di Redazione
7 dicembre 2011

CANDELARA – Sabato 10 dicembre, alle ore 16, presso la sala dell’Orologio di Candelara, ci sarà l’incontro con l’artista trevigiano Alfio Centin, detto Alce, che proprio in questi giorni, in occasione della tradizionale festa “Candele a Candelara”, espone i suoi lavori alla sala del Capitano. All’incontro saranno presenti l’architetto Luigi Zanata che illustrerà il percorso artistico dell’artista, la professoressa Sandra Tassi, che leggerà e commenterà brevemente alcuni brani che sono illustrati dall’artista nelle sue opere, oltre all’assessore del Comune di Pesaro Marco Signoretti e il presidente dell’associazione di Quartiere n. 3 delle Colline e dei Castelli Maris Galdenzi che porteranno il saluto dell’amministrazione.
Si tratta della prima mostra di Alce che, dopo aver editato due libri, attualmente si dedica all’arte pittorica. La particolarità delle sue composizioni è che sono realizzate con la cera fusa colorata cosparsa con una normale tela bianca. Si tratta di una tecnica che l’artista ha elaborato ispirandosi all’antica tecnica dell’“Encausto”. Alce non poteva trovare ambiente migliore in cui realizzare la sua prima personale.
L’artista con la sua opera vuole comunicare al pubblico le sue esperienze ed emozioni attraverso il segno, il colore e la forma di questa particolare tecnica artistica, a metà strada tra la pittura e la scultura.
Può spiegarci sommariamente i procedimenti della tua tecnica?
“La tecnica da me usata è simile all’encausto. Uso candele colorate e le faccio gocciolare sulla tela, rinforzando in qualche caso i colori con leggere mani di acrilico, soprattutto per i bianchi. Ho iniziato imitando Pollock con il suo casuale gocciolamento del colore sulla tela orizzontale ma con la cera non è possibile eseguirlo in velocità; il gocciolamento è lento e lo si può controllare. I miei lavori sono quindi costruiti e voluti, non semplicemente eseguiti sotto l’impulso occasionale”.
A cosa si è ispirato per le tue creazioni?
“Il mio punto di partenza è stato il verso di qualche poeta che si presta alla rappresentazione pittorica”.
Perché ha scelto l’utilizzo della cera?
“L’uso della cera di candela mi consente di sfiorare il reale lasciando all’indistinto del tratto caduto sulla tela quell’aura sfumata che è propria della parola poetica. L’artista non rappresenta il visibile come un “pittore della domenica” ma invita il fruitore a cogliere l’invisibile. Il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta non per vedere ma per contemplare un’esperienza superiore”.
“Cera” una volta… e adesso è il titolo della mostra di Alce che arricchisce il cartellone degli eventi di “Candele a Candelara”, confermando la volontà della Pro Loco di Candelara (ente organizzatore e promotore del mercatino delle Candele insieme agli enti pubblici che hanno dato il loro patrocinio) di puntare sulla cultura. Queste opere, nate da un particolare modo di utilizzare un semplice oggetto quale la candela, non soddisfano solo l’occhio di chi le guarda, ma divulgano attraverso le citazioni anche la nostra letteratura.
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