La Regione ci ruba la salute. E noi andiamo in Umbria

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20 dicembre 2011

Antonio Baldelli

Antonio Baldelli, capogruppo provinciale del Pdl

di Antonio Baldelli*

PERGOLA – L’entroterra deve ribellarsi contro una Regione che, giorno dopo giorno, lo umilia e che gli sottrae ogni servizio anche quelli indispensabili.

Venerdì scorso, infatti, il Consiglio regionale ha approvato il nuovo Piano sanitario e con esso ha deciso la riconversione in cronicari degli ospedali di polo, cancellando, di fatto, l’assistenza ospedaliera per acuti e l’emergenza in tutto l’entroterra.

Tutti gli emendamenti volti a garantire la sopravvivenza degli ospedali di polo, come ad esempio quelli di Pergola e di Amandola, sono passati sotto la scure della maggioranza di centrosinistra e sono stati inesorabilmente bocciati.

In tal modo, i pochi ospedali di polo rimasti nell’entroterra pesarese (Cagli, Fossombrone, Pergola e Sassocorvaro) sono stati destinati ad essere riconvertiti, ossia ad essere trasformati, nel breve o medio termine, in dei cronicari o in poco più.

Nonostante le patetiche rassicurazioni dell’assessore regionale alla sanità e dei suoi portavoce locali, nessuna struttura dell’entroterra garantirà più le emergenze né le urgenze: se un cittadino di Pergola o di Piandimeleto sarà coinvolto in un incidente stradale o colpito da un infarto riceverà le cure di una adeguata struttura ospedaliera solo dopo oltre un’ora di ambulanza (senza pensare a cosa accadrà nei mesi invernali con il gelo o la neve).

Noi cittadini delle aree interne non possiamo più rimanere inermi e silenziosi di fronte a simili soprusi, se non reagiscono le istituzioni che dovrebbero tutelare i nostri territori allora siamo noi a doverci ribellare, siamo noi a doverci organizzare per tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari.

In tutti questi anni, la Regione non ha mai pensato al nostro entroterra, ricordandosi di lui solo al momento delle elezioni per eleggere consiglieri che, tranne pochi, lo hanno sacrificato per seguire gli ordini dei loro partiti.

Nessuno ha realizzato le necessarie infrastrutture, nessuno si è occupato di riammodernare una rete viaria che esclude l’entroterra dal “resto del mondo”, nessuno si è occupato di garantire all’entroterra almeno i servizi essenziali: solo promesse mai mantenute.

Al contrario, hanno riempito i nostri territori di cave e di discariche, hanno coperto le nostre colline verdi con distese di impianti fotovoltaici e, non paghi di ciò, durante la stagione estiva vengono a depredarci della nostra acqua (si pensi a Cagli e al pozzo del Burano).

Con un blitz, fatto a pochi giorni dal Natale nella speranza che tutto passasse in sordina, la Regione ci ha tolto anche il nostro diritto alla salute.

Una Regione matrigna, che ha già costretto sette Comuni della Valmarecchia a scappare in Emilia Romagna, costringe ora noi a fuggire nella vicina Umbria.

Credo che sia giunto il momento di insorgere, come fecero i marchigiani durante il periodo risorgimentale, e di dare alla Regione un aut aut: torni indietro sulla scelta di riconvertire gli ospedali dell’entroterra in cronicari o faremo come i 7 comuni della Valmarecchia, ce ne andremo!

*Capogruppo provinciale del Pdl

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