di Redazione
17 febbraio 2012
PESARO – Costa davvero troppo riconoscere i meriti degli avversari? E’ così difficile dire bravo a chi ti ha superato, anzi dominato, sia in difesa che in attacco?
Ogni riferimento ad Andrea Mazzon non è per niente casuale. Il coach veneziano si è preoccupato più di sminuire la prova della sua squadra. Come a dire: “fossimo stati quelli di sempre… sarebbe finita in altro modo”.
“Ovvio che dispiaccia avere perso, ma più che per la sconfitta sono deluso dal modo in cui abbiamo giocato, senza la spensieratezza che ci ha contraddistinto in questi sei mesi, per la mancanza di tranquillità mentale. Sembravamo impauriti dall’evento, che per noi è una novità assoluta. Siamo rimasti schiacciati dall’inesperienza, dall’ansia di dover dimostrare qualcosa. Abbiamo rifiutato tiri che solitamente prendiamo, questa paura non fa parte del nostro carattere. Vedremo di mettere a frutto gli insegnamenti di questa partita perché già tra nove giorni affronteremo di nuovo Pesaro”.
E quando gli hanno parlato del pick and roll rotto dalla difesa pesarese, Mazzon è sembrato quasi infastidito. E così sulla domanda sul quintetto iniziale con Magro solitamente non gioca. Mazzon l’ha spiegato con l’assenza di Fantoni e i guai recenti di Tamar Slay. Da sottolineare che Pozzecco, che come quando giocava è diretto e non si nasconde dietro giri di parole, ha stigmatizzato la scelta, mentre Valerio Bianchini – esperto de LA7 – ha illustrato benissimo, con l’uso delle immagini, i meriti di Dalmonte e della sua squadra, capace appunto di evitare la trappola del pick and roll tra Clark e Szewczyk e soprattutto di non subire, come in campionato a Pesaro, la zona 3-2 match-up dell’Umana.
Logico, allora, applaudire la Scavolini Siviglia e la preparazione della partita fatta da Dalmonte e dai suoi collaboratori.
“Sono molto soddisfatto della risposta ricevuta dalla squadra, perché per tre settimane abbiamo fatto solo allenamenti senza giocare. Capite che non è facile lavorare per così tanto tempo senza avere in mente un impegno agonistico. I ragazzi sono stati bravissimi. Credo che al di là delle cose fatte sia importante come i giocatori le abbiano eseguite, con una grande presenza, attenzione e personalità. Per un allenatore sono motivi di soddisfazione”.
Stanno per scendere in campo Avellino e Cantù: chi vorrebbe affrontare domani sera?
“Non sono in grado di dare una risposta. Sono entrambe fortissime, anche se è evidente che mi intriga molto affrontare Cantù in semifinale. E’ più intrigante, però, che noi ci siamo qualificati”.
Analoga soddisfazione esprime Daniel Hackett, per seguire il quale è arrivato anche papà Rudy. Una rimpatriata anche con Valerio Bianchini, del quale Rudy è stato assistente nella Scavolini.
Partiamo dalla fine: Daniel ha chiesto ai tifosi pesaresi di andare numerosi a Torino e – dai microfoni de LA7 – non ha mancato di salutare il Circolo Morselli.
“Lavorando intensamente durante la stagione, abbiamo capito che la squadra ha il talento per giocare partite solide, costanti e facendo vedere un po’ di spettacolo, cosa che non fa mai male”.
Vero, verissimo: finora i quarti di finale hanno mostrato solo una squadra solida in attacco e in difesa, capace di offrire anche una bella pallacanestro. La Scavolini Siviglia vista stasera, a prescindere da quel che accadrà domani, merita solo applausi. E magari un buon seguito. Di sicuro ci sarà ancora un pullman dell’Inferno Biancorosso, ma siamo in attesa di un comunicato ufficiale della società che pubblicheremo al più presto.
l.m.
Ma dove sono finiti quelli che volevano cacciare l’allenatore?