Una pista ciclabile unisce i porti di Pesaro e Fano

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26 giugno 2012

PESARO – Con l’inaugurazione dei circa 380 metri che collegano la pista ciclabile di Viale Trieste a quella che conduce prima a Fosso Sejore poi al Lido di Fano, pesaresi e fanesi, ma anche turisti e appassionati che arrivano dall’entroterra, avranno a disposizione poco meno di 13 chilometri riservati alle biciclette (non è proprio così… come abbiamo raccontato più volte).

A chi ama pedalare consigliamo un percorso che inizia davanti al cancello della villa appartenuta a Luciano Pavarotti, davanti al mare di Baia Flaminia, e si conclude al faro del molo di levante del porto canale di Fano.

Da Baia Flaminia al molo di levante del porto canale di Pesaro la distanza – misurata con il contachilometri della nostra bicicletta (quindi con beneficio di inventario, ma discreta approssimazione) – è di circa 2 chilometri e 650 metri. Il primo tratto, lungo Piazza d’Armi è una strada normale, Viale Varsavia. I ciclisti prestino particolare attenzione soprattutto nel fine settimana, quando fin dal mattino si scatena una selvaggia caccia al posto auto. Pedalando in Viale Parigi, davanti all’Hotel Flaminio e alla palestra della Victoria Libertas, si giunge al bivio con Via Londra. A pochi metri, lato mare, inizia la pista ciclabile che fiancheggia il Lungofoglia delle Nazioni. Arrivati al ponte di Soria, si gira a sinistra. Due rotatorie e si prosegue lungo la Calata Caio Duilio, la strada del porto. Non è una pista ciclabile, il traffico è abbastanza caotico. Bisogna stare attenti alle signore che escono – in auto – dalla banchina, dove si sono fermate per acquistare il pesce fresco e le cozze (vivamente consigliate, si d’allevamento che pescate sotto la croce), facendo una manovra proibita. Stando attenti all’incrocio con Viale Trento, si prosegue lungo il porto, se il cancello non è chiuso per consentire le operazioni d’imbarco nell’aliscafo diretto in Croazia. Quindi, imboccando l’ultimo tratto di Viale Trieste, si prosegue verso il molo di levante, ciclabile con attenzione. Uno sguardo alla vita del porto, soprattutto ai lavori per la nuova darsena turistica, e si è pronti a tornare indietro, per andare a sud. Dopo qualche centinaio di metri sull’asfalto di Viale Trieste, si imbocca la pista ciclabile nei pressi del Basket Giovane. Ora si può procedere verso Fano.

Partendo dal molo di levante del porto canale di Pesaro si può arrivare al faro ubicato nel molo di ponente del porto canale di Fano. Non è poco, anche se l’intero tratto non è completamente ciclabile.

Attenzione, però, a chi attraversa la strada per andare in spiaggia, a chi lavora per la consegna di prodotti alimentari a ristoranti e alberghi, a chi scende dai bus. E soprattutto a chi parcheggia in Viale Trieste e apre la portiera dell’automobile disinteressandosi dei ciclisti in arrivo.

Uno dei punti più pericolosi è agli incroci con Via Ninchi e Viale Zara. Arrivando dal porto, non si dovrebbe girare a sinistra per immettersi in Via Ninchi, che è a senso unico dal moletto a Viale Trieste. Eppure abbiamo visto anche numerosi politici infischiarsene del divieto. Tra Viale Trieste e Viale Zara i ciclisti rischiano molto, perché accade che chi proviene da Viale della Repubblica giri a destra per andare verso il moletto. Fa altrettanto chi proviene da Viale Zara e attraversa l’incrocio senza preoccuparsi dei ciclisti che arrivano sia da nord sia da sud. Prestare la massima attenzione.

Superato Piazzale della Libertà (dove la pista è in asfalto), si prosegue sulla ciclabile che giunge in Piazzale Trieste, dove la rotatoria nasconde la vista dei ciclisti agli automobilisti che arrivano dalla Statale Adriatica o dal centro. Per fortuna, la pista segue la circonferenza del piazzale, anche se ciò comporta possibili rischi. Infatti, chi arriva da sud, spesso taglia il percorso per puntare direttamente sul tracciato di Viale Trieste. Inoltre, l’area è utilizzata spesso dai pullman che vanno a prendere le comitive che alloggiano sul mare.

Procedendo verso la ferrovia, i problemi sono gli incroci con le strade che partono dal Lungomare Nazario Sauro (accade altrettanto tra Piazzale della Libertà e Piazzale Trieste). Talvolta i ciclisti rischiano di finire contro i musi dei veicoli che spuntano improvvisamente, provenendo anche dai parcheggi o dai garage degli alberghi.

In questi anni si è notato che la presenza di comitive di turisti, sia anziani sia sportivi, rende problematico il passaggio tra il Genica e la ferrovia. Attendono i bus alle fermate, occupando la pista con i bagagli. E alle proteste di chi pedala replicano: “Dove di mettiamo?”. Semplice, sul marciapiede.

In fondo a Viale Trieste la novità che si inaugura oggi, ma è utilizzabile già da qualche giorno. Prima di doveva scendere nel sottopassaggio dell’ex minigolf e fiancheggiare – lato monte – la ferrovia. Quindi utilizzare il sottopassaggio de I Gelsi e poi risalire. Ora non più. Si utilizza l’ultimo tratto, e siamo già – se partiti dal molo di levante – a 2 km e 700 metri. Se invece abbiamo iniziato dalla villa di Pavarotti, abbiamo percorso 5 km e 350 metri. Più quelli dalle nostre abitazioni.

I 380 metri che collegano Viale Trieste con I Gelsi sono molto belli, grazie anche agli interventi degli operatori economici. L’area è decisamente più godibile.

Il nuovo tratto finisce con una doppia curva a 90 gradi in zona Bassa Marea, l’ultimo stabilimento balneare prima del sottopassaggio. Una breve discesa, una leggera salita (ma attenti a chi va al mare a piedi e intasa il percorso) e si è giunti alla pista ciclabile del mare. La prima parte registra la presenza di numerosi Bagni. Molto pericolose le donne che spingono passeggini o carrozzine e tengono (non sempre) per mano i bambini. Velocità moderata, pronti a frenate improvvise per evitare incidenti.

Finalmente, dopo Bikini Beach, la pista è davvero del… mare. Nel senso che la vista della battigia e dell’acqua non è oscurata da ombrelloni, cabine, bar, ristoranti, campi di beach tennis o di beach volley. Per la cronaca, da I Gelsi a Fosso Sejore siamo a non più di 1,7 chilometri di spiaggia davvero libera.

I riferimenti ai pericoli, ai rischi per i ciclisti, ma anche per i pedoni, si riferiscono ai giorni feriali, dal lunedì al venerdì, perché sabato, domenica e festivi sulla ciclabile del mare regna la legge della giungla, dove ognuno ritiene di potere fare i comodacci propri, ignorando i diritti altrui. Un consiglio? Sarebbe meglio evitare di andarci in questi giorni. Meglio pedalare nell’entroterra.

Quando arriviamo al ponticello di Fosso Sejore abbiamo percorso 6 km e 900 metri (partendo dal molo di levante).

Dall’entrata del camping Marinella all’inizio della pista ciclabile fanese (decisamente inferiore sotto ogni punto di vista a quella pesarese) si dove convivere con i veicoli, ma anche con i pedoni che attendono il pullman e sbucano improvvisamente dalla pensilina. Un altro pericolo è rappresentato dal brevissimo tratto all’altezza della casa che fiancheggia la statale. Chi ha realizzato la pista ha indicato la precedenza a chi arriva da Pesaro, ma i maleducati che ignorano la regola sono all’ordine del giorno.

La pista fanese è in asfalto e non è illuminata, anche se il primo tratto tra Fosso Sejore e la pellicceria Gentili è molto suggestivo grazie agli oleandri e alle canne al vento (che però stanno invadendo la corsia sud). In estate, quindi in questo periodo, i ciclisti devono fare i conti con chi va al mare e utilizza i sottopassaggi ferroviari, ma per raggiungerli cammina sulla ciclabile.

Giunti alla concessionaria Gabellini, i pericoli aumentano perché aumenta anche il numero dei pedoni. Soprattutto nei giorni festivi prestare attenzione quando si raggiunge l’unico parcheggio in zona mare. La sosta è selvaggia, gli automobilisti invadono la pista senza alcuna attenzione ai ciclisti.

Procedendo verso Fano, un pericolo è rappresentato dai clienti di un supermercato che sbucano all’improvviso dal parcheggio interno tagliando la strada a chi arriva da Pesaro.

Avvicinandosi al Lido, la pista è ciclabile per modo di dire, perché perennemente occupata dai veicoli dei residenti i di chi va al mare.

Finalmente siamo all’Arzilla. Una sbarra impone attenzione perché il varco per le biciclette è strettissimo. A questo punto abbiamo percorso 11 km e 890 metri. Ma fermarsi è un delitto. Superata la sbarra, varchiamo l’Arzilla pedalando, o camminando, sul ponticello. Poi puntiamo verso il porto canale di Fano. Al ponticello abbiamo due alternative: proseguire verso Sassonia e l’ex poligono oppure girare a sinistra e raggiungere il faro del molo di levante. I due moli sono separati da 12 km e 900 metri. Andata e ritorno fanno quasi 26 chilometri. Una bella pedalata in riva al mare, che non si vede sempre ma è lì.

RICORDIAMO che oggi, martedì 26 giugno alle ore 18.30, al termine di viale Trieste (lato sud) si celebra l’inaugurazione del tratto di collegamento viale Trieste – zona I Gelsi della pista ciclabile Pesaro-Fano. Alle ore 19.15 pedalata fino a Fano con la maglietta della Bicipolitana. A chi vorrà proseguire la serata con la cena al ristorante “Pesce Azzurro” verranno offerti un dessert e la moretta. Info anche su Mobilità Sostenibile Pesaro e Pesaro 0914. “A chi mi chiede quando sistemeremo alcuni sottopassi presenti in quella zona – ha spiegato il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli – posso rispondere che i lavori di sistemazione definitiva riprenderanno a fine stagione estiva, prevedendo la sistemazione dei sottopassi e degli scivoli per renderli facilmente accessibili anche a passeggini e disabili”.

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