di Redazione
24 febbraio 2012
PESARO – “Che strano Paese è il nostro“. Così inizia la riflessione del direttore provinciale di Confcommercio Amerigo Varotti che si scaglia contro chi intende strumentalizzare un intero settore.
“Siamo passati – spiega Varotti – da una vergognosa campagna pubblicitaria del Ministero delle Finanze, che ha equiparato a “parassiti” i commercianti e gli artigiani, ai blitz mediatici dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza in note località turistiche per accreditare la tesi che l’evasione fiscale si combatte con il controllo degli scontrini fiscali! Siamo alla consueta ed arcinota caccia all’untore, al commerciante evasore che mette in crisi il Paese. A poco vale ribadire che già un paio di anni fa il Parlamento alla unanimità decise l’abolizione del valore fiscale degli scontrini visto che la piccola impresa paga le tasse sulla base degli studi di settore e non già sull’ammontare degli scontrini“.
“C’è bisogno di trovare il capro espiatorio – continua il direttore provinciale di Confcommercio – per cui avanti con la sceneggiata degli scontrini e del commerciante e barista evasore. Poi si scopre che ci sono migliaia di soggetti sconosciuti al fisco che evadono milioni e milioni di euro; poi ci sono finte società estere che vengono costruite per evadere ed eludere il fisco; poi ci sono i miliardi di euro esportati illegalmente all’estero e note famiglie condannate per evasione fiscale così come personaggi dello spettacolo o dello sport che eludono ed evadono ed a cui magari il fisco fa lo sconto “mediatico”. Poi si scopre che ci sono manager pubblici ed alti dirigenti dello Stato che percepiscono stipendi milionari (ed il Governo fa un decreto per “limitare” a 315mila euro lo stipendio di tali manager). Ma il parassita, l’untore, è sempre il commerciante che non rilascia lo scontrino“.
“Noi siamo contro l’evasione – chiosa Amerigo Varotti – che è, oltretutto, uno strumento di concorrenza sleale tra le imprese. Ma diamo il giusto peso ai fatti e soprattutto basta con questa demagogica criminalizzazione di un intero settore“.
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