La pesarese Lucia Lunghi incanta le Terre Verdiane

di 

4 gennaio 2012

Lucia Lunghi 1

Il libero pesarese Lucia Lunghi

SALSOMAGGIORE TERME (Parma) – Lucia Lunghi e il Terre Verdiane Servizi Italia, l’incontro tra esigenze, personali e collettive, di squadra, che, dopo cinque mesi, al giro di boa della stagione, sono state appagate e soddisfatte. Reciprocamente.

Il libero pesarese, sbocciato, giovanissimo, da riserva nella mitica Scavolini brasiliana del tecnico verdeoro Zè Roberto, conquistatrice di scudetti e coppe sul parquet e nel beach, voleva tornare, dopo due grigie stagioni, per motivi diversi, a Legnano e a Reggio Emilia, ad “allenarsi e a giocare con il sorriso” e a “calcare il palcoscenico della Lega Serie A pallavolo femminile”.

La squadra parmense, orfana di Silvia Lussana, pilastro della promozione, trasferitasi in fretta a Soverato, sempre in A2, cercava un cardine della difesa con doti tecniche, ma soprattutto, provvisto di quel carisma spiccato richiesto dal ruolo, troppo assente, purtroppo, nel recente passato verdiano.

Oggi, all’indomani della sosta di campionato per Capodanno, alla ripresa degli allenamenti in vista della chiusura del girone d’andata, primo tempo di bilanci, il gradimento è sinceramente vicendevole. Contraccambiato.

Marco Botti, l’allenatore biancorosso, adesso, confessa: “Quando, in estate, ho scelto Lucia per il compito di libero, era perché volevo una leader, perché il libero ci deve credere sempre, deve essere tenace e motivato. E’ l’ultimo ad alzare bandiera bianca, non solo nelle operazioni che lo riguardano, ma pure in altre circostanze. Lei è così”. Il presidente Valentino Testi si lascia scappare: “La Lunghi non ci sta assolutamente facendo rimpiangere, anzi, tutt’altro, chi l’ha preceduta, che era ed è un signor libero, tra l’altro costruito da noi”. L’opposto brasiliano Luciana Do Carmo racconta: “Mi basta incrociare lo sguardo di Lucia per essere felice, per divertirmi”.

Lucia Lunghi 2

Un'altra immagine della Lunghi, una pesarese nelle Terre Verdiane

L’interessata, la pesarese Lucia Lunghi, nel frattempo, ha ripreso a varcare la soglia di palestre e palazzetti con gioia, ammette: “E’ la prima volta che mi accade, nella mia pur breve carriera, di essere, già a Natale, completamente contenta, al punto di esprimere il desiderio di voler restare qui ancora. Il segreto, a differenza di altri ambienti, è che qui la società, i dirigenti e lo staff non ti fanno sentire la pressione, non ti stanno addosso per i risultati da conseguire. In questo modo si lavora molto meglio, anche con uno come Alberto Raho, l’assistente di Marco, il quale ti martella di esercizi e consigli utili per migliorarti tecnicamente”.

Insomma, la leadership del Terre Verdiane, dopo capitan Valentina Rania, è collocata e si scorge dietro e dentro quella canotta blu con impresso quel numero 10, contrassegno tondo, già di per sé emblematico nella storia di ogni disciplina sportiva di squadra, per l’elevata stabilità mentale che la Lunghi possiede e trasmette alle compagne.

Il nostro allenatore – rivela Lucia – quando sono arrivata, già ancor prima della preparazione estiva, mi chiese proprio questo, mi disse che la cosa che più gli interessava da me non erano tanto o solo le percentuali in ricezione e le loro perfezioni, bensì, soprattutto, l’equilibrio psicologico, indispensabile per sorreggere il reparto difensivo, lo spirito di sacrificio, il provare piacere nel ricevere bene, nel difendere una palla ostica, nella grande volontà e nella capacità di saper andare oltre all’errore”.

Abilità e attitudini necessarie e ricercate in un sistema di gioco che utilizza due liberi, una novità per la pallavolista marchigiana, come quello adottato da coach Botti, il quale schiera, contemporaneamente, nella maggior parte delle rotazioni, l’alter ego di ruolo, l’under 22 Elisa Martini.

Non avevo mai giocato in questo modo, che serve per dare maggior tranquillità a tutto il sestetto, aiutando – spiega Lucia Lunghi – la naturale debolezza in difesa e in ricezione, per compito e mansione tecnica, delle nostre due schiacciatrici da punti, Costanza Manfredini e Luciana Do Carmo. E’ fondamentale per una squadra che si deve salvare, perché migliora la ricezione e aiuta la difesa a tirar sù molti palloni impossibili. Questa soluzione mi piace”.

Senza originare dualismi e antagonismi tra lei e la collega 19enne, ma continuo e mutuo confronto.

Elisa, la quale promette benissimo, ha, nonostante l’età, questa grinta incredibile che occorre per il ruolo, è ben predisposta al palleggio da seconda linea, che a volte serve, e sa battere bene, dote non propriamente da libero, che scompagina, talvolta, gli avversari. Prima di tutto è umile e correttissima. Non smette mai, in allenamento e in partita, di chiedermi se ha sbagliato o se ha fatto bene e come deve posizionarsi. A me, che, poi, non sono così espertissima. Anzi, tante volte, è lei che, inconsapevolmente, senza che se ne accorga, dà insegnamenti a me, con le sue azioni e alcuni suoi gesti, perché è già brava”.

Valutazione e chiusa da condottiera, appunto.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>