di Redazione
20 maggio 2012
CANTU’ – Una partita palindroma nello svolgimento e nel risultato finale: 74- 47. E palindroma è anche la Scavolini Siviglia che offre due facce che si oppongono nelle due partite di playoff. In gara 1 erano stati gli italiani i grandi protagonisti, stasera sono loro i grandi assenti. Al contrario, gli americani che hanno latitato nella sfida di venerdì offrono alla squadra 40 punti (più i 2 di Lydeka) dei 47 totali. Come a dire che la truppa tricolore non ha mantenuto le premesse.
Eppure coach Dalmonte sorprende la sala stampa esordendo così: “Niente posso rimproverare alla squadra per l’impegno. Sinceramente – anche se qualcuno mi guarderà con gli occhi sgranati – faccio fatica a rimproverare i miei. Abbiamo pagato oltremodo una serie di errori che sicuramente devono tenere conto della qualità della difesa canturina. Quando attacchi e poi ti trovi con la testa dentro l’arco dell’area e non riesci a concretizzare, subisci conseguenze a cascata che ti tolgono fiducia. Abbiamo poi pagato una serie di errori mentali che sono arrivati a cascata e ti tolgono fiducia anche se gli attacchi hanno un senso, un’idea. E questo non depone a nostro favore, anzi. Da lì abbiamo perso la fiducia. Tutto ciò ha motivato quanto successo in seguito. Anche se siamo stati colpevoli di avere iniziato il terzo periodo come eravamo partiti venerdì. Penso che noi non solo dal punto di vista numerico, ma soprattutto della fiducia, abbiamo pagato i troppi errori al tiro, le percentuali cattive. E’ chiaro che quando, malgrado gli errori, tieni l’avversario a 70 punti, se non sei supportato dalle percentuali, diventa durissima. Se poi tutto questo succede contro Cantù, allora è ancora più difficile. Abbiamo parlato in questi giorni dell’esperienza e delle qualità della Bennet. Non possiamo permetterci questi errori. Detto questo, gara 2 è finita, siamo attesi dalla terza partita. Ma io non sono certo il tipo che fa proclami e urla: torneremo a Cantù. Preferisco i fatti a frasi ad effetto che mi sembrano più adatte a esorcizzarmi. Invece di dirlo cercherò di portare la squadra a fare in modo che questo possa succedere”.
A proposito di americani, Hickman si è dovuto fermare fino a notte nella sala medica del “Pianella” per il controllo antidoping.
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