di Redazione
23 gennaio 2012

Arminas Urbutis in biancorosso
di Luciano Murgia
PESARO – Franco Del Moro, Mauro Montini e John Ebeling hanno dato il benvenuto ad Arminas Urbutis, Armis per gli amici, che da martedì si mette a disposizione di Luca Dalmonte e della Scavolini Siviglia. Lituano di Kaunas, nato il 15 maggio 1986, è alto 2,05 e può coprire sia la posizione di ala forte (4) sia quella di centro (5). La pallacanestro rappresenta tutto o quasi per lui, tanto è vero che la definisce “my way of life”, “il mio modo di vivere”.
Prospetto molto interessante, in giovane età Urbutis si è trasferito – come non pochi suoi connazionali – negli Stati Uniti d’America, giocando a studiando alla Montverde Academy, in Florida, allenato da coach Kevin Sutton, che è anche il vice allenatore della nazionale under 17 a stelle e strisce campione del mondo. Grande la sorpresa di Urbutis quando ha saputo che il vostro cronista è amico di coach Sutton che spesso viene in Italia a dirigere camp giovanili.
“Ho scelto di andare in America per migliorarmi come giocatore e come persona, per ricevere una buona educazione, non solo sportiva. E per farlo cosa c’è di meglio degli Usa?”.
Dopo avere finito l’Academy, Urbutis è passato all’università e ha scelto Hofstra di Long Island, New York, con cui ha disputato 103 partite. A fine college, nel 2009, ha partecipato a una tournée in Italia con una selezione di Usa All Star, poi alla Summer League di Imola con Rimini. Subito dopo è stato firmato da Cantù, con cui ha giocato due stagioni. Quest’anno ha iniziato con il Rudupis Prienu, squadra che partecipa al campionato lituano.
Il Rudupis ha giocato e vinto contro il Kedainiaai, nona in classifica, che ha fatto soffrire non poco la squadra di Urbutis, vincente solo dopo un tempo supplementare (93-85). Il nuovo biancorosso ha giocato 24 minuti segnando 17 punti in virtù di un 2/7 da 2 e un eccellente 3/4 da 3, 4/8 dalla lunetta (strano, perché Armis è un buon esecutore di libero), catturando 10 rimbalzi (distribuiti equamente tra attacco e difesa), servendo 4 assist; con 20 di valutazione è risultato il secondo del Rudupis che occupa la piazza d’onore, dietro il Lietuvos rytas e davanti allo Žalgiris.
La Scavolini Siviglia era d’accordo da tempo con Urbutis, in possesso di clausola di uscita per una squadra straniera, ma “i dirigenti del Rudupis – ha spiegato il direttore generale della Vuelle, Mauro Montini – volevano che Arminas giocasse un’ultima partita del loro campionato. Così, eccolo qui…”. La società è in attesa del permesso della federazione lituana, che arriverà direttamente alla Fip, a Roma. Urbutis, che in mattinata è stato sottoposto a tutti gli accertamenti clinici e in serata ha svolto il primo allenamento individuale con il preparatore atletico professor Venerandi, dovrebbe essere in campo domenica a Milano.
“Sono molto contento di essere di nuovo in Italia, in particolare in un club che ha una storia importante come la Scavolini Siviglia. Io spero di aiutare la squadra in tutti i modi possibili e mi auguro che si possa vivere una grande stagione”.
Hai avuto modo di parlare con Tau Lydeka?
“Tau mi ha detto solo belle cose della squadra e della città e mi ha raccontato che i tifosi sono entusiasti, caldi…”.
Arminas conosceva già Pesaro per esserci stato con Cantù. Ma il primo impatto con la città come è stato?
“Molto positivo. Mi piace che sia sul mare, che abbia una bella spiaggia. Ho trovato anche un bel clima e mi sembra tutto molto positivo”.
Dopo due stagioni a Cantù, ritorni in Italia alla Scavolini Siviglia. Hai avuto la fortuna di essere ingaggiato da club stimati, conosciuti, rispettati. Quale è il tuo obbiettivo?
“E’ vero, sono stato fortunato e ringrazio qualcuno che sta lassù. Prima di tutto vorrei dare il massimo per la mia squadra e poi avere una bella esperienza sia come persona sia come giocatore. Qui si gioca ad alto livello, ci sono allenatori molto preparati”.
Hai preferenze di utilizzo? Meglio ala forte o centro?
“Non è importante, io giocherò e mi impegnerò al massimo dove vorrà l’allenatore. E se l’allenatore mi chiederà di tirare dalla grande distanza, lo farò. Sono in grado di farlo”.
Conoscendo Lydeka, pensi di potere giocare al suo fianco, soprattutto adesso che manca Cusin?
“La decisione spetta al coach e io non so ancora come gioca la squadra, perché ho visto qualche immagine, ma non un video completo. Posso dirvi, però, che so che i tifosi di Pesaro e Cantù sono gemellati”.
Un giudizio sul campionato italiano?
“E’ uno dei migliori d’Europa, non ho alcun dubbio. Ci sono buonissimi giocatori, grandi allenatori ed eccellente organizzazione. Mi chiedete un paragone con quello lituano? E’ sempre difficile farlo. La differenza esiste, a favore del campionato italiano, ma sicuramente il nostro livello sta migliorando”.
Come raccontavamo all’inizio, Arminas Urbutis gioca a basket da sempre, ma da professionista è solo al terzo anno. Prima, però, lontano da casa, non era pagato ma viveva per la pallacanestro.
“E’ stata una mia scelta, mi piace vivere in questo modo. E l’esperienza sia al liceo sia all’università è stata davvero grande”.
Coach Dalmonte lo ha presentato come un “piccolo Tau Lydeka”: d’accordo?
“Se lo dice il coach, non posso contraddirlo, devo andare d’accordo”.
Dovesse esordire a Milano, si troverebbe davanti una squadra che vive un momento difficile, ma è sicuramente un grande club.
“Non ho dubbi. E mi auguro che possa essere una grande partita per noi”.
L’ingaggio di Urbutis è figlio dei buoni risultati, della striscia vincente?
“Questa – replica sdegnato Montini – è una società seria, equilibrata, con una proprietà che non si fa prendere la mano dai risultati. Non è che se vinci prendi tutto e se perdi non fai niente. Si esaminano le necessità e si decide cosa fare”.
Novità sul prestito di Traini?
“Trattative così non durano qualche ora” commenta Montini.
La presentazione di Urbutis ha consentito anche di parlare degli acciaccati. Intanto, Lydeka sa meglio, è sfebbrato e oggi ha pranzato con il connazionale appena arrivato. Cusin, invece, dovrebbe rientrare dopo la sosta, perché non si intende forzare il recupero. Il centro friulano si era infortunato a Sassari e dopo il recupero aveva voluto giocare contro Bologna, subendo uno stiramento. Si vuole evitare di anticipare la guarigione e rischiare uno strappo. Appare evidente che salterà la partita di domenica a casa Scariolo, in procinto di ingaggiare Ernest “J.R.” Bremer, play-guardia con passaporto bosniaco in forza al Krasnye Krylya Samara dopo avere giocato in tutto il mondo, dai Boston Celtics ai Cleveland Cavs, dai Golden State Warrios a Biella.
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