Sara Braida, una garanzia in campo e in panchina

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26 marzo 2012




PESARO – Sara Braida, friulana di Cividale, è a proprio agio in riva all’Adriatico. Non potrebbe essere altrimenti. Il Friuli, malgrado la dolorosa rinuncia di Udine a partecipare alla Legadue, è terra di basket, dove sono nati o hanno giocato fior di campioni.

Sara gioca guardia e all’occorrenza playmaker ed è una delle più esperte dell’Olimpia Sports School, attualmente impegnata nella fase a orologio del campionato di serie B. L’Olimpia rappresenta degnamente la tradizione pesarese sotto i canestri femminile anche se al momento la sconfitta di strettissima misura (56-54) patita a Campobasso sembra vietare i sogni di promozione che hanno scandito la stagione.

Sara Braida

Sara Braida in azione

Purtroppo – racconta Sara – abbiamo sbagliato una partita fondamentale a Campobasso. Ciò ha complicato il nostro percorso. Sarà difficile partecipare allo spareggio per salire in serie A2, ma l’obbiettivo di inizio stagione era partecipare al campionato di sviluppo e siamo ancora in corsa per centrarlo. Giocheremo le partite che rimangono con la determinazione e poi vedremo…”.

Oggettivamente, anche se è grande il rammarico per una sconfitta evitabile, la stagione è da considerare positiva.

Sicuramente, anche se potevano fare qualcosa di meglio, perché c’era la possibilità di disputare lo spareggio. Siamo state penalizzate da infortuni e ingenuità”.

Cosa vi è mancato a Campobasso? Esperienza, fortuna?

Veramente ci è mancato il giusto approccio e abbiamo subìto la loro aggressività. Anche se è vero che loro sono una squadra più esperta”.

Sara – che riesce a passare con naturalezza dal campo alla panchina – è impegnata anche con un’altra bella realtà: la Nazionale di basket per giocatrici sorde.

Ho avuto la fortuna, grazie all’Olimpia, di potere allenare nel settore giovanile, occupandomi dell’Under 17, e partecipare al Progetto Scuola. Poi, grazie a Beatrice Terenzi ed Elisabetta Ferri, sono stata coinvolta in questo mondo, per me nuovo, che mi farà arricchire a livello umano. E’ un grande onore allenare la Nazionale”.

Il suo approccio è molto positivo: va a dare, ma anche a ricevere.

E’ vero, sarò io ad avere i maggiori riscontri. Mi accingo a lavorare con il massimo entusiasmo”.


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