19 aprile 2012
PESARO – Matteo Ricci torna a scuola. Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino stamane ha trascorso un paio d’ore con gli studenti delle quattro classi quinte dell’istituto tecnico agrario Cecchi, immerso nel verde della splendida villa Caprile. L’incontro è stato propedeutico alla visita pesarese del Capo dello Stato, che sarà a Pesaro il 25 aprile. “Un evento a cui lavoriamo da un paio di anni – ha spiegato Matteo Ricci – Avere Napolitano nel nostro territorio per una ricorrenza costitutiva della Repubblica italiana è un onore, oltre che un riconoscimento straordinario al ruolo che la nostra provincia ha avuto nella Resistenza. Normalmente la cerimonia ufficiale si svolge a Roma”.
Già, la Resistenza, uno dei pilastri del nostro Paese assieme al Risorgimento i cui valori – ha continuato il presidente – non possono andare dispersi. “Qualcuno negli anni ha trasformato il 25 aprile in una festa da scampagnata ma non può essere questo. Auspico che a Pesaro, in piazza del Popolo per la manifestazione ufficiale, ci siano tantissimi giovani”.
Poi la spiegazione della visita al Cecchi, che fa seguito all’incontro con gli studenti del Mamiani e precede quello di sabato al Marconi: “Ho scritto a tutte le scuole della provincia, lanciando lo slogan “Ditelo al Presidente”, perché considero il punto di vista di voi ragazzi fondamentale per mettere a fuoco il futuro dell’Italia. Il Presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato ma soprattutto uno dei pochi baluardi che mantiene la fiducia degli italiani. Porterò i vostri quesiti, le vostre osservazioni e le vostre opinioni a Napolitano in persona. Oggi ascolterò voi, provando a rispondere umilmente per quello che posso, perché io credo molto nei giovani. Non è vero che i ragazzi non sono interessati alla politica: non sono interessati a questa politica”.
GLI STUDENTI INTERROGANO…
E via con gli interventi degli studenti, molto pertinenti e per nulla banali. A rompere il ghiaccio è stata Caterina Toccacieli, che ha lamentato il fatto che “i fondi statali quasi mai sono diretti a noi giovani, quanto a cercare di ovviare agli sbagli del passato”. Le ha fatto eco Federico Conti, che s’è chiesto “cosa è rimasto alla classe politica degli ultimi 15-20 anni dei valori della Resistenza”. Gianluca Ciotti ha portato ad esempio la cattolicissima Spagna dove sono permessi i matrimoni tra omosessuali, mentre Luca Cesari ha rivendicato un ruolo dei giovani italiani per uscire dalla crisi. Julian Sozio ha auspicato un abbassamento dei costi della politica: “Siamo stanchi. Vogliamo i fatti e non le parole”. Alberto Guidi ha parlato della situazione dell’Agrario, trovando spalla poi nella preside Donatella Giuliani e negli altri insegnanti presenti: “La nostra scuola ha troppe iscrizioni rispetto alla capienza. La Provincia di Pesaro e Urbino come risolverà la questione?”
Damiano Bramucci s’è invece soffermato sulla globalizzazione dei prodotti di consumo e sulla fuga di cervelli italici all’estero, mentre Luca Bauchiero invitava a “valorizzare i prodotti coltivati sul Paese, come vino, olio e via discorrendo. Che senso ha comprare arance e limoni dalla Spagna mentre in certe regioni i frutti vengono lasciati sui campi?”
La professoressa Tiziana Angelini, insegnante di educazione fisica e referente del gruppo sportivo dell’istituto che ottiene sempre ottimi risultati nelle più svariate discipline, ha continuato riferendosi all’istituto: “Questa è una scuola splendida, abbiamo tantissimi studenti meravigliosi ma una palestra con pavimentazione in porfido. E’ un pallone dove d’inverno si gela. Fate qualcosa”. Lo studente Nicola Fabbri è tornato sulla questione generale invitando tutti ad adoperarsi per risollevare questa nostra “Italietta”, mentre Gianluca Ciotti ha puntato l’indice sulle agevolazioni di cui godono le scuole private, “dove si possono avere classe anche di soli otto alunni a differenza di quella pubblica”.
Interessantissima l’esperienza personale di Mattia Lorenzetti: “Siamo in periodo di crisi, tutti si lamentano, ma mio padre ha un’azienda agricola con 25 ettari di vigneto e ogni anni fatica a trovare persone che vogliano lavorare la vigna”. Chiusura per Matteo Tardini – che ha invitato il mondo della politica investire sui giovani, “anche perché siamo stanchi sempre delle stesse facce” – e per Damiano Bramucci. Lo studente, intervenuto anche in precedenza, ha detto: “In Italia abbiamo tantissime leggi ma queste sono poco rispettate e facilissime da aggirare. Non sarebbe il caso di ridurne il numero ma renderle più efficaci?”
