di Redazione
25 novembre 2011
di Luciano Murgia

Scavolini Siviglia-Venezia, Daniele Cavaliero in azione (foto Giardini)
PESARO – Daniele Cavaliero, triestino giramondo come è nell’indole dei giuliani, popolo di navigatori, è uno dei tanti ex che propone la sfida di domenica sera (ore 20,30 Adriatic Arena) per l’ottava giornata di andata della stagione regolare di serie A.
“In verità, dovrei essere un ex con tutta la serie A, visto che ho cambiato tante squadre. Il periodo trascorso ad Avellino è un bel ricordo, perché ho avuto la possibilità di giocare con un grande gruppo e di vincere la Coppa Italia, unico mio successo in carriera. Però tutto ciò fa parte del passato e l’ho messo in un cassetto. Adesso penso solo a Pesaro e a tutto quel che posso dare alla Scavolini Siviglia e alla città”.
Però lei ad Avellino conquistò anche la qualificazione all’Eurolega, una grande impresa per un piccolo centro qual è il capoluogo irpino.
“Disputammo la semifinale scudetto, perdendola contro Roma. Una stagione quasi irripetibile”.
Non ricordiamo se anche durante la sua permanenza Avellino abbia dovuto convivere con i problemi economici che ne accompagnano le stagioni. Eppure, la squadra riesce a isolarsi, a non farsi condizionare. In più: partono giocatori fondamentali e i risultati rimangono molto positivi. Raccontava Michele Maggioli di avere vissuto stagioni indimenticabili ad Avellino, circondato dal calore dei tifosi.
“L’affetto che gli avellinesi, come pure la proprietà, anche se adesso è diversa, hanno per la squadra è incredibile. Sembra quasi che vivano solo per questo. I giocatori si sentono protetti, ma è soprattutto la loro professionalità la chiave dei successi. Se ci sono problemi economici, fermarsi non serve. Meglio lavorare con impegno e farsi vedere da altri club per trovare un ingaggio”.
Pure reduce da un infortunio occorsogli durante la preparazione agli Europei in Lituania, che puntava a disputare con la maglia azzurra, e avendo saltato la preparazione con i nuovi compagni di squadra, Daniele ha iniziato nel migliore dei modi, grande protagonista in attacco e in difesa, determinante nel successo conquistato a Cantù. Nelle ultime uscite, però, si è bloccato in attacco, anche se continua a lavorare duro in difesa.
Può essere il pegno all’essere partito molto forte?
“Ringrazio per le attenuanti che mi concedete, ma sono alibi. Sto bene, stiamo lavorando bene e mi dispiace molto non dare un apporto importante in attacco. E’ vero che con il ritorno di James sono cambiate anche le gerarchie, e ci sta. Nelle ultime tre partite sta venendo un po’ meno quelle di cui ho parlato con coach Dalmonte, ovvero di essere sempre aggressivo, di creare per me e per i compagni. Finché si vince va bene tutto, ma mi sto impegnando per cercare di tornare utile alla squadra”.
La Sidigas Avellino ha gli stessi punti in classifica e anche se reduce da due sconfitte è molto pericolosa.
“Una squadra molto solida, collaudata, perché formata da tanti giocatori che erano insieme anche la scorsa stagione. Il quintetto base è di assoluto livello. Noi dobbiamo tenere bene in mente la lezione che ci è stata impartita dalla sconfitta casalinga contro Venezia e ricordarci che in questo campionato tutti possono battere tutti, ovunque, in casa e fuori. Quindi, concentrazione e umiltà, e soprattutto difesa, difesa e ancora difesa”.
Che è la chiave per vincere contro Avellino.
“Assolutamente sì. Loro giocano tanto pick and roll e ovviamente Marques Green è il nemico pubblico numero uno, perché è quello che crea per se e per i compagni. Vuole la palla in mano, la tiene a lungo. Accanto a lui ci sono giocatori di grande talento, da Dean a Johnson a Spinelli. Hanno classe ed esperienza. Li puoi fermare solo difendendo al massimo. Non possiamo lasciare che portino la partita punto a punto sino alla fine, che segnino molti punti. Se lavoriamo bene in difesa, possiamo fare ancora di più in attacco. La squadra sta crescendo, grazie al nostro talento. E con il nostro sistema troveremo ulteriori soluzioni offensive”.
Finalmente – guai di Flamini permettendo – state lavorando al completo e la crescita è evidente.
“E’ migliorata anche la qualità degli allenamenti. Al completo, possiamo alzare il livello del lavoro quotidiano, fondamentale per fare bene la domenica”.
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