Del Moro: “Sogno una tifoseria unita”

di 

18 gennaio 2012

di Luciano Murgia 

 

 

Scavolini Siviglia-Milano, Franco Del Moro

Franco Del Moro, presidente della Scavo Siviglia all'Arena durante il matchcon MIlano

PESARO – Il bilancio di metà campionato, fra numeri, sogni, desideri e la speranza di ritrovare quell’unità di intenti che può fare volare la squadra. Franco Del Moro, presidente, e Mauro Montini, direttore generale, fanno il punto del momento, di un grande momento: la Scavolini Siviglia è seconda!

“Vorrei partire dal mercato estivo. I risultati di oggi sono figli degli obbiettivi di allora. Avevamo individuato i settori in cui la squadra aveva bisogno e abbiamo lavorato per trovare le risposte. Sottolineo che siamo riusciti a portare a Pesaro giocatori e uomini di alto livello. Grazie al lavoro in primis di John Ebeling e poi di Mauro Montini. Avere ingaggiato Cavaliero, Hickman, Jones e White è stato fondamentale. Il primo obbiettivo era e rimane entrare nei playoff. Oggi siamo al giro di boa della stagione regolare e rimane tanta strada, ma è vero che nessuno di noi, pure ottimista, avrebbe immaginato, lo scorso agosto, il secondo posto attuale, anche se in compagnia di squadre che però hanno budget e nomi più famosi. In sintesi, ritengo che al momento sia giusto essere soddisfatti. Abbiamo vissuto momenti difficili, attraversato alti e bassi, ma la squadra è sempre stata compatta. Anche quando si perdeva e magari non si giocava bene, abbiamo avuto sempre la sensazione, seguendola nelle partite come negli allenamenti, che il gruppo fosse unito, compatto. A livello societario, siamo sempre stati convinti della giustezza della strada intrapresa. Di conseguenza, dovremo essere tutti contenti. E non vorrei tornare su episodi che hanno minato la nostra serenità, perché tutti insieme abbiamo reagito nel migliore dei modi.

“In questo momento, mi sento di esprimere due desideri: il primo riguarda la pronta guarigione di Valter Scavolini, il suo ritorno fra noi, perché sentiamo la necessità di avere con noi, anche sugli spalti, una figura così importante…”. Purtroppo, Valter Scavolini, che sembrava in procinto di lasciare l’ospedale, deve restare ricoverato ancora qualche giorno. Ci uniamo all’augurio di Franco Del Moro. Raramente una città ha espresso un personaggio come Valter Scavolini, così ricco di passione per lo sport, per tutti gli sport. E allo stesso tempo esprimiamo tutto il nostro disprezzo per chi – commentando in Internet la notizia dell’incidente occorso al “pesarese più amato” – ha insultato i ciclisti.

Torniamo a Franco Del Moro e al secondo desiderio: “Mi piacerebbe che tutti noi resettassimo piccole o grandi incomprensioni, l’acredine… Parlo con il cuore all’Inferno Biancorosso, che da tanti anni segue e sostiene ovunque la Victoria Libertas, che ci ha supportato in Italia e in Europa. Siamo molto dispiaciuti di quanto è successo e mi auguro che, insieme a quelli dela Vecchia Guardia e a quelli che hanno aperto il sito “Io amo la Vuelle”, ma anche con tutti gli altri tifosi, si torni uniti. Dico di più: se avessi adoperato parole sbagliate, chiedo umilmente scusa. E contemporaneamente ricordo che tutti noi vogliamo solo il bene della Vuelle. Avete visto come i giocatori abbiano apprezzato il tifo contro Bologna, le loro facce osservando la partecipazione di tutto il pubblico. Gli americani, che non capivano cosa stesse accadendo durante la partita con Varese, a fine gara, dopo la sofferta vittoria, erano rientrati subito nello spogliatoio, evitando il tradizionale giro di campo. Erano allibiti, non capivano la contrapposizione tra tifosi. Invece, dopo il successo sulla Virtus, hanno cambiato faccia. Erano felicissimi. Ecco, mi auguro con tutto il cuore che l’Inferno Biancorosso si riunisca con tutti gli altri. Si può litigare, sbagliare, a prescindere da chi sia colpevole, ma si può anche ritrovare unità d’intenti. Resettiamo l’acredine tra fazioni di tifosi, tra tifosi e società. I ragazzi dell’Inferno ci hanno seguito sempre. E’ tornata in pista la Vecchia Guardia. Perché non essere uniti per un unico scopo. Tutti uniti sarebbe ancora più bello. La squadra si sente spinta dal pubblico ed è un motivo in più per fare bene, per superare eventuali difficoltà. L’affetto centuplica le forze”.

Franco Del Moro vuole sottolineare un aspetto molto importante che dimostra quanto sia importante il clima che respira la squadra.

“Vi garantisco che è un piacere vedere come stanno bene insieme, sul parquet come a cena. Loro sono stati una squadra anche quando hanno perso. E i risultati stanno dando loro ragione, in un campionato bello e strano, in cui regna l’incertezza che crea maggiore attenzione. Il mio desiderio è di rivedere tutti i tifosi uniti. Sono un presidente sognatore? E’ vero, perché quando smetterò di sognare significherà che sono invecchiato definitivamente”.

