Due fratelli pesaresi: “Noi prigionieri del treno nella bufera”

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3 febbraio 2012

 

Treno nella neve

Un treno nella neve

di Roberto Terenzi

PESARO – Fra i 600 circa passeggeri dell’Intercity 615 Milano-Taranto bloccato per ore dalla tormenta di neve fra le stazioni Forlì e Cesena vi erano numerosi pesaresi. Fra questi una studentessa ventenne – Chiara Marchesi – che tornava dall’Università di Bologna, accompagnata dal fratello Raffaele, di 28 anni, dopo aver dato un esame. Dalle loro dichiarazioni paiono quasi dei prigionieri o sfollati di guerra, con tutto il loro rispetto. Con le porte automatiche chiuse per ragioni di sicurezza, e finestrini chiusi, privi di riscaldamento e pure con poca aria. Erano in parecchi a prendere boccate d’ossigeno da alcune piccole aperture esterne o dai “vasistas” sigillati aperti con fatica con appositi attrezzi.

Senza bere, senza mangiare, imprigionati negli scompartimento del treno, massimo ci si poteva accalcare nei corridori super-affollati”, raccontano Raffaele e Chiara Marchesi. “Che dire dei soccorsi – si chiede il giovane pesarese –? Sono arrivati con un certo ritardo se vogliamo essere sinceri, ma la situazione era proprio di emergenza. Addirittura hanno dovuto farsi un varco spalando mucchi di neve accumulatasi dalla forte bufera. Eravamo proprio in aperta campagna, non era agevole venirci in aiuto. Accanto a me vi era un signore russo che aveva effettuato parecchie tratte della Transiberiana: ha detto che mai si era trovato in frangenti simili. Tutto per fortuna, si è concluso felicemente”.

Stanchi, affamati, infreddoliti ma incolumi, i due fratelli sono ritornati al tepore della loro abitazione solo all’una della mattina, dopo che erano partiti alle 13 da Bologna. Un estenuante e interminabile viaggio raccontato subito in diretta da una giornalista di TgCom presente sul treno che ha fatto subito il giro d’Italia.

Una vera odissea di ben 12 ore per percorrere solo 120 chilometri di rotaie. Questa volta sì che si può affermare la fatidica frase: “I treni non sono mai in orario…”.

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