di Redazione
29 marzo 2012
PESARO – Tassa e tariffa non sono la stessa cosa. Ma, al di là di questo, quel che conta è che lo Stato ancora non si è espresso chiaramente. Lo dice l’assessore comunale al bilancio pesarese Antonello Delle Noci, che ha scritto una nota nei giorni in cui impazza la discussione sull’inapplicabilità del pagamento dell’Iva sulla Tia, la Tariffa di igiene ambientale.
“Occorre ricordare con la presente nota – scrive Antonello Delle Noci – che, relativamente al servizio di smaltimento rifiuti, bisogna attuare una corretta distinzione tra tassa e tariffa. La tassa ha come presupposto una prestazione interamente regolata dalla legge senza nesso di corrispettività (da cui discende la natura tributaria) con il servizio svolto in quanto il prelievo è commisurato ad indicatori meramente presuntivi di produttività dei rifiuti ed in misura anche inferiore al costo effettivo del servizio. La tariffa ha invece natura di corrispettivo del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti essendo determinata in modo da assicurare anche la integrale copertura dei costi”.
“Con decorrenza dall’anno 2002 – continua l’assessore al bilancio – il Comune di Pesaro ha istituito la Tariffa di igiene ambientale (sulla base dell’allora vigente normativa) in sostituzione della pregressa Tassa per lo smaltimento dei rifiuti con applicazione di diverse modalità di determinazione del corrispettivo del servizio stesso.
Sulla base delle norme fiscali in vigore nel tempo e delle indicazioni sempre fornite dal Ministero dell’Economia, sulla tariffa è stata correttamente applicata l’Iva da parte del gestore (Marche Multiservizi).
Con sentenza numero 238 del 2009, la Corte Costituzionale ha dichiarato il permanere della Natura Tributaria (quindi di tassa) del corrispettivo dovuto per servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, con ciò determinando in concreto i presupposti per l’inapplicabilità dell’Iva. Poiché il Ministero dell’Economia, anche a seguito di detta sentenza ed anche di quelle successive della Corte di Cassazione, non ha mutato la propria posizione in merito alla assoggettabilità ad Iva della tariffa, si rende necessario e urgente un chiarimento del legislatore che tutti auspichiamo per risolvere definitivamente l’intera questione ed in particolare l’aspetto della restituzione dell’Iva indebitamente versata dai cittadini ed incassata dallo Stato”.
“In assenza di tale chiarimento – continua Delle Noci – non esistono possibilità di rimuovere una situazione diventata comunque insostenibile per tutti e foriera di contenzioso tributario in ogni caso. Nel concreto, infatti, Marche Multiservizi che ha correttamente applicato l’Iva sui corrispettivi fatturati non può restituire ai cittadini ciò che non ha, in quanto l’Iva incassata è stata regolarmente versata allo Stato nella stessa misura, quindi l’azienda non ha tratto alcun tipo di vantaggio dall’incasso dell’Iva. Conseguentemente le richieste di rimborso potranno essere prese in considerazione solo successivamente alle auspicate decisioni governative sopra ipotizzate”.
“Il motivo per cui lo Stato non prende provvedimenti in merito – conclude l’assessore al bilancio – è probabilmente dipeso dal fatto che lo stesso dovrebbe rinunciare ad incassare l’Iva che i cittadini versano sullo smaltimento dei rifiuti; le ultime manovre (ad esempio il decreto Salva Italia) dimostrano esattamente la volontà contraria, ovvero il prelievo diretto da parte dello Stato sull’Imu seconde case a dispetto di ogni principio federalista. Pertanto ad oggi siamo tutti soggetti al pagamento dell’Iva fino a quando e se il governo non apporterà le modifiche e le scelte necessarie. Tuttavia e con spirito costruttivo è necessario sollecitare gli organi governativi in sede nazionale ad esprimersi in maniera chiara ed auspicabilmente in favore dei cittadini”.
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