di Redazione
29 novembre 2011

Luciano Pedullà e Giancarlo Sorbini durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo coach
di Luciano Murgia
PESARO – Non poteva perdere l’occasione, cinque anni dopo avere rinunciato all’offerta arrivatagli dalla Robur. E l’ha colta al volto, pur essendo il primo a non amare i cambi in corsa, le sostituzioni degli allenatori. “Fossi un direttore sportivo, non cambierei mai la guida tecnica”. Luciano Pedullà, nuovo allenatore della Scavolini Volley, soffre non poco la situazione… “perché l’ho vissuta dall’altra parte, e si sta male”. Ovvio, però, che nel momento in cui la società pesarese ha ufficializzato il divorzio da Paolo Tofoli, sia stato il “Professore” l’uomo su cui puntare per dare una svolta alla stagione. Il suo curriculum è così ricco che per trovargli una valida alternativa si sarebbe dovuta inseguire la Luna.
A dargli il benvenuto, nella sala dell’Hotel Savoy che ospita le presentazioni della Scavolini Volley, il presidente Giancarlo Sorbini e i due vice Miniucchi e Sardella. Sorbini ha ribadito ancora una volta quanto già espresso nel comunicato ufficiale di lunedì. Ovvero, la stima per Paolo Tofoli, allenatore e uomo. E ha spiegato che la scelta è stata condivisa da tutti i dirigenti. “Avevamo pensato che per sostituire Paolo era necessario trovare un allenatore di livello. Pedullà è un coach di valore. Lo ringraziamo perché si è detto disponibile ad arrivare subito. Ed eccolo qui, con noi”.
“Una carriera nazionale e internazionale che parla chiaro – ha affermato uno dei vice presidenti della Robur, Sandro Sardella -. Pedullà ama lavorare con le giovani, che speriamo possano ritrovare con lui la voglia di andare in palestra che le troppe sconfitte possono attenuare. Certo, non ci sentiamo fenomeni, non lo siamo, ma possiamo andare a testa alta per il passato e fiduciosi nel futuro. A Luciano auguriamo buon lavoro, ne ha bisogno”. Anche l’altro vice presidente, Alberico Miniucchi, ha fatto gli auguri al nuovo coach: “Perché ci porti fuori dal tunnel, dal buio, verifichi il reale valore della squadra e la porti a vincere ancora”.
Che l’allenatore novarese fosse contento e orgoglioso l’aveva anticipato già lunedì pomeriggio, con una breve dichiarazione al nostro quotidiano. Contento, orgoglioso ed emozionato.
“Sono molto legato alla mia famiglia, ho un bambino piccolo e una moglie giovane. Lasciarli a Novara non è facile. Mi aiuterà l’entusiasmo della società, la serenità che trasmette…”.
I risultati della squadra potrebbero destare perplessità.
“L’opportunità che mi è concessa è davvero grande e la squadra a mia disposizione bellissima e con tanta voglia di lavorare. Serve l’equilibrio per crescere bene. La Scavolini, che vive una situazione non consona alla sua storia, è squadra da zone alte della classifica, in grado di combattere con tutte le avversarie. Ripeto: non con alcune, con tutte!”.
L’allenatore novarese è animato da tanta voglia di lavoro in palestra.
“Sono abituato a mettermi a testa bassa per scalare ogni montagna, per raggiungere ogni vetta. Ogni volta che giocavo a Pesaro con l’Asystel, ammiravo con invidia e rispetto gli stendardi che ricordano i titoli vinti. La Scavolini è la squadra del decennio, non solo in Italia, anche in Europa. Sono onoratissimo abbia pensato a me”.
Su cosa lavorerà subito?
“Quando i risultati non arrivano, si genera sfiducia. Ripartiremo dalle cose semplici e allo stesso tempo fondamentali: ricezione; battuta e muro”.
Per le partite di Champions League, che inizierà giovedì sera con la partita casalinga contro la Dynamo Mosca, si dovrà utilizzare una dodicesima giocatrice. E’ stata scelta Giulia Micheletti, libero di 16 anni della Snoopy che milita in serie B1.
“Una scelta condivisa con la società – spiega Pedullà -. Conosco molte delle ragazze del settore giovanile e a me piace seguire l’attività a 360 gradi. Presto andrò a vedere gli allenamenti di tutte le squadre”. Parlando della scelta, il presidente Sorbini ha anticipato che presto sarà inaugurato il Liceo Sportivo nell’ambito del Liceo Scientifico “Marconi”.
Luciano Pedullà ha visto alcune partite della Scavolini e si è fatto un’idea precisa delle difficoltà che stanno vivendo le colibrì.
“Mi sembra che dipenda troppo da alcune situazioni in ricezione e abbia bisogno di una battuta più efficace. Ma non si deve dimenticare che ha dovuto lavorare incompleta e ha cambiato molto. Non è facile creare subito il giusto rapporto tra palleggiatrice e opposto e soprattutto tra palleggiatrice e schiacciatrice. Cercheremo il giusto equilibrio nel gioco. Sono stato definito zemaniano, è un complimento: mi piace vincere giocando bene. Se hai in squadra una Costagrande, vai sul sicuro, ma puoi provare a conseguire lo stesso risultato giocando bene”. Non a caso è stata ricordata una grande partita della sua Asystel contro la Scavolini. Senza la cinese Feng e Valeria Rosso, un’ex, Pedullà insidiò la vittoria pesarese.
Lo staff resterà lo stesso a disposizione di Tofoli?
“Io sono solito affidarmi alla società, ma credo di poter dire che si tratta di uno staff di altissimo livello che io rispetto molto. Dagioni e Chittolini non hanno bisogno di presentazione”.
Pedullà conosce bene le giocatrici italiane della Scavolini.
“Ho lavorato con Ortolani, le due De Gennaro, Ferretti, Saccomani e Agostinetto. Di solito quando si fanno queste conferenze, si usano frasi fatte, parole di prammatica. Sono schietto: questa squadra mi piace”.
Serena Ortolani sta nel cuore di Pedullà, che l’ha allenata con grandi risultati.
“E’ stata la migliore giocatrice della Champions League tre anni fa. La scorsa stagione ha deciso gara 5 della finale scudetto. Nel 2005 era in campo, ancora juniores, nella finale dei campionati europei. Serena non può essere messa in discussione, lei è indiscutibile. E io sono convinto possa dare molto di più di quanto pure di grande ha mostrato finora”.
Laura Saccomani, che la scorsa estate ha allungato il contratto con la Scavolini, sembra la pubblicità della tristezza. D’accordo, finora ha giocato poco, ma ha dato anche poco. Eppure avrebbe un grande potenziale.
“Di Laura, che seguo già dal 2003 e avrei voluto nella mia squadra, posso dire con un po’ di presunzione di averla scoperta io. Ho intenzione di fare un grandissimo lavoro con lei. E’ una giocatrice in cui credo tantissimo. Sono certo che lei sarà molto disponibile a lavorare con me e convinto che insieme conseguiremo ottimi risultati che la porteranno a raggiungere traguardi che in questo momento sembrano oggettivamente distanti”.
Le ragazze straniere, prese singolarmente, sono interessanti, ma al momento sembrano pesci fuor d’acqua. Come le giudica?
“Molto bene. Mi sembra che Klineman abbia ottime potenzialità di gioco, di attacco da tutte le posizioni del campo; cercheremo di sfruttarle positivamente. Ho visto Brinker crescere in maniera incredibile con la Germania. Se il valore c’è, è impossibile non esprimerlo. Di Okuniewska posso dire solo che Chiappini, che allena in Polonia, la voleva a tutti i costi al Sopot, una squadra costruita per vincere tutto, anche in Europa. Lei è una delle migliori centrali del continente. Per quanto riguarda Ampudia, con tutte le campionesse che ha la Robur, sembra quasi che la ragazza possa essere messa in ombra, ma l’ho potuta ammirare molto per le sue caratteristiche fisiche, e su queste lavoreremo per consentirle di esprimerle positivamente”.
Ieri, entrando con poche parole nel tema del periodo, i difficili rapporti tra Valter Scavolini e la Robur, Pedullà aveva espresso una volontà: “Cercheremo di fargli cambiare idea!”. Oggi è tornato nella vicenda, sottolineando che quella di Scavolini è stata “la reazione di un grande appassionato”. Bene arrivato, Professore, e buon lavoro, di cuore.
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