2 febbraio 2012
PESARO – Con la Scavolini Siviglia ferma per il suo turno di riposo – prossima partita in programma Pesaro – Cantù domenica 12 febbraio ore 18.15 – si ha l’occasione per approfondire i numeri di queste 18 partite disputate dalla Vuelle, confrontandoli con le altre squadre del campionato.
Dovendo fare una sintesi, Pesaro difende benissimo, costringendo gli avversari a percentuali scadenti, recupera molti palloni e tira bene da due. I problemi nascono dalla poca pericolosità a rimbalzo, soprattutto offensivo, dalla cattiva percentuale da tre punti e dalla difficoltà generale a produrre punti.
PUNTI REALIZZATI: (74,1 a partita – 14° posizione) Pesaro è l’unica squadra del gruppo di testa ad avere un saldo negativo fra punti fatti e subiti, non ha mai segnato più di 86 punti e non ha mai vinto un incontro con più di dieci punti di margine, fattore negativo quando si dovrà fare i conti con la differenza canestri per gli scontri diretti. Tanti i motivi per la scarsa vena offensiva biancorossa: scarsa percentuale da tre e ai liberi, l’ultimo posto a rimbalzo, ma soprattutto la Scavolini Siviglia è la penultima squadra nel numero di tiri tentati – appena 54 a serata – segnale di una difficoltà generale nel prendersi un tiro nei primi secondi dell’azione e nello sviluppare il gioco in contropiede. (Max punti realizzati: 86 contro Bologna – min. 58 contro Venezia).
PUNTI SUBITI: (74.6 a partita – 4° posizione) La difesa è la chiave principale del terzo posto in classifica della Vuelle, non ha mai subito più di 84 punti e soprattutto è la squadra che fa tirare peggio le avversarie, concedendo solamente il 29,9% da 3 e il 42,9% da 2, statistiche in cui Pesaro è entrambe prima. Diamo atto a Dalmonte di essere un ottimo preparatore delle partite, studiando gli attacchi avversari e non concedendogli troppi canestri facili. Anche la decisione di andare poco a rimbalzo offensivo contribuisce a un pronto rientro difensivo, evitando di prendere canestri facili dai contropiedi avversari. La principale difficoltà nasce nel marcare le ali grandi avversarie, con Jones non sempre attento sui due lati del campo e Flamini che cerca con fatica di contrastare giocatori più potenti, positivo in questo senso l’arrivo di Urbutis, (Max. punti subiti 84 contro Sassari – min. 66 contro Cantù).
RIMBALZI: (31.6 a partita – ultima posizione) Quello dei rimbalzi è un problema che ha sempre caratterizzato la squadra di Dalmonte fin dall’anno del suo arrivo a Pesaro. Si sperava che l’arrivo di Jones risolvesse in parte il problema e il buon Jumaine sta facendo ampiamente il suo dovere – con 7.2 di media è il sesto rimbalzista del campionato – ma avere come pivot la coppia Cusin e Lydeka, che per loro caratteristiche non saranno mai giocatori da doppia cifra, non aiuta Pesaro nella lotta sotto i tabelloni. Se in difesa i pesaresi reggono abbastanza, è nei rimbalzi in attacco il deficit più grave: la Scavolini Siviglia è ultimissima, con appena 7,4 di media. A memoria, in 18 incontri, non ricordiamo di essere riusciti a mettere a segno più di 5/6 tap-in, sapere che un giocatore come Brunner era sul mercato, crea dei grossi rimpianti, anche se sappiamo che lo svizzero non era alla nostra portata per questioni di budget. Come tutte le fasi del gioco, anche andare a rimbalzo, non é solo questione di uomini, ma anche di allenamento costante e di giusto posizionamento in campo. Si spera che il rientro di Cusin e l’ingaggio di Urbutis serviranno per migliorare leggermente nella lotta sotto i tabelloni.
TIRO DA 2 PUNTI: (54,4% – terza posizione) Altro fattore importante nella positiva stagione pesarese è la buona percentuale nel tiro da due, soprattutto da dentro l’area, grazie al modo di giocare di atleti come Hackett e White, che preferiscono rinunciare al tiro da fuori e cercare le penetrazioni, per attaccare agevolmente il ferro o creando buoni scarichi per i compagni. Cusin e Lydeka, pur con qualche “rigore” di troppo sbagliato, sono abili a trasformare in due punti i passaggi ricevuti, mentre Jones non sempre riesce a segnare, dopo essersi girato sul piede perno. L’abilità di un coach sta anche nello sfruttare le caratteristiche dei giocatori a disposizione e Dalmonte sa di non disporre di grandi tiratori, sfruttando maggiormente l’area colorata.
