La Cgil dice no alla riduzione di orario degli asili

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21 gennaio 2012

Con la Legge di Stabilità e l’abuso negli anni dei contratti a tempo determinato oggi non ci sono più le risorse. L’analisi e le proposte del sindacato per mantenere il servizio pomeridiano

 

cgil

FANO – E’ notizia di questi giorni che alcuni genitori di bambini che frequentano gli asili nidi comunali di Fano hanno presentato la richiesta di ritirare i propri figli dal servizio pomeridiano. Famiglie che certamente hanno un’alternativa ma cosa sta accadendo a uno dei servizi più importanti e delicati che il Comune eroga ai suoi cittadini? L’interrogativo lanciato dalla Funzione Pubblica Cgil e da quella provinciale in realtà ha già una risposta:

Dipende sicuramente dalle restrittive norme in materia di finanza pubblica – scrivono in una nota – che si sono susseguite negli ultimi mesi e dal fatto che nelle scuole comunali (per l’infanzia e asili nido) sta scomparendo una figura che noi tutti abbiamo conosciuto nei banchi di scuola: quella che allora si chiamava insegnante “supplente”.

La figura, della “supplente”, per sua natura, richiede un contratto a tempo determinato dal momento che è costretta a lasciare il posto quando la titolare ritorna: da malattia, dalla maternità o altro.

Ma nel tempo il ricorso al contratto a tempo determinato si è sganciato quasi totalmente da questa logica di assenze temporanee in un servizio che non può scendere sotto un certo numero di addetti – come sono appunto le scuole, gli ospedali, la pubblica sicurezza – ed è andato a ricoprire il ruolo di contratto “di serie B” previsto per alcune figure “stabili” all’interno dell’ente.

Ecco quindi che oggi il Comune di Fano, come altri comuni, si vede dimezzare – dalla Legge di Stabilità – la possibilità di ricorrere a questo tipo di contratti che assorbe l’intera capacità di spesa in questo settore già saturo da tutti quei contratti che, non essendo in realtà legati ad una assenza temporanea, sono di fatto proseguiti nel tempo.

I servizi educativi del Comune di Fano, che nel corso del 2009 avevano fatto ampio ricorso al tempo determinato, oggi si vedono negare totalmente la possibilità di utilizzo, perché tutta la spesa è già impegnata da contratti di fatto “stabili”.

Avendo seguito attentamente e criticamente le scelte dell’amministrazione in questi ultimi anni ed essendo stati costantemente a contatto con la realtà delle insegnanti, ci preme sottolineare che i gravi sviluppi di queste ultime settimane non ci meravigliano.

Dall’analisi della situazione alle proposte della Cgil: “Come organizzazione sindacale abbiamo individuato due possibili soluzioni: la prima è che il Comune riconosca ad ogni servizio la possibilità di ricoprire al proprio interno il 50% della spesa del 2009 per il tempo determinato. Questo sarebbe già un buon risultato per i servizi educativi: con un po’ di sacrifici sarebbe possibile, anche con la capacità di spesa dimezzata, arrivare a mantenere un buon servizio.

La seconda soluzione, adottata da alcuni Comuni limitrofi, consiste nel ritenere una volta per tutte che la necessità di garantire la continuità dei servizi scolastici sia prevalente rispetto alla norme di contenimento della spesa pubblica. E’ una soluzione auspicata anche da una nota dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni), la quale ha ritenuto che le stesse norme di finanza pubblica vanno interpretate “compatibilmente con l’esigenza di erogare i servizi fondamentali alla collettività, tra cui anche quelli educativi”. Come organizzazione sindacale non siamo disposti ad accettare la riduzione stabile dell’orario dei servizi educativi del Comune di Fano e per questo continueremo a batterci”.

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