Dopo il derby: premio partita alle Colibrì, un giorno libero

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17 febbraio 2012

PESARO – La mattina dopo Luciano Pedullà è ancora immerso nel volley. Il coach pesarese, smaltita l’adrenalina per il successo – meritato – in rimonta nel derby, è al lavoro in vista del prossimo impegno, ancor più difficile, contro Villa Cortese reduce dall’ennesima delusione al cospetto della Norda Foppapedretti Bergamo che ha portato a casa anche la Supercoppa.

Il filmato della sfida di Monza al setaccio di coach Pedullà, mentre le colibrì riposano.

Scavolini volley-Chieri 12 Luciano Pedullà

Luciano Pedullà. Foto Davide Gennari

“Avevo promesso loro un giorno libero in caso di vittoria, il successo è arrivato e sono ben lieto di accontentarle…”.

Pedullà soddisfatto, a caldo e nella riflessione del giorno dopo.

A caldo aveva esaltato la reazione delle colibrì, che da Penelopi si sono trasformate in Amazzoni.

“Le mie ragazze sono state delle guerriere. L’aspetto più positivo è che hanno saputo reagire e rimontare superando una squadra giustamente famosa per la combattività. Cosa è cambiato dopo il secondo set? Che abbiamo difeso meglio, mostrando la grinta che ci serve e che era mancata in altre partite…”. Forse ogni riferimento alla sfida di Champions League con Bergamo non è per niente casuale.

Coach, deve sapere che il suo intervistatore aveva giurato a se stesso – durante il quinto set – che se la Scavolini avesse perso la partita, avrebbe rinunciato a seguire ancora il volley femminile.

Coach Pedullà ride…

Un pensiero da tifoso, che non dovrebbe appartenere al cronista, ma vedere una squadra dominare e rischiare di perdere è stato troppo. Più che di Penelopi, bisognerebbe parlare di autolesioniste. La storia del derby _ che oggettivamente Urbino ha giocato in condizioni di inferiorità, perché non ha potuto utilizzare il campo amico ed è ancora priva di Ivana Djerisilo – racconta che Pesaro è sempre stata avanti ai time-out tecnici. Nei 127 minuti (e non 120 come scritto in cronaca) Pesaro avanti 8-6 e 16-15 nel primo set; 8-3 e 16-12 nel secondo; 8-4 e 16-8 nel terzo; 8-6 e 16-15 nel quarto. Solo una volta, a quota 21, è stata avanti Urbino: nel primo, poi vinto dalle ducali ai vantaggi. Negli altri sempre vantaggi esterni: 21-17 nel 2°; 21-16 nel 3°; 21-17 nel 4°. Addirittura clamorosi i margini nel tie-break: 5-3; 10-5; 12-6. Poi la sofferenza. Ma ancora una volta si conferma il detto americano: “no pain, no gain”. Se non soffri, non vinci. Forse sarebbe stato meglio soffrire meno. E soprattutto evitare di subire rimonte imbarazzanti.

Vero è che la ricezione non aiuta gli altri fondamentali, tanto che il confronto iniziale con la Chateau d’Ax è stato impari: per le urbinati, ricezione perfetta nel primo set 84% contro il 29% delle colibri; 75% a 20% nel secondo parziale; 57% a 21% nel terzo. Poi – complice un calo del servizio urbinate – la Scavolini è cresciuta: 64% pari nel quarto, 64% a 42% nel quinto. Malgrado una ricezione che ha obbligato Ferretti a una maratona (le compagne la fanno correre così tanto che potrebbe andare alle… Olimpiadi di Londra), l’attacco ha tenuto botta e ha dato una spinta al successo (47% a 39% per le biancorosse), così come l’efficacia al muro (15 a 7). In questo contesto, è doveroso spendere due parole per Elisa Manzano, a lungo anonima, strepitosa nel 5° set, come Okuniewska. Le due centrali hanno lavorato bene e sono state preziose.

Il rammarico è non avere portato a casa i tre punti…

“Ma io – replica Pedullà, che pure era fiducioso di vincere la partita – non considero un punto perso quello lasciato a Urbino. Sono due punti guadagnati che ci consentono di guardare con maggiore fiducia alle prossime sfide interne con Villa Cortese (domenica, ore 18) e Novara (mercoledì 22, ore 20,30). Abbiamo necessità di fare punti per migliorare la nostra classifica”.

A fine partita, abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con la brava Jelena Blagojević, la serba della Chateau d’Ax che giovedì sera più che mai si è sentita orfana della connazionale Ivana Djerisilo.

“Sai, con Ivana hai la certezza che nei momenti chiave, nei punto a punto finali, lei mette giù la palla, sempre!”.

Che poi è anche la giocatrice che finora è mancata alla Scavolini, che avanti prima di 6 poi con 4 match-ball ha avuto il braccino. Fino a quando Alix Klineman non ha ricordato di essere la “go to guy” della situazione e ha chiuso la sfida. Soffrendo più del dovuto, ma l’ha chiusa.

Ah, se qualcuno in casa Robur è scaramantico, segnaliamo che a Montecchio era presente il fidanzato di Maren Brinker. Con lui in tribuna, la Scavolini vince sempre. A proposito della tedesca: ha giocato un grande partita, attaccando con buona percentuale (52%), senza errori nei 28 servizi insidiosi che hanno fruttato anche 4 ace. Ora – nel pieno rispetto delle opinioni altrui – che Maren sia stata giudicata la sesta migliore giocatrice della partita ci sembra a dire poco strano.

“Maren viene da Stoccarda, che oggettivamente non è una grande squadra. Giocare nel nostro campionato la sta facendo crescere, i suoi miglioramenti sono evidenti, partita dopo partita” è il commento di coach Pedullà, a sua volta perplesso per i giudizi poco positivi sulla prova della tedesca nel “derby della neve”.

Luciano Murgia 

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