TIRO DA 3 PUNTI: (32% – 14° posizione) Alla fine il miglior tiratore della squadra è Hickman, che si prende il compito negli ultimi minuti di provare a risolvere gli incontri col suo tiro pulito e veloce, il problema è che ormai anche gli avversari hanno capito, non concedendogli più conclusioni facili. Ad abbassare la percentuale contribuiscono pesantemente il 5 su 33 di Hackett e il 29% di Cavaliero. Anche White non ha nel tiro da tre la sua arma principale, mentre i siluri da otto metri di Jones continuano ad andare a sprazzi come da tradizione. Sarebbe servito un “quattro” con più tiro da fuori di Urbutis, per migliorare nel tiro dalla distanza, ma il compito di Dalmonte è riuscire a creare più conclusioni pulite, piedi per terra.
TIRI LIBERI: (72,1% – 12° posizione) Dopo un inizio disastroso, è migliorata la percentuale pesarese dalla lunetta. Non abbiamo giocatori da 50% scarso, come Williams e Pasco tanto per fare due nomi, ma neanche tiratori superaffidabili come Mazzarino o Becirovic, I migliori sono Jones e Hickman. Il tiro libero è, più di tutto il resto, la cartina tornasole della tranquillità di una squadra e appena Pesaro ha ricominciato a vincere, sono aumentate le percentuali dalla linea della carità. Si può migliorare ancora qualcosa per avvicinarsi almeno al 75%.
STOPPATE: (2,1 a partita – 7° posizione) Pesaro era prima nelle stoppate fino all’infortunio di Marco Cusin, che continua a primeggiare la classifica individuale. Col rientro del pivot friulano, la Scavolini Siviglia tenterà di tornare a primeggiare in questa statistica, non fondamentale, ma utile per allontanare gli avversari dal ferro.
ASSIST: (11.6 a partita – 14° posizione) Gli assist sono la statistica più aleatoria, perché cambiano i sistemi di rilevazione da campo a campo. Pesaro non dispone più di un play da 5 assist a serata, come potevano essere Collins e Green nelle scorse stagioni, ma anche “solisti” come White riescano a dare il proprio contributo. Avendo diversi atleti abili nell’uno contro uno non sarà un compito facile migliorare in questa statistica.
RECUPERI: (10,7 a partita – 4° posizione) Non bisogna pensare che i recuperi siano solo le palle rubate agli avversari per un facile contropiede. Contribuiscono alla statistica anche gli sfondamenti subiti, con conseguente palla persa dagli avversari, ed è proprio qui che si rendono molto utili giocatori come Hackett – 3° assoluto con 2,6 di media – e Flamini, abilissimi nel subire il contatto per convincere gli arbitri a fischiare sfondamento.
PALLE PERSE: (17.5 a partita – 2° posizione) Altro settore dove si deve migliorare sensibilmente. Troppi i palloni gettati al vento a causa di qualche forzatura in entrata e nel servizio ai pivot, Cusin e Lydeka, poco pericolosi nel gioco spalle a canestro, devono essere serviti in velocità sugli scarichi, operazione il più delle volte rischiosa. Anche lo stato confusionale di Cavaliero fa alzare il numero di palloni persi, con il triestino in difficoltà a leggere il gioco.
FALLI FATTI: (20.7 a partita – 15° posizione) La stagione era iniziata, con James White in cima alla poco nobile classifica dei falli individuali commessi, stranezza subito rientrata per un giocatore che per la difesa non è mai stato famoso. Sicuramente non avere a disposizione una panchina lunghissima, ha responsabilizzato la squadra a non sprecare inutili penalità per rimanere in campo il più possibile. Va dato merito comunque a Dalmonte e allo staff, di aver messo in piedi una buona difesa, senza far vedere agli arbitri l’eccesivo uso del contatto fisico.
FALLI SUBITI: (24.1 a partita – 1° posizione) Pesaro è la squadra che subisce più falli di tutte e, di conseguenza, è la formazione va in lunetta il maggior numero di volte (24 a serata). Hackett ne subisce 5.7 di media, seguito da White (4.6) e Hickman (4.2). Bravissimi nel cercare il contatto, se sprecassero qualche libero in meno, tutta la squadra ne gioverebbe.
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