Coppa Italia, Siena in finale oltre i propri meriti

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18 febbraio 2012

MONTEPASCHI SIENA – EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 67-65

MONTEPASCHI: McCalebb 16, Zisis 1, Andersen 25, Lavrinovič 9, Carraretto, Thornton 4, Ress, Michelori, Lechtaler ne, Stonerook 2, Aradori 2, Moss 8. All. Pianigiani.

EA7 EMPORIO ARMANI: Giachetti ne, Mancinelli, Hairston 13, Fotsis 15, Cook 6, Nicholas 3, Rocca 11, Filloy ne, Bourousis, Melli 5, Bremer 3, Gentile 5. All. Scariolo.

NOTE: parziali: 21-12; 13-20; 13-13-; 20-20. Statistiche di squadra: Montepaschi: falli fatti 15, subiti 19; tiri da 2 21/34, tiri da 3 5/20, tiri liberi 10/15; rimbalzi offensivi 4, difensivi 27; palle perse 15, recuperate 8; assist 9; valutazione 74. EA7 Emporio Armani: falli fatti 19, subiti 15; tiri da 2 18/39, tiri da 3 8/30, tiri liberi 5/5; rimbalzi offensivi 16, difensivi 27; palle perse 15, recuperate 10; assist 18; valutazione 71.

Scavolini Siviglia-Milano, Sergio Scariolo

Sergio Scariolo, niente finale (foto Giardini)

TORINO – Vince Siena (67-65), aggrappandosi a ogni energia difensiva nel momento in cui una finale aperta dominando ha rischiato di scapparle di mano. Perde Milano che paga l’avvio indecente, un approccio non adatto a una squadra di rango.

Le mani della Dea Kali – nel senso che Siena difende con tutto quello che ha – s’attorcigliano attorno all’attacco di Milan, che sbanda e rischia di finire presto fuori dai giochi. La Mens Sana tira con precisione chirurgica (se si esclude lo 0/3 dalla linea dei liberi) con un 9/14 che propizia subito un allungo in doppia cifra. L’Olimpia replica con 18 tiri tentati e solo 5 realizzati. Siena difende il castello e obbliga Milano a cercare fortuna dalla lunga distanza, inutilmente. Bourousis è prigioniero di Andersen, Cook di McCalebb. Una sola squadra in campo. Poi Scariolo cerca risposte dalla panchina, con Rocca, debilitato da influenza. Niente da fare. Gli va meglio con i due italiani, quelli più giovani: Gentile e Melli. E’ la loro faccia tosta, unita alla voglia dell’ex Hairston di farsi rimpiangere in Toscana, a cambiare volto alla prima semifinale. Dal 30-17 al 34-32 del riposo lungo, con Milano che recrimina per il canestro annullato a fil di sirena a Fotsis, che onestamente impiega più dei due decimi segnalati dal tabellone per correggere a canestro la rimessa da fondo campo di Cook. Peccato che l’instant replay dimentichi di verificare che quando Ress ha mandato sul fondo la palla del contropiede meneghino mancassero ancora 1 secondo e 30 centesimi. Alla faccia della tecnologia. E con un pensiero nel prendere atto della decisione: non succerà, ma se dovesse succedere che Milano perda di un solo canestro…

Si va al riposo con Siena che conserva il vantaggio, ma, purtroppo per Milano, la pausa arriva troppo presto, impedendo alla squadra di Scariolo di proseguire un trend positivo soprattutto in difesa. All’intervallo, Andersen ha 15 punti, migliore realizzatore della sfida, Hairston è a quota 11, Gentile a 9. Solo che Milano tira malissimo (4/14 da 3), anche se recupera buoni rimbalzi in attacco e ha un grande contributo dalla panchina.

Il terzo quarto è equilibrato, come racconta il punteggio parziale. Il quarto periodo inizia con il pareggio di Mason Rocca che capitalizza l’ennesimo rimbalzo offensivo. Subito dopo Milano prova a dare una svolta con una tripla di Fotsis che è anche il primo vantaggio applaudito dal proprietario Giorgio Armani. Pianigiani non concede ulteriori confidenze, ferma il gioco e ripropone Andersen con Lavrinovič e il controsorpasso è immediato, grazie anche a McCalebb che ruba una palla preziosa dalle mani di Melli, nell’occasione assai più che disattento. Il play americano subisce fallo ma sfrutta a metà l’opportunità dalla linea (60-56), regalando comunque un vantaggio importante in una partita dal punteggio basso. Rocca – immenso – vola a canestro, subisce fallo e non trema dalla lunetta (60-59). E subito dopo un tiro dalla grande distanza realizzato da Bremer riporta avanti l’Olimpia: 60-62. Moss restituisce il più 4 dalla lunetta (66-62), ma Bremer centra una tripla di platino. Lavrinovič pareggia dalla lunetta grazie a un’invenzione di Paternicò che in una partita dove tutto è stato consentito punisce Fotsis reo di avere subìto i gomiti del lituano. Milano perde palla per 5 secondi fischiati ad Hairston. McCalebb sorpassa ancora. La semifinale tra le due corazzate del basket italiano si decide in volata. Milano fallisce una tripla (Bremer) e poi cerca il fallo per mandare in lunetta Moss, perfetto dalla linea della carità: 66-62. Cook cerca e trova la tripla della speranza: 66-65. Poi Milano manda in lunetta Zisis, che segna solo il primo tiro libero; sul secondo fallito cala il sipario. Vince ancora una volta Siena, ma Milano ha mille e più motivi per recriminare, ad iniziare da tiri liberi tentati per proseguire dal canestro annullato alla fine del primo tempo. Prima di tutto però deve riflettere sui troppi errori al tiro e sull’assoluta mancanza di personalità di alcuni giocatori sui quali è stata costruita la squadra. In primis, Bourousis e Nicholas.

L.M.

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