… RICCI RISPONDE
Veramente tanta carne al fuoco, a cui il presidente della Provincia Matteo Ricci ha provato a rispondere nella maniera più incisiva possibile. “Girerò i vostri quesiti a Napolitano. Intanto dico che l’essere italiani si basa sul fatto che un Paese non consapevole della sua storia non ha futuro. L’anno scorso, con le celebrazioni del 150esimo dell’unità, è cresciuto molto l’orgoglio nazionale proprio grazie al capo dello Stato. La Repubblica italiana e la nostra identità si reggono sul Risorgimento e sulla Resistenza”.
E poi ancora: “Ho cominciato a far politica a scuola, divenendo rappresentante d’istituto in quarta e poi in quinta. Era il periodo di Tangentopoli e molti miei coetanei sono scappati dalla politica. Ma io volevo essere il protagonista del cambiamento. Siatelo anche voi. C’è bisogno di voi per rinnovare questo Paese. Dovete essere consapevoli che nessuno vi regalerà nulla. Se non spingete la porta questa non si aprirà mai. Apritela, perché le nuove generazioni hanno tanto da dire”.
Un invito a far politica quello di Matteo Ricci, nel senso più alto del termine: “La politica si può fare nei partiti ma anche nelle associazioni e nelle parrocchie. Dove c’è aggregazione c’è politica. Io nel mio piccolo ho voluto dare un piccolo segno di sobrietà scegliendo di utilizzare per gli spostamenti una macchina a metano invece che la canonica auto blu. Gli italiani sanno che chi fa politica a tempo pieno ha diritto a uno stipendio, però non sopportano l’arroganza e i privilegi”.
“Io sono un privilegiato – ha continuato il presidente della Provincia – perché percepisco per il mio ruolo 3.100 euro per 12 mensilità. I sindaci dei vostri Comuni, però, che sono in prima linea dalla mattina alla sera, ne prendono 1.000, con la conseguenza che tra un po’ faticheremo a trovare candidati. E’ dal Parlamento che deve arrivare un segnale. Magari anche simbolico, ma qualcosa deve essere fatto”.
Ricci ha risposto indirettamente anche al dibattito sull’opportunità dei rimborsi ai partiti, dicendosi contrario a una politica fatta solo da chi ha i soldi, “oppure da chi trova l’appoggio di grandi lobby assicurative, della sanità, eccetera”.
Sulla globalizzazione, il presidente ha detto: “Ci si era illusi che la parte più ricca del pianeta avrebbe guidato gli altri. Non è stato così, visto che le nazioni più sottosviluppate (vedi Cina, India e Brasile) ora sono le più grandi. Però non si compete con loro abbassando il livello dei diritti”.
“C’è la fuga dei cervelli? Per forza – ha continuato Ricci – in un momento di crisi come questo siamo l’unico Stato che non investe in ricerca, formazione e istruzione. Forse è vero che gli ignoranti sono più facili da guidare, ma il problema è che sono stati fatti tagli lineari per rispondere all’enorme debito pubblico e alla crisi economica. Invece ci sarebbero due questioni da aggredire: l’evasione fiscale (si pagano troppe tasse perché le sono troppo pochi a pagarle) e la criminalità organizzata che crea, oltre che delinquenza, un’economia parallela”.
Capitolo sviluppo. “Oggi il modello di sviluppo è inevitabilmente cambiato. Il 2008, cioè il miraggio di ricchezza e successo facili, non tornerà più. Il fatto che sempre più persone usino prodotti a chilometro zero è un piccolo pezzo del nuovo modello”.
Diversità sessuali: “La tematica dell’uguaglianza e della parità dei diritti è purtroppo un tabù. Viviamo in un Paese dove l’essere omosessuali è da qualcuno ancora considerato una minaccia o peggio una malattia. Dalle nuove generazioni deve venire un cambiamento culturale”.
La chiosa di Matteo Ricci sulla situazione dell’Agrario: “Premesso che gli enti locali non hanno un soldo, e che faticano persino a pagare le ditte che lavorano per loro, l’impegno è quello di affrontare i problemi più urgenti al più presto. Ieri c’è stata una riunione per la questione aule, con alcune stanze del Provveditorato che saranno usate dalla vostra scuola. Sulla palestra invece, individuato un meccanismo di co-finanziamento, faremo almeno un fondo decente e all’inizio del prossimo anno scolastico magari faremo una partitella. Per il convitto ci sono dei fondi Fas di 400mila euro”. Applausi.
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