di Redazione
20 febbraio 2012
FOSSOMBRONE – La FP-CGIL di Pesaro e Urbino, con Lanfranco Biagiotti, denuncia la difficile e assurda condizione del laboratorio analisi dell’ospedale di Fossombrone la cui agonia è cominciata a luglio dello scorso anno a causa delle limitazione al turn over del personale e al blocco delle assunzioni. L’Asur ha pensato di non utilizzare l’istituto contrattuale della pronta disponibilità dei tecnici di laboratorio analisi per le urgenze dei giorni prefestivi, festivi e notturni, sostituendola con l’introduzione di una figura, chiamata “camminatore” (il nome non tragga in inganno, in realtà, per fortuna, è fornito di automezzo n.d.r), cioè “un commesso che trasporta materiale da un ospedale all’altro”, in questo caso adibito al trasporto di provette di sangue.
Il “camminatore”, di norma, è un dipendente reperibile alla propria abitazione che, una volta allertato, si reca all’ospedale di Fano da cui parte per andare a Fossombrone, prendere le provette e consegnarle al laboratorio analisi dell’ospedale di Fano, dove si provvederà ad effettuare l’esame. Tempo necessario per l’operazione circa un’ora e mezza, due ore.
Dal mese di marzo questo sistema dovrà funzionare anche a copertura del turno pomeridiano dei tecnici di laboratorio. Per fare un esempio se un cittadino di Fossombrone che si reca al Punto di Primo intervento in un qualsiasi pomeriggio perché si sente male, oppure è ricoverato, se il medico in di turno riterrà opportuno effettuare delle analisi urgenti, con la futura organizzazione la risposta si avrà dopo 1 ora e mezzo se va bene.
“Siamo convinti che per i cittadini questa situazione non sia accettabile – dice Lanfranco Biagiotti della Fp Cgil – ci rifiutiamo di pensare che non si debba lavorare per trovare soluzioni che evitino sprechi senza pregiudicare la qualità dei servizi da garantire all’utenza. E tutto questo può avvenire solo intervenendo su un intero sistema. La Fp Cgil inoltre, ancora una volta denunica i danni prodotti dai tagli lineari che ricadono sui pazienti-utenti e sui dipendenti, imposti ai cittadini dall’alto senza averli mai annunciati né tantomeno condivisi con i rappresentanti dei lavoratori e in assenza di un quadro prospettico generale, che possa chiarire alla cittadinanza e alle parti sociali quale sarà il modello della sanità provinciale e quali i livelli qualitativi di assistenza che l’Asur intende garantire nel nostro territorio. Se queste sono le premesse è certo che alzeremo la voce e ci dovranno ascoltare”.
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