12 maggio 2012
PESARO – Lucio Dalla per il Circolo della Stampa 2009 è il filmato che apre la cerimonia di premiazione 2012. “Un doveroso e sentito omaggio a un amico di Pesaro e del Circolo” spiega il presidente Elio Giuliani. L’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi è gremito, come sempre. In prima fila il prefetto Visconti e il sindaco Ceriscioli.
Il primo riconoscimento è assegnato al Conservatorio Rossini. La relazione è a cura del sovrintendente del Rossini Opera Festival, Gianfranco Mariotti: “Vorrei dedicare la mia attenzione al rapporto tra Conservatorio e città. La domanda? Perché Rossini nomina Pesaro sua erede. Solo perché nato qui? La spiegazione non è così banale. Lui andò via a otto anni, parlava bolognese, era bolognese. Vive tanti anni a Bologna e Parigi, assai più che a Pesaro. La sua decisione non fu emotiva, ma lungimirante: qui poteva essere mitizzato senza alcuna concorrenza. Fu decisiva, forse, la fiducia nel Comune. Dovete sapere che in un articolo pubblicato il 28 aprile 1878 sul New York Times, Olimpia Pelissier espresse dubbi sui pesaresi, pensando che si sarebbero mangiati i soldi e non avrebbero dato vita al liceo musicale. Rossini, invece, non ebbe dubbi. Li conobbe bene durante un mese di permanenza ospite della famiglia Perticari. E scrisse: un giorno i miei diletti pesaresi sapranno quanto li ho amati. A Pesaro – sottolinea Mariotti – hanno insegnato e studiato grandi artisti. Il Conservatorio regala quotidianamente qualità ed eccellenza. E’ testimone più antico e più solido di questa città”.
A consegnare il premio al presidente Maurizio Gennari è il presidente della Fondazione Rossini, Oriano Giovanelli. Gennari ha ringraziati i presidenti e i direttori precedenti, ma anche docenti e allievi.
Il Premio Il Maestro – un Rossini della Fonderia Bucci – è consegnato a Carmen Lasorella, oggi direttore della televisione di San Marino che ha tenuto una relazione sulla situazione economica e politica italiana.
Il secondo premiato è Nardo Filippetti, fondatore di Eden Viaggi, tour operator che ha portato il nome di Pesaro nel mondo. La relazione è affidata all’architetto Marco Gaudenzi: “In quale modo Nardo diventa l’imprenditore di successo? Me lo ha raccontato sua madre Wilma. La storia è la morte del padre Dante, che fa crescere il figlio, bravo, laborioso ma anche giocatore di poker nei capanni, che gli fanno meritare rimproveri che non evita. Nardo studia all’alberghiero, fa pratica in estate, va a studiare il tedesco in Germania. Poi le idee e il rischio, partendo dalle gite scolastiche. E la crescita, sempre rischiando ma decidendo prontamente. Il suo è un esempio da seguire”.
Doveva essere lo scultore Eliseo Mattiacci a consegnare il premio, ma ha mandato un pensiero: “Con la sua organizzazione Nardo ci porterà sulla luna. Io mi sono già prenotato”. Il premio e’ consegnato dal vice presidente della Camera dei deputati, Maurizio Lupi. Nardo è emozionato, spende poche parole, dedicate all’orgoglio della provincialità.
L’onorevole Lupi parte dalla sfiducia di Olimpia Pelissier, “una sorta di anticipazione dell’antipolitica. E invece è molto bello ricevere un premio dalla propria città, la sintesi migliore di quello che si è, come è Nardo”.
Segue la consegna della Spilla d’oro a Massimo Rinaldi, avvocato e corrispondente storico di importanti quotidiani nazionali. Un riconoscimento in memoria di Albini Riccioli, che è consegnato dalla signora Vittoria.
Il terzo pesarese premiato è Alberto Pototschnig. La relazione è del professor Pippo Ranci Ortigosa: “Grazie al Circolo della Stampa per questa cerimonia. Abbiamo bisogno di tenere viva la memoria. Alberto è un servitore dell’interesse pubblico. Abbiamo lavorato insieme per creare la Società per l’energia. Messo insieme un piccolo gruppo che operava in locali di fortuna. Siamo riusciti nell’impresa con una squadra di giovani. Alberto è uno che risolve un problema pesando i costi e benefici sociali. Questo premio è per il passato ma guarda al futuro e Alberto ha un futuro in Europa, nell’Europa che riconosce i meriti”. Il secondo datore di lavoro di Pototschnig è stato l’attuale presidente del Consiglio Mario Monti che si è voluto congratulare con il sui ex collaboratore. “Mi sento pesarese e quando lo dico a chi non ci conosce associo sempre il nome di Rossini e della Scavolini Basket. Ma di Pesaro porto con me una cosa che mi piace molto, la pizza Rossini che faccio ogni sabato e sono riuscito a proporre anche all’estero. Mi dispiace di avere banalizzato un nome così grande ma la pizza che preferisco è questa”.
Tanti premiati in passato sono presenti in sala. Altri hanno inviato messaggi. Dall’Africa, il missionario Abba Marcello Signoretti, raggiunto da dieci studenti del liceo scientifico “Marconi”. Il suo filmato riceve un intenso ed emozionato applauso.
La quarta premiata è Maria Rosaria Valazzi, sovrintendente delle Marche. L’ex ministro Paolucci la racconta dal Vaticano: “Facciamo il più bel mestiere del mondo. Quanto sia brava Rosaria lo sanno in tutto il mondo. Lei è amabile ed amata per l’eleganza intellettuale, lavora con gioia”. La relazione è a cura della professoressa Ambrosini: “Rosaria è una persona libera. Poteva scegliere mille modi per esprimere le grandi qualità, in primis l’insegnamento, ha scelto il territorio dopo avere studiato ovunque, dal Giappone agli Stati Uniti d’America. Ha lavorato al Louvre, ma l’ha conquistata Urbino”. La professoressa Ambrosini ha illustrato questa “fascinazione” con una presentazione di una mostra di Barocci. “Rosaria ha una grande peculiarità: riconosce la qualità, a tutti i livelli”. Le consegna il premio la professoressa Anna Maria Benedetti Pieretti. “Finora avevo vissuto il ruolo di studiosa – commenta la Valazzi – ma adesso ho un ruolo sociale diverso. Lo ritengo di grandissima importanza. Lo studio del passato è la maniera migliore per capire chi siamo e proiettarci verso il futuro”. Molto suggestivo il suo ricordo di chi l’ha preceduta nel compito, ad iniziare da Pasquale Rotondi, salvatore di opere d’arte inestimabili durante la seconda guerra mondiale.
Premio speciale alla IFI per il cinquantesimo della fondazione. Il riconoscimento è consegnato dal presidente provinciale di Confindustria, Pagliano. “Sono anni difficili per l’industria manufatturiera, ma pensiamo positivo, pronti alle sfide con la concorrenza. I nostri prodotti riguardano due momenti della quotidianità: la tazza di caffè e il gelato artigianale. Ringraziamo il presidente Elio Giuliani e il Circolo della Stampa per questo premio”.
Ultimo premiato, ma non per importanza, il cardinale Antonio Maria Vegliò. La presentazione è il filmato in cui Benedetto XVI annuncia la nomina e il momento della cerimonia in San Pietro. Il relatore è l’arcivescovo di Pesaro, Coccia. La relazione è a cura di monsignor Silvano Pierbattisti: “Ultima relazione può significare il dolce in fondo o il veleno in coda. Io prendo in uso le parole del pontefice in occasione dei 50 anni di sacerdozio del cardinale. In quell’occasione monsignor Coccia usò bellissime parole. Ma chi è veramente don Antonio? Una persona aperta, sincera, immediata, sportiva, ma capace di tenere per sé qualcosa. Una lettera anonima lasciata in parrocchia raccontava che era il più ascoltato nella Messa delle 11,30 perché il più preparato. Era affascinante, piaceva molto alle ragazze. Quando lasciò la parrocchia non volle salutare alcuno, solo le suore. Lo accompagnarono le sue lacrime. Sono grato al Circolo della Stampa per avere premiato il cardinale”, premiato dall’arcivescovo Coccia.
“Grazie don Silvano, non credevo di essere così intelligente, così bravo, così buono. Mi ha fatto piacere sentire storie di 50 anni fa. Ho conosciuto il signor Filippetti che mi ha raccontato di essere stato un emigrato che faceva fatica a comprare una tazza di latte prima di dormire. Ho imparato ancora una volta quanta ricchezza abbia questa città. Occupandomi di migranti, devo dire che siamo egoisti e non vogliamo che altri vengano a infastidirci, a prenderci qualcosa. Non e’ cristiano se ci chiudiamo nel nostro egoismo”.
Il saluto finale è affidato al sindaco Ceriscioli: “Certifico che ancora una volta tutto è andato bene. Abbiamo scoperto per l’ennesima volta quanto sia importante questo Premio”.
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