di Redazione
13 dicembre 2011
PESARO – L’Ufficio Minori della Questura di Pesaro e Urbino ha denunciato in stato di libertà due minorenni, rispettivamente di 15 e 16 anni, pesaresi, per il reato di diffamazione attuato tramite lo strumento informatico (internet).
Vittima della vicenda è un coetaneo, che indicheremo con il nome di fantasia “Antonio”, che si è trovato inserito in una pagina facebook con il titolo “Chi odia Antonio?”.
Nella pagina sia lui che la sua fidanzatina venivano fatti oggetto di insulti e commenti pesanti, solo perché ritenuto “antipatico”.
Il motivo principale dell’avversione è risultato essere l’ottimo rendimento scolastico del ragazzo, fra l’altro ingiustamente accusato dai sui detrattori di venire favorito dagli insegnanti.
Nonostante l’intervento del Dirigente scolastico dell’istituto frequentato da Antonio, che venuto a conoscenza dell’accaduto convocava i genitori degli studenti che comparivano sul blog per sollecitarli a parlare con i propri figli e convincerli a desistere da tale comportamento, l’azione denigratoria continuava, anzi diveniva ancor più pressante.
È stato troppo: a seguito della segnalazione della Preside, gli Agenti dell’Ufficio Minori hanno convocato in Questura il creatore della pagina, che ha 15 anni e un altro minore di 16 anni che risulta aver inserito contenuti diffamatori con i rispettivi genitori e dopo che i ragazzi hanno ammesso le loro responsabilità, li hanno denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Ancona.
Per quanto riguarda gli altri ragazzi che hanno partecipato al blog inserendo commenti di vario tipo, la loro posizione è attualmente al vaglio degli Agenti, che dovranno verificare se nelle frasi digitate siano riscontrabili gli estremi della diffamazione o dell’ingiuria.
I reati commessi a mezzo Social Network contituiscono un fenomeno in crescita e per tale regione l’attività di contrasto attuata dalla Polizia di Stato ed in particolare dalla specialità della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, si sta facendo sempre più intensa.
A tale riguardo è opportuno sottolineare che scrivere contenuti diffamanti od offensivi su blog o su pagine dei Social Network mantenendo l’anonimato o dando false generalità al momento dell’iscrizione, non garantisce l’impunità in quanto ogni attività svolta su Internet lascia traccia nel computer che l’ha effettuata ed è perciò possibile, adottando le opportune tecniche, risalire all’autore.
Si rammenta, infine, che il reato di diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo pubblicitario, comporta una pena da sei mesi a tre anni di reclusione.
Lascia una risposta