I sindacati: “Tempi rapidi per la crisi finanziaria del gruppo Ferretti”

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2 dicembre 2011

Sindacati preoccupati per le sorti di uno dei più prestigiosi marchi made in Italy della nautica da diporto. Nella provincia il Gruppo ha assorbito circa 230 dipendenti della ex Pershing. A Roma trattative tra parlamentari e ministro dello Sviluppo economico

 

Gruppo Ferretti

Uno splendido esemplare del Gruppo Ferretti

PESARO – Da settimane i dipendenti della Ferretti Yatchs spa, che nella nostra provincia comprende circa 230 dipendenti dello stabilimento ex Pershing di Mondolfo, stanno attendendo che sia completata l’operazione finanziaria di ridefinizione del debito che la banca inglese RBS si era impegnata a coordinare per consentire il rilancio. L’abbattimento del restante debito detenuto dagli azionisti e il rifinanziamento delle politiche di sviluppo dell’azienda sono indispensabili per il consolidamento delle politiche industriali concordate con il piano di riorganizzazione avviato nel 2009.

Gli apprezzabili risultati operativi degli anni nautici 2010-2011 hanno confermato la validità dell’azienda e del progetto industriale, ma ora si tratta di dare il giusto sostegno finanziario a tali politiche.

Il rinvio degli interventi di sostegno all’attività produttiva ha già messo in crisi l’attività dei 7 cantieri italiani Ferretti che occupano più di mille dipendenti e centinaia di fornitori, sta determinando una situazione che rischia di compromettere lo stesso anno nautico se non vengono intraprese adeguate iniziative.

Per queste ragioni nei giorni scorsi, le segreterie nazionali e territoriali di Fenea Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno manifestato forti preoccupazioni alle istituzioni locali e ai parlamentari eletti nelle circoscrizioni interessate dai cantieri Ferretti.

Nei giorni scorsi, alla commissione per lo sviluppo economico, i parlamentari Marchioni, Vannucci, Giovanelli, Brandolini, Merloni, Sanga, Andrea Orlando, Cimadoro, Misiani, hanno chiesto al neoministro per lo sviluppo economico quali iniziative intenda assumere al fine di “favorire la conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione e scongiurare il blocco delle attività dei cantieri che produrrebbe gravissimi danni sociali ed economici”.

Inoltre i parlamentari hanno voluto sapere se, a tal fine, “il ministro intenda aprire un tavolo di crisi presso il dicastero con il coinvolgimento delle parti sociali e dei rappresentanti delle istituzioni regionali e locali interessate, anche al fine di salvaguardare uno dei più prestigiosi marchi del made in Italy nel campo della nautica da diporto”.

Nei prossimi giorni, le segreterie nazionali e territoriali dei sindacati, oltre a sollecitare la proprietà ad assumersi le responsabilità e le iniziative per condurre fuori dalla crisi finanziaria l’azienda, si riservano di sviluppare ulteriori iniziative con il coinvolgimento del ministero.

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