La protesta degli autotrasportatori si ferma a Pesaro

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25 gennaio 2012

Problemi nei centri commerciali per l’approvvigionamento di prodotti freschi e frutta. Alcune aziende costrette a lavorare a ritmo ridotto

 

PESARO – Dopo il casello di Fano, quello di Pesaro. La protesta degli autotrasportatori, contro il caro carburante e l’aumento costante dei costi dei pedaggi autostradali, questa mattina ha invaso l’entrata del casello di Pesaro. Non si sono registrati problemi alla normale viabilità (erano comunque presenti sia il personale della polizia municipale che dei carabinieri). I disagi, invece, s’iniziano ad avvertire per effetto domino nei centri commerciali, specialmente nell’approvvigionamento del settore ortofrutticolo e nelle categorie dei prodotti freschi. Non solo: per i prossimi due giorni alcune aziende pesaresi lavoreranno per questo a marce ridotte chiudendo, momentaneamente, diversi uffici. E’ il caso, ad esempio, della Pica.

Noi chiediamo il rimborso sulle accise e sul gasolio – hanno spiegato gli autotrasportatori autonomi, sia chi aderisce sia chi non aderisce ad associazioni di categoria – Lo hanno altri settori, lo vogliamo anche noi. Anche le industrie hanno dei rimborsi specifici. Oggi non stiamo scioperando, noi non stiamo andando a lavorare. Ci sentiamo abbandonati e presi in giro. Siamo qui singolarmente: siamo arrivati al punto che non abbiamo i soldi per andare a lavorare. Noi lavoriamo col gasolio: su un euro e 80 di gasolio, paghiamo tasse su tasse. Chiediamo un rimborso, un gasolio professionale, per poter lavorare: anche se ci potessero ridare 30 centesimi per noi sarebbero circa 9.000-12.000 euro all’anno. Uno stipendio, che ora non abbiamo più, che rimane. Quanto continueremo? Ripeto: questo non è uno sciopero, noi stiamo qui perché non abbiamo i soldi per poter lavorare. Cosa diciamo agli autotrasportatori che passano qui? Che devono fare sciopero come noi, non blocchiamo nessuno ma invitiamo a stare con noi. Anche per rispetto della nostra situazione. Siamo tutti nella stessa barca: stiamo lavorando con costi superiori a quello che produciamo. Alcuni ci capiscono, altri no. Ma quelli che stanno con noi e si sono uniti a noi sono sempre di più“.

Duro Giampiero Naspini, presidente della Catef Coop Art trasportatori ed escavatoristi Fanesi, attacca le associazioni di categoria: “Non ci sono vicine, stanno fanno finta di non capire”. E poi ancora: “Non siamo “selvatici” ma solo gente che non è più in grado di lavorare per via dell’aumento di gasolio, autostrada e gomme, il cui prezzo è salito addirittura del 30%. Controllate quei camionisti che non si sono fermati con noi“.

 

LA PROTESTA DEGLI AUTOTRASPORTATORI AL CASELLO DI PESARO

 

 

 

 

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