di Redazione
28 gennaio 2012
CHATEAU D’AX URBINO – REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA 0-3
CHATEAU D’AX URBINO: Djerisilo, Mc Namee, Garzaro, Van Hecke, Blagojević, Skorupa, Devetag, Gentili, Sirressi (L), Crisanti, Tirozzi, Faucette. All. Salvagni
REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA: Pachale, Mazzocchi (L), Davis (L), Leggeri, Turlea, Dall’Igna, Nicolini, Callegaro, Lehtonen, Cella, Kajalina, Malvestito. All. Marchesi
ARBITRI: Braico e Zucca
NOTE: parziali: 21-25; 18-25; 21-25

I Fedelissimi tifosi della Robur Tiboni (foto Marco Giardini)
MODENA – Il sogno di Urbino si spegne in tre set. A contendere la Coppa Italia alla Yamamay Busto Arsizio sarà la Rebecchi Nordmeccanica Piacenza.
I tifosi di Urbino ci credono, a modo loro magari, ma ci credono: “Non suced… mò se suced…”. E ricordano perché la Chateau d’Ax è a Modena: “Essere Urbino = non mollare mai”. Le ragazze di Salvagni lo dimostrano nel difficilissimo primo set, quando vanno sotto 23-15. Altre squadre si arrenderebbero, pensando già al set successivo. Loro no. Lottando su ogni palla (e il rimpianto è perché non l’abbiano fatto subito…) recuperano punto dopo punto, costringendo Marchesi – che è ex sia di Urbino che di Pesaro – a fermare il gioco quando, con Ilaria Garzaro alla battuta, la Chateau d’Ax si porta sul 18-23. E non è finita. Dopo uno scambio durato un… set, Jelena Blagojević segna il 21° punto ducale. Pachale non concede ulteriore confidenza e chiude 25-21.
Oggettivamente, Piacenza, che ha un muro infinito, mostra qualcosa di più. E anche il secondo set prende la strada per il nord Emilia: 16-10 Rebecchi al secondo time-out tecnico. Salvagni prova anche Faucette al servizio. Ma quando Turlea mette a terra il punto 19 (a 13) si capisce che la serata urbinate è tutta in salita. Anche perché arrivano subito altri due punti per la Rebecchi Nordmeccanica. Piacenza gioca bene, sembra avere fatto un salto di qualità. Anzi è stata protagonista di una crescita incredibile, ripensando al 3-0 subìto a Pesaro, alla sua vittoria difficile e solo al tie-break contro la Scavolini. Ma a Salvagni manca maledettamente Ivana Djerisilo, perché Lise Van Hecke accusa tutta l’inesperienza di una diciannovenne. E Ivana va sul taraflex, con tutta la grinta di cui è dotata. E ancora una volta, però, quando le piacentine sono a meno due dal traguardo, arriva la reazione d’orgoglio, di cuore, delle ducali. E nuovamente Marchesi deve fermare il gioco con un time-out discrezionale (23-18). Ha ragione, perché prima Lehtonen e poi Nicolini gli regalano il 2-0.
E quando – terzo set – anche Imma Sirressi subisce un ace (Nicolini) per il 14-9 piacentino, l’ostacolo sembra più grande di quanto ipotizzabile. Non è un caso, quindi, che Piacenza si sia qualificata per la semifinale andando a espugnare Villa Cortese. Forse, dopo la bella quanto sofferta vittoria su Bergamo, ci si era illusi (più all’esterno che all’interno, crediamo) che a Modena si sarebbero confermati i valori del campionato. L’unico valore che non crolla è quello del cuore della squadra di Salvagni. Torna Van Hecke. Blagojević va al servizio e piazza subito un ace (15-17). Marchesi ferma ancora una volta il gioco. Il turno al servizio di Garzaro illude, Piacenza commette qualche errore, ma un attacco (pre)potente di Turlea cancella i sogni urbinati: 21-25. In finale ci va – con merito – Piacenza.
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