di Redazione
26 marzo 2012
PESARO – Il popolo delle partita Iva. La crisi impone nuovi modelli di lavoro e di offerta delle proprie attitudini personali. Ma se il lavoro dipendente (soprattutto quello a tempo indeterminato), è da tempo in crisi, quello autonomo è in costante aumento, pur registrando un numero di cessazioni (mortalità), piuttosto consistente.
Al 31 dicembre 2011 erano 1.434 i professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps in provincia di Pesaro e Urbino, di cui 903 uomini e 531 donne; il 45% dei quali in età compresa tra i 35 e 49 anni, il 10% dei quali di provenienza non italiana.
E’ un popolo quanto mai variegato: interpreti e traduttori, consulenti informatici, periti assicurativi, chinesiologi, osteopati e comunicatori. Ma anche nutrizionisti, archeologi e investigatori privati, senza dimenticare designer, massaggiatori, fisioterapisti e operatori culturali, musicisti e dj. Sono i professionisti che non hanno un ordine professionale o un albo. Nell’ultimo rapporto Censis del 2010 si afferma che il numero dei professionisti in Italia è di oltre 5 milioni, di cui 1,7 milioni iscritti agli ordini e 3,8 milioni non regolamentati.
Le associazioni professionali che rappresentano le professioni non regolamentate, inserite nell’ultimo rapporto del Cnel, sono circa 200, in rappresentanza di 70 nuove professioni. Inoltre sono state censite dall’Istat ben 811 diverse attività professionali che combinandosi compongono un numero imprecisato di profili professionali.
Lo straordinario sviluppo che, anche nel nostro Paese, hanno conosciuto le attività professionali è strettamente legato ai caratteri della crescita economica nella società post industriale. Per un verso l’economia della conoscenza, per altro il diffondersi di nuovi servizi alla persona ed ai sistemi produttivi, hanno creato una inedita domanda di prestazioni che ha assunto, al di fuori di contesti organizzativi tipici della grande impresa, nella grande maggioranza dei casi un carattere di autoimprenditorialità professionale.
L’insieme di queste attività, anche molto differenziate le une dalle altre, hanno in comune alcuni tratti: la mancanza di ogni regolamentazione che ha delineato un contesto privo di garanzie per il consumatore, la netta separazione e distinzione rispetto alle professioni storiche, cosiddette “ordinistiche” (quello cioè organizzate per ordini o albi professionali, dal notaio, al medico, all’avvocato, al commercialista, al geometra, eccetera) e una forte dinamicità che con continuità presenta sul mercato nuove figure professionali e ridefinisce quelle esistenti.
Cna Professioni, nuova associazione dedicata al cosiddetto popolo delle partite Iva, nasce dalla consapevolezza che la promozione del comparto delle nuove professioni abbia bisogno di strumenti sicuramente sincronizzati con quelli del mercato con cui le professioni si confrontano. A tal fine è stata organizzata una iniziativa che si terrà a Pesaro domani, martedì 27 marzo, all’hotel Due Pavoni alle ore 18, dal titolo “Cna Professioni, per chi non ha un Ordine e ha scelto di “non prenderne”. Nel corso dell’iniziativa, che servirà a presentare l’attività di Cna Professioni, interverranno Camilla Fabbri, segretario provinciale Cna Pesaro e Urbino, Paola Travagliati, responsabile provinciale Cna Professioni sul tema “I nuovi professionisti pesaresi; caratteristiche, soddisfazioni, criticità, aspettative”. Parteciperà Gabriele Rotini, coordinatore nazionale Cna Professioni. Sono previsti i contributi di Stefania Santini, direttore del Patronato Epasa sulle problematiche inerenti la gestione separata, di Stefano Galli su quelle inerenti accesso al credito, microcredito, variazione statuto per professionisti. Le conclusioni saranno affidate a Giorgio Berloffa, presidente nazionale Cna Professioni.
Nel corso dell’iniziativa saranno resi noti i risultati di un questionario sulle caratteristiche, le criticità, le soddisfazioni e le aspettative dei nuovi professionisti pesaresi.
Obiettivo è quello di costruire, nel nostro Paese, un sistema professionale pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione Europea: quelli della conoscenza e della formazione a cui si devono uniformare tutti i soggetti che operano nel mercato. Questa è la linea sostenuta da Cna Professioni, che comprende ben 22 associazioni rappresentative di diverse categorie professionali.
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