di Redazione
23 gennaio 2012
Così la Confcommercio Fipe di Pesaro e Urbino sulla delibera regionale giustificata con la volontà di abbattere le polveri sottili

PESARO – “Un provvedimento regionale adottato pilatescamente per ottemperare alle disposizioni comunitarie e per non incorrere nelle sanzioni ma che non trova riscontro nella vita reale e pratica“. E’ quanto sostiene la Confcommercio-Fipe di Pesaro e Urbino dopo aver partecipato, la scorsa settimana, a un incontro con l’assessore all’ambiente del Comune di Pesaro e coi rappresentanti delle altre associazioni di categoria.
“La nostra associazione – continua Marco Arzeni che della Fipe è il segretario – ha contestato all’assessore Parasecoli un provvedimento preso senza avere alcun dato oggettivo in mano: non si ha alcuna idea infatti di quante siano le attività interessate e di conseguenza quali benefici possa portare un simile obbligo. Non pensiamo che i 10 o 20 forni a legna nel nostro Comune risolvano il problema dell’inquinamento e, anche se siamo d’accordo che la salvaguardia dell’ambiente sia un obiettivo da raggiungere, non è pensabile in questi tempi costringere un operatore ad adeguare il proprio impianto in 3 mesi“.
La chiosa di Fipe-Confcommercio è ironicamente dura: “Il pressappochismo di questa delibera è poi evidente quando non si capisce chi siano precisamente i destinatari né quali siano gli impianti ricompresi; alla fine forse saranno ricompresi i foconi per le grigliate e i banchi delle caldarroste? E che sia un provvedimento demagogico è evidente quando si vieta l’accensione di camini, stufe e impianti a pellet da parte dei privati. Forse avremo i vigili-spazzacamino“.
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