di Redazione
21 gennaio 2012
di Luciano Murgia
PESARO – Finisce in trionfo, con Daniel Hackett che rimedia “triple di applausi”, come per le due tentate e andate a buon segno a interrompere un 3/30 dalla grande distanza che sembrava impossibile. E delle triple messe a segno da Daniel nei momenti decisivi parla coach Cancellieri, analizzando una sconfitta che – a parere del coach biellese – è figlia di due dati statistici.
“Nella valutazione globale della gara due particolari meritano attenzione: palle perse e percentuale da 3 sono i dati che – onestamente – hanno deciso una gara pure giocata bene. Numeri oggettivamente penalizzanti. La percentuale da 3 (4/19) e molte palle perse (24) sono nostre, non forzate dalla difesa pesarese. Nei momenti cruciali, con una produzione difensiva buona, abbiamo fatto attacchi ingenui. Contro una zona che aveva il primo uomo nella linea dei liberi e collassava in area, noi abbiamo preso tiri aperti, sbagliandoli. La loro difesa a zona non era quella della “nonna” di Cardaioli e neppure la “bulgara”. Esercitava una buona pressione sulla palla, ma sui ribaltamenti trovavamo tiri aperti, che non sono entrati. Con Coleman abbiamo provato ad attaccare in penetrazione, ma abbiamo prodotto solo palle perse. E quando abbiamo riaperto per buoni tiri, non siamo riusciti a centrarli.”.
Eppure il coach dell’Angelico trova margini per elementi positivi…
“La gara è stata buona, ma se Hackett è così bravo a segnare tiri decisivi e poi ci si distrae su Flamini… Peccato, davvero, perché eravamo riusciti a interrompere il flusso in campo aperto di una Scavolini Siviglia che correndo ci aveva messo in difficoltà. Venivamo da una bella vittoria con Milano, volevamo capitalizare la fiducia e l’energia ottenuta. Adesso, però, dobbiamo essere subito bravi a recuperare, perché noi giochiamo già mercoledì contro Roma”.
Chi potrà riposare è la Scavolini Siviglia.
“Adesso abbiamo due giorni di riposo. Ne sentivamo tutti il bisogno, credetemi – spiega coach Dalmonte -. Ci serviranno per recuperare Tau, che è arrivato direttamente al palazzo dello sport dall’ospedale, dove assistito dai medici è stato sottoposto ad alcune flebo. Ieri sera aveva la febbre, 38 di temperatura, e stamattina alle prese con problemi intestinali. Confidiamo soprattutto di ritrovare energie. Intanto, domani arriva Urbutis che ci darà una mano, perché lui di energia ne ha da vendere. Come posso presentarvelo? Come un piccolo Tau”. Lydeka, ovviamente, un giocatore dal cuore grande come l’Adriatic Arena. Tau ha giocato anche contro le – legittime – apprensioni della moglie, mamma di una bella bambina e in attesa dele secondo figlio.
Il sorriso dopo la grande paura. La Scavolini Siviglia, che aveva concesso solo 31 punti nei primi 20 minuti, ne aveva subiti altrettanti (uno in meno, in verità, 30) nei primi 11 minuti della ripresa. Un tracollo…
“Gli indizi d’allarme alla vigilia li abbiamo toccati con mano. Prima di tutto perché Biella è una squadra contro cui si fatica a trovare punti di riferimento, che – al di là della vittoria con Milano – veniva da sconfitte tipo questa, con Cantù, a Caserta… Il secondo indizio è la nostra situazione di energia fisica e mentale. Sapete quante partite abbiamo giocato nell’ultimo periodo. La disamina è semplice: nel primo tempo grande presenza in tutti i momenti e in tutte le parte del campo, pure dopo avere iniziati con tanti tiri sbagliati da sotto. Bene sia i recuperi difensivi sia il contropiede. Nel terzo quarto, abbiamo prodotto 10 palle perde in 10 minuti. Camminando. E loro, grazie ai recuperi, facevano contropiede in 2 contro 1. Le nostre palle perse erano non provocate. Eravamo soft, teneri, non aggressivi offensivamente, E siamo andati ancor più in difficoltà quando loro hanno aumentato l’aggressività. Così Biella in partita. Per invertire il trend, abbiamo messo in campo energia, coraggio e aggressività, figlie delle recenti vittorie. La zona? Ci ha aiutato perché ha tolto loro il ritmo, li ha fatti pensare. Abbiamo portato a casa una vittoria del valore inestimabile”.
Voi avete pagato spesso la zona e il tiro da 3 punti. Oggi, invece…
“Non abbiamo specialisti, perché molti di noi hanno come primaria qualità attaccare il ferro. Ma nei momenti di difficoltà sono stati determinanti i due tiri di Daniel, con il secondo figlio del primo, e la tripla di Simone, un defibrillatore… Sulle zone, penso che vi riferiate a quelle di Venezia e Avellino. Credo, però, che oggi la squadra sarebbe pronta a giocarci contro. La zona l’avevamo affrontata anche prima, attaccandola bene, vedi la gara con Milano. Ritengo questi aspetti eccezioni rispetto al nostro trend naturale. Abbiamo proposto la zona con due intenti: collassare ancora più l’area e farli pensare di più. Il fatto che spesso uno sia condizionato dalla percentuale da 3 per non fare zona è una trappola, perché una cosa è prendere le triple contro la uomo, mentre davanti alla zona si hanno tempi e spazi diversi e così linee di passaggio. Così, anche chi ha ottimi tiratori, perde il rimo pure se arriva da buoni tiri contro la uomo. Fai la zona, se funziona, paga; altrimenti cambi. Oggi ha pagato”.
Dalmonte alla guida della seconda in classifica: come si sente?
“In questi momenti, il gruppo va lasciato libero di spingere e io non mi metto davanti, semmai dietro. E’ quando siamo in difficoltà che vado davanti io, a controllare e a proteggere il gruppo dai nemici. E’ una metafora, ovviamente e si riferisce a un esercito, perché non è il caso – visto quanto accaduto – di mettersi a fare paragoni con chi lascia il gruppo”.
A fine conferenza stampa, il direttore sportivo John Ebeling ha confermato che domenica pomeriggio Arminas Urbutis arriverà a Bologna e sarà accompagnato subito a Pesaro. Se sarà davvero un “piccolo Tau”, la Scavolini Siviglia avrà portato a casa un grande rinforzo.
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