Dai sogni di Del Moro ai numeri di Mauro Montini, che traccia un bilancio del girone di andata, partendo dal secondo posto in due classifiche: quella del campionato e l’altra, non meno importante, della Coppa Disciplina. In entrambe le classifiche, Pesaro è seconda solo a Siena.

“Oggi la cosa più importante è godere di questo momento, essere soddisfatti del rendimento della squadra. Sono stato criticato da chi crede che io abbia espresso giudizi troppo severi sul pubblico. Rispetto le opinioni altrui. Mi era sembrato anormale che la vittoria, la cosa più bella nello sport, che vuole dire soddisfazione, gioia, sorriso, contentezza, non avesse portato questo in una circostanza”.

Dopo la considerazione, i numeri…

“Girone di andata: abbiamo fatto 20 punti come cinque anni fa, il primo del ritorno in serie A. E’ giusto dire che rispetto ad allora c’è una partita in più. E il percorso è stato diverso. Allora vincemmo tanto in casa, mentre oggi – esaminando la nostra fascia – siamo quelli che hanno perso di più in casa ma vinto di più in trasferta. Le altre hanno avuto un migliore equilibrio. E’ vero però che uno non sceglie dove vincere o perdere. La singolarità del nostro percorso è legata a tre fasi: la prima fase senza White, quando abbiamo vinto partite importanti con Milano e a Cantù. La seconda fase con il ritorno di James, in cui la squadra è ripartita da zero, nel senso che – pure priva di una punta importante – aveva raggiunto velocemente equilibri che le consentivano di giocare in un determinato modo. White è un elemento ingombrante dal punto di vista tecnico, ma rappresenta una risorsa importante. Inserirlo a stagione iniziata ha creato qualche intoppo e la squadra ha dovuto ripartire cercando allo stesso tempo di capire quali erano le situazioni nuove per sfruttare la potenzialità di James e allo stesso tempo degli altri che avevano tenuto le sorti della Vuelle. In questo periodo sono arrivate le sconfitte, che però non sono tutte uguali. Venezia e Avellino vivevano un grande momento e hanno giocato meglio di noi. La loro bontà è confermata dalla classifica attuale. La sconfitta peggiore è stata quella di Teramo, per punti e per presenza e per gioco… Il derby con Montegranaro è stato bello per 36 minuti, poi 4 minuti ci sono costati la vittoria”. Interviene Del Moro… “E un pezzo di fegato!”. Prosegue Montini: “Ci sono sconfitte che fanno parte di un percorso fisiologico e alcune che fanno addirittura bene. A una squadra che ha dignità, e a questa non manca, una sconfitta come quella di  Teramo non piace alla società, ai tifosi, soprattutto al gruppo. Che ha raggiunto equilibri, automatismi, che ha sicurezza in quello che fa. E ha il piacere di giocare in casa…”.

La terza fase…

“La squadra è estremamente soddisfatta del clima, dell’atmosfera, della positività in cui si gioca”.

L’unico giocatore in difficoltà è Cavaliero, che sembra pieno di dubbi, in attacco, perché in difesa non si tira mai indietro. E a confermare una professionalità degna di ogni fortuna, domenica, finita la partita, è andato in palestra a tirare per un’ora e mezza.

“Daniele ha pagato prima l’infortunio in nazionale – commenta Montini – poi è esploso nel torneo di Osimo e Ancona, e da lì ha iniziato benissimo la stagione. Poi anche lui è rimasto coinvolto nella seconda fase, quella del ritorno di White.  E’ vero che è in difficoltà, che le sue percentuali sono calate (con 0/7 da 3 punti ha stabilito il suo record negativo in carriera; ndr), ma alcuni errori sono statistici ma non di scelte, tirando libero. Credo però che lui sia troppo esigente con se stesso, troppo critico, che debba tornare a giocare più libero, più leggero, più rilassato, senza farsi condizionare, diventando rigido, severo, quando le cose gli vanno male, perché rischia di perdere fiducia in quello che fa anche con la squadra. In una stagione succede che le cose non vanno bene… Ma lui ha la  fiducia di tutti e prima o poi tornerà a raccogliere i frutti del grande impegno”.

Un consiglio, se ci è consentito, a Daniele Cavaliero. I tiratori sono come i giocatori di baseball. E lui, da triestino dovrebbe sapere che il baseball italiano ha vissuto anni d’oro sull’altopiano. Chi tira o gira la mazza passa attraverso fasi diverse. Ci sono momenti in cui la palla entra nel canestro o finisce fuori campo, altri in cui sono solo errori o strike-out. Non bisogna farsi condizionare dall’evento, che negli usa chiamano “slump”,  è una sorta di digiuno che magari si interrompe con un “Grande Slam” o una serie di triple a bersaglio. L’importante è impegnarsi e nessuno a Pesaro, o dove ha giocato, può dire che Daniele è uno che si tira indietro!

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