di Redazione
22 giugno 2012
PESARO – “Alla Regione Marche chiediamo chiarezza e soprattutto coerenza con quanto affermato pubblicamente e ai tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali sul futuro della sanità provinciale”.
La Fp Cgil continua: “Al confronto con i sindacati confederali , di categoria e con i sindacati dei pensionati che il 25 giugno proseguirà nell’area vasta 1°, la CGIL e la FP CGIL e lo SPI CGIL chiedono fin da ora che dal confronto con l’assessore alla Sanità e i direttori dell’Area Vasta 1 e dell’Azienda Marche Nord vengano affrontati e chiariti alcuni aspetti per noi centrali.
Non è tanto la riconversione dei posti letto proposta nel Piano che ci preoccupa: questo è un territorio che negli anni ha già provveduto a riconvertire e riorganizzare molto di più di altre province marchigiane. E’ un territorio che ha bisogno di posti letto di riabilitazione e lungodegenza, è un territorio che vuole che gli ospedali restino pubblici e siano qualificati e ammodernati. Ci preoccupa, piuttosto, l’assenza di indicazioni certe su tempi, risorse finanziarie e risorse umane che possano essere dedicate a questo processo di riorganizzazione, ancora sulla carta. L’area vasta e l’azienda Marche nord mancano di una dotazione organica definitiva, il precariato dilaga e non si riesce a garantire quella continuità nelle prestazioni assistenziali che è alla base di qualsiasi organizzazione sanitaria. Nell’incertezza e nell’indeterminatezza non si costruisce nulla.
Troppo generiche se non del tutto assenti in molte parti, sono le indicazioni sui processi di integrazione socio sanitaria, sia della rete dei servizi pubblici sia delle rete dei servizi gestiti in appalto, e sono purtroppo molti. C’è molto ospedale, poco se non pochissimo territorio. I servizi domiciliari, una volta fiore all’occhiello di questo territorio, appaiono depauperati e trattati solo per “titoli”. Cosi come solo per titoli è trattata una parte fondamentale del sistema quale quella delle rete dell’emergenza-urgenza. I consultori pubblici, parte fondamentale dell’attività distrettuale, non sono neppure nominati.
Allo stesso tempo la CGIL fa notare come in merito alla questione relativa alla conversione dai diversi ospedali di polo di una parte dei posti letto per acuti in posti letto per post-acuzie/lungodegenza/medicina, ancora non sia indicato nel piano l’esatta ubicazione in cui si l’ASUR voglia destinare tali posti letto. Così come ancora troppo vaghe appaiono le strategie che la Regione vuole adottare in quei territori, soprattutto della fascia montana, ai quali oggi si annuncia una ridefinizione del ruolo e dei servizi garantiti dagli attuali presidi ospedalieri, ma che ancora attendono risposte concrete in termini di tenuta e miglioramento della qualità dei servizi sanitari territoriali e di assistenza domiciliare. Sempre su questo punto, nulla si dice in merito alla previsione e ubicazione delle cosiddette “case della salute”, che almeno a parole secondo la Regione Marche dovrebbero essere la risposta adeguata alla domanda di miglioramento dei servizi sanitari dei cittadini della nostra provincia.
Nulla si dice, e lo riteniamo grave, di una delle strutture che per legge dovrebbero presidiare tutti i processi di organizzazione delle risorse umane in sanità. Stiamo parlando del Dipartimento delle Professioni Sanitarie, previsto nella legge 17/10. Nulla si dice degli investimenti in formazione delle risorse umane che sono fondamentali, tanto più in un processo di riconversione di questa portata e che pone al centro l’integrazione tra tutti i professionisti in sanità.
Restano, tutte le incognite che gravano sull’integrazione strutturale dell’ospedale unico Marche Nord, incognite sulle risorse e sulla fattibilità dell’operazione.
Queste sono alcune domande e argomenti che la CGIL nelle sue articolazioni, si impegna a portare al confronto con le amministrazione nell’incontro del 25 giugno, che si sottolinea è stato fortemente voluto unitariamente dai tre sindacati confederali. “Per questo”, afferma il segretario generale FP CGIL Roberto Rossini, “siamo rimasti stupiti nell’apprendere che altri sindacati minaccino l’intenzione di rinunciare così prematuramente al confronto, che peraltro loro stessi hanno richiesto: soprattutto su temi relativi ai posti letto dei presidi ospedalieri, sui quali il confronto è aperto da almeno un anno e sui quali il confronto, a livello regionale, prosegue unitariamente. Peccato che solo ora a livello locale, dopo lunghi silenzi, si prenda atto dei contenuti degli stessi, nel tentativo di rimetterli in discussione. Crediamo invece sia giunto il momento di incalzare la Regione Marche per costringerla a indicare concretamente modalità, progetti, e tempi della riorganizzazione sanitaria provinciale e regionale, garantendo risorse umane ed economiche sufficienti, per assicurare ai cittadini marchigiani e pesaresi una sanità pubblica, moderna e sicura, di cui c’è sempre più bisogno”.
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