15 marzo 2012
PESARO – Un finale di partita (3-0), tre finali di set (25-20; 25-17; 25-20) e nove parziali (8-6; 16-11; 21-18 nel primo set; 8-5; 16-10; 21-12 nel 2°; 8-6; 16-14; 21-19 nel 3°) descrivono meglio di ogni nostro commento gara 1 dei quarti di finale tra Villa Cortese e Pesaro.
Mettere piede al PalaBorsani e apprendere che Makare Wilson dovrà guardare le compagne. “Si è infortunata nell’ultimo allenamento” ha annunciato il vice presidente Sardella. Mai gioire per un infortunio altrui, ci indigna ancora l’urlo di felicità di una ragazzina che salutò l’uscita di scena di Katarina Barun, croata dell’Asystel Novara nei precedenti playoff disputati nell’hangar di Viale dei Partigiani. Era evidente, però, che l’assenza dell’americana non favoriva Villa Cortese. Non a caso, la giovane Stufi è stata la meno positiva delle lombarde, anche se ha avuto due eccellenti turni di servizio.
Quasi 400 chilometri risalendo l’A14 e l’Autostrada del Sole, provando a prevedere la sfida che due stagioni fa era la finale scudetto. Altri 400 chilometri a ritroso analizzando una debacle, una sfida che oggi rischia di essere una formalità.
Se le parole sono pietre, i numeri ancora di più. La migliore colibrì (Okuniewska, 6/16) ha attaccato con il 38%, le altre al massimo con il 30% (Brinker, a lungo “Verschwinden”, scomparsa). Ma è stata soprattutto Alix Klineman a mancare, “missing in action”, con un 27% offensivo (9/33, 4 errori e 2 muri subiti) che ha tolto alla Scavolini una carta abitualmente determinante per scardinare le difese avversarie. E se Ortolani, che aveva iniziato benissimo (6 punti nel 1° set, ma solo 1 nel 2° e 4 nel 3°) ha attaccato con il 29% (10/34, 1 errore e 2 muri subiti) per senza avere l’incombenza della ricezione, era impossibile tornare a casa con la vittoria. Che è stata sempre lontanissima dalle mani delle biancorosse, che hanno sofferto in difesa e soprattutto in ricezione. Pensate che le cifre – solitamente super – di Monica De Gennaro (62% positiva e 52% perfetta) sono state inferiori a quelle totalizzate da Villa Cortese, che ha avuto una perfetta (58%) migliore della positiva pesarese (50%).
Domanda: ma allora che senso ha andare al botteghino (venerdì e sabato) e acquistare il biglietto per assistere a gara 2? Tre risposte: 1) Perché sembra impossibile fare peggio di gara 1. 2) perché – è una frase fatta ma veritiera – ogni partita fa storia a sé. 3) Perchè uscire di scena con un secco 0-2 cancellerebbe le (poche) cose positive evidenziate nel corso della stagione.
Così, se amate il volley, non perdete l’occasione e acquistate i biglietti in prevendita venerdì (10-13 e 17,30-19,30) e sabato (10-13) nel vecchio palasport di Viale dei Partigiani e in serata direttamente al PalaCampanara.
I dirigenti e il tecnico ci credono. Sandro Sardella, vice presidente della Robur: “Credo che al PalaBorsani le ragazze abbiano imparato la lezione: se la possono giocare. Fino a che non è caduta l’ultima palla, noi ci crediamo. Le ragazze hanno a disposizione qualche giorno per riprendersi in vista di gara 2 di sabato. Mi auguro che ci credano e vogliano ritornare a Villa Cortese”. Tornate a casa a notte fonda, le ragazze hanno goduto di un giorno e mezzo di libertà. Il primo allenamento in vista di gara 2 è in programma venerdì pomeriggio a Campanara.
Mercoledì sera – al contrario di altre occasioni negative, quando era riuscito a mostrare ottimismo – coach Pedullà è apparso amareggiato, disorientato dalla risposta, anzi dalla mancata risposta delle sue ragazze, non pervenute al PalaBorsani di Castellanza.
“Sono d’accordo. Non abbiamo proprio giocato. A livello di fondamentali forse eravamo in campo, ma la squadra non ha saputo muoversi nelle situazioni più tranquille, più normali. Sono andati a terra palleggi a due mani…”. Lo abbiamo scritto in cronaca: Lucia Bosetti, in difficoltà, appoggia in palleggio nel campo pesarese e la palla cade senza che una colibrì intervenga. Tutte a guardare il 5 pari che dà l’impulso alla galoppata trionfale delle lombarde nel secondo set. Onestamente, ai limiti dell’indecenza per una squadra di serie A, soprattutto per una squadra che si chiama Scavolini e ha vinto tre scudetti nei precedenti quattro anni.
“Siamo stati distratti, mai in campo. Brave loro, in battuta e in attacco, ma grandi demeriti nostri”.
Cosa fare per ritrovare se stesse, per vincere sabato e tornare a Castellanza?
“Tutto. La mentalità, l’aggressività, la tensione, la battuta… Se non cambiamo tutto, il nostro campionato finirà sabato sera”.
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