di Redazione
28 febbraio 2012
PESARO – “Le industrie pesaresi hanno chiuso il 2011 con nuove contrazioni di produzione e fatturato: si conferma così il perdurare di una situazione incerta e difficile, che avrà riflessi nel 2012, anche alla luce dei danni procurati dal maltempo di inizio febbraio”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Pesaro e Urbino Claudio Pagliano, commentando i dati del centro studi dell’associazione relativi al quarto trimestre dello scorso anno.
Secondo l’indagine congiunturale, nel periodo ottobre-dicembre, sono risultati infatti in calo la sia la produzione (-16%), che i fatturati (-0,5%), condizionati dal segno negativo delle esportazioni (-6,1%).
“La previsione degli imprenditori sulle vendite – ha aggiunto Pagliano – sono orientate al peggioramento dell’attuale quadro congiunturale, in modo particolare sul mercato interno”.
E’ stato positivo, invece, l’andamento della cassa integrazione che ha registrato una riduzione delle ore utilizzate (-18,6%), anche se va evidenziato che è aumentata la richiesta della Cig ordinaria (+20%) a fronte di una diminuzione di quella straordinaria (-29,4%).
Tutti i settori, ad eccezione di gomma-plastica e – in parte – abbigliamento, hanno registrato contrazioni. Secondo Filippo Antonelli, presidente del gruppo Mobile, “i fatturati del settore sono in calo e il portafoglio ordini va dal mese al mese e mezzo. Siamo costretti a navigare a vista”. Dal punto di vista commerciale, il mobile pesarese ha registrato una diminuzione delle vendite sul mercato interno (-11,4%), che ha accentuato le variazioni riscontrate sul mercato estero (-7,1%). Anche l’edilizia ha mostrato segni negativi, sotto il profilo produttivo ed occupazionale.
“A Pesaro chiudono 18 imprese al mese perché non c’è mercato – ha sottolineato Gianfranco Santilli, presidente dell’Ance provinciale, la sezione costruzioni edili di Confindustria – e di conseguenza il settore perde manodopera, anche qualificata. Gli appalti pubblici sono leggermente aumentati, ma richiedono il 40% di ribassi. E poi le aree da acquistare hanno un costo molto elevato rispetto al costruito”.
Antonio Delli Carpini, presidente delle Public utilities, ha segnalato “una contrazione dei consumi di energia elettrica più significativa rispetto al resto della regione, in particolare perché i cantieri aperti nella nostra provincia sono molto pochi”.
“L’estrattivo è in grave difficoltà – ha aggiunto Giampiero Casavecchia, presidente del Gruppo – e non siamo in grado di fornire gli inerti per la terza corsia in quanto non sono stati indetti i bandi. Inoltre, la riscossione per i lavori è arrivata a 18-20 mesi”.
Problematico è stato anche l’andamento del settore della meccanica, con una produzione in calo (-4,3%), tranne che per il comparto dei casalinghi, e un fatturato con evidenti criticità (-11,3%) per la diminuzione delle vendite, molto accentuata sul mercato interno, ma riscontrabile anche su quello estero. “Per uscire da questo periodo critico – ha sostenuto Chiara Andreani, presidente del gruppo della Meccanica – le Pmi lamentano la pesantezza della burocrazia e la necessità di avere più servizi per crescere. E non va dimenticata l’importanza che rivestono la flessibilità e anche una migliore conoscenza della fiscalità internazionale”.
Una nota positiva arriva dal settore dei produttori di sacchi e sacchetti. Bianca Fiorini, presidente del settore, ha fatto sapere che “neanche in questi momenti particolarmente difficili la produzione è stata in calo”.
“La difficoltà di accesso al credito, però – ha concluso il presidente Pagliano – continua ad essere un tema molto avvertito da tutto il settore industriale, che soffre anche del ritardo dei pagamenti da parte della clientela, in particolare della pubblica amministrazione”.
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