che comunitaria, secondo cui l’intervento della mano pubblica deve attuarsi al livello più vicino al cittadino e soprattutto servono fondi maggiori per una programmazione intesa come messa a punto degli strumenti per risolvere la complessità del presente e dell’avvenire perchè è proprio del futuro di questi bambini che dobbiamo preoccuparci nell’affrontare una materia tanto delicata come l’immigrazione sapendo coniugare dialogo interculturale e sicurezza dei cittadini, occorre per questo, come disse venti anni fa Beniamino Andreatta in un convegno della CEI: lungimiranza e coraggio perchè questo fenomeno in una società complessa non può essere lasciato allo spontaneismo. Speriamo che il nuovo governo e le forze parlamentari sappiano avere il coraggio di una scelta non più rinviabile, noi di API faremo la nostra parte anche grazie all’impegno di Francesco Rutelli che già nella campagna elettorale del 2001 affrontò l’argomento ,ora speriamo che i tempi sia maturi anche per gli altri partiti”.
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