“Giù le mani dal Tribunale di Urbino”

di 

12 luglio 2012

di Alessandro Rosati*

URBINO – Qualcuno potrebbe obbiettare che l’Udc della provincia di Pesaro ed Urbino intraprende questa battaglia per difendere gli stipendi di avvocati, giudici e lavoratori della giustizia? No! Purtroppo si sbaglia di grosso!!! Grazie alla spending review, nella nostra provincia via 2 tribunali su 3, 4 giudici di pace su 6.

Il porticato adiacente all'entrata del Tribunale di Urbino (foto tribunaleurbino.it)

Il porticato adiacente all'entrata del Tribunale di Urbino (foto tribunaleurbino.it)

Dobbiamo lottare per noi tutti, per il nostro futuro, perché lo Stato deve azzerare le differenze economiche e sociali tra chi vive in zona montane e/o periferiche e chi no: levando il Tribunale di Urbino si negherebbe la Costituzione, presidio indissolubile, a cui lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano, in occasione della sua visita ha fatto più volte riferimento.

Riassumendo le ragioni di chi oggi manifesta per difendere gli uffici giudiziari: vogliamo il diritto di continuare a vivere in questa terra, dobbiamo combattere per restare in questo territorio e non essere costretti a