E la chiamano spiaggia libera. Sassonia, terra di nessuno

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7 luglio 2012

FANO – Via Ruggero Ruggeri, parte sud della Sassonia, è una delle zone più caratteristiche della riviera adriatica. Sassi, mare subito profondo, spiaggia libera (che di questi tempi va a ruba) e cromaticamente, nel suo contrasto tra il bianco dei ciottoli e l’azzurro-verde dell’acqua, bellissima. Ma solo è solo un effetto ottico, un trucco, un inganno. Perché, oltre ad essere lasciata nel degrado più totale (vedere per credere il campo nella sua parte finale, che sembra uscito fuori da un racconto di Pasolini, o alcune costruzioni ferme da anni e oggi simili a “fossili” di calcestruzzo) ed essere stata rattoppata qua e là, con scogli piazzati a ridosso della stagione, per fronteggiare l’incalzare del mare, nel weekend si trasforma in una sorta di terra vergine su cui piantare  il proprio ombrellone e lasciarlo lì per ore, anche quando si prende l’auto e si torna a casa, o al camper,  per pranzare. Per non perdere il posto. Il problema è che la legge non lo consentirebbe: la spiaggia libera dovrebbe restare libera. Così, se vi dovesse capitare di passarci davanti alle 13, lo spettacolo sarebbe una cosa simile a questa foto:

Sassonia, via Ruggeri. Tanti ombrelloni, nessuna persona

Ovvero, decine e decine di ombrelloni piantati, lettini chiusi, senza chiaramente nessuno nelle vicinanze. Con l’aggravante che la spiaggia della Sassonia, di anno in anno, è sempre più stretta e pendente. E lo spazio utile per sistemarsi, insomma, si riassume a una sottile lingua sassosa.

A nulla, poi, è valso il divieto di balneazione imposto, con tanto di cartello, nella sua parte più a sud. Davanti, per ore, decine e decine di persone hanno fatto pacificamente il bagno. Noi, nel nostro piccolo, segnaliamo. Il Comune che fa?

Sassonia, cartello di divieto di balneazione ignorato

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