Mamme pericolose sulla ciclabile “vietata” ai ciclisti

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2 giugno 2012

PESARO – I bagnanti, soprattutto le bagnanti, si sono impadroniti della pista ciclabile che collega Viale Trieste a Fosso Sejore. Il fine settimana è praticamente vietato ai ciclisti, che poi – trattandosi di una ciclabile – dovrebbero essere i principali fruitori del percorso che – secondo l’articolo 3 del Codice della strada – “riservato alla circolazione dei velocipedi”.

Pista ciclabile, la situazione in viale Trieste

Invece… Soprattutto in estate, la pista ciclabile a suo tempo tanto osteggiata dai concessionari di spiaggia, i bagnini, è diventata il modo più semplice per andare al mare. Purtroppo, chi la utilizza di guarda bene dal rispettare le norme e le più pericolose – dispiace sottolinearlo ma è così – sono le donne, soprattutto le mamme di bambini piccoli.

Stamattina, convinto di commettere l’ennesimo errore, trattandosi di un sabato festivo (o quasi,visto che quasi tutti gli esercizi pubblici sono aperti), ho deciso di fare la pedalata quotidiana lungo la pista ciclabile del mare. Mai l’avessi fatto! E’ stata un’impresa andare a tornare a Fosso Sejore senza rischiare di cadere. Mi piace rispettare le regole, per questo mi trovo a mal partito in un luogo dove in estate e soprattutto nei fine settimana regna la legge della giungla.

Già in Viale Trieste i ciclisti pedalano in gruppo, affiancati, invadendo la corsia altrui. Il peggio, però, inizia al sottopassaggio de I Gelsi. Le breve salita che è nei fatti l’inizio della ciclabile occupata da chi, a piedi, magari anche spingendo la bicicletta, si disinteressa di chi pedala e rischia di cadere. Sono le ore 10, il flusso è già notevole. Marito e moglie, le con bimbo nel seggiolino anteriore, pedalano alla ricerca di un posto dove parcheggiare. Lui mi taglia la strada e dice a lei di fermarsi. La donna si blocca in mezzo alla pista, non mi fa passare né alla sua sinistra né alla sua destra. Rischiamo di cadere. D’accordo che uno non ha gli occhi dietro la testa, ma pedalando alla propria destra e fermandosi non ci sarebbero problemi, per me, per lei, per il bambino.

Un altro fa peggio. Arrivato allo stabilimento balneare scelto, gira improvvisamente a sinistra invadendo la corsia opposta. Per fortuna non arriva nessuno, altrimenti… Memorizzo il movimento, può essermi utile; mi sarà utile pochi minuti dopo.

All’altezza dei due camping, il pericolo sono i… bambini. In tenera età, sono lasciati liberi di uscire dall’area riservata per andare in spiaggia. Sbucano improvvisamente, obbligando a frenate violente. Per fortuna vado piano. Noto da lontano un bambino biondo che gioca in spiaggia, la madre sembra distratta. Mentre sto arrivando, il bambino corre verso la pista, bloccato all’ultimo momento dalla donna.

Dai camping all’unico tratto di pista ciclabile con vista mare – una situazione da analizzare – l’andatura è lenta, il traffico intenso, dai sottopassaggi sbucano i bagnanti che attraversano senza guardare. Ci sono le strisce, ma loro passano dove fa più comodo.

All’altezza dei bagni dell’assessore Pascucci, un bambino – 2 anni al massimo – sta per finire in pista. La madre lo rimprovera. Le dico che farebbe meglio a guardare il bambino per evitare incidenti, mi risponde di farmi gli affari miei con una frase da distinta signora.

Non faccio in tempo a risponderle che dopo sono già alle prese con un’altra mamma poco attenta. E’ in sella a una bicicletta, trasporta due bambini, uno davanti, uno dietro. E’ diretta a sud, mi taglia la strada, invade la mia corsia, sono costretto a fermarmi per evitare di investirla. Invece di ringraziarmi, mi manda a quel paese quando le dico di usare almeno gli occhi. Che abbia capito che intendevo dire che non ha adoperato il cervello?

In pochi minuti, ho rischiato almeno tre incidenti con possibile coinvolgimento di bambini. Ed è solo mattina. Chissà la sera, dopo ore e ore di sole?

I giorni scorsi – come mostra la fotografia – abbiamo registrato alcuni interventi dei vigili urbani in Viale Trieste (lato sud). Perché non intervengono anche sulla pista ciclabile? In mancanza di una presenza in grado di garantire i diritti di tutti, non solo dei pedoni o delle mamme disattente (eufemismo), sarebbe più corretto che il Comune emettesse un’ordinanza che – almeno nel fine settimana e nel periodo delle ferie – consente l’uso della pista ciclabile solo per andare al mare. Tanto, anche quest’anno arriverà ottobre!

Un commento to “Mamme pericolose sulla ciclabile “vietata” ai ciclisti”

  1. Da sottoscrivere quanto scritto dal Sig Murgia (da ciclista) circa il “modo” cone viete utilizzata la pista ciclabile del mare dai pedoni. Tuttavia ricordo che qualche tempo fa lo stesso Murgia (allora fruitore da podista della pista ) scriveva cose diverse sul Corriere Adriatico, lamentandosi della arroganza dei ciclisti nei confronti di chi percorreva a piedi la pissta. Insomma cambiando l’angolo di visuale il Sig. Murgia ha modificato anche il proprio giudizio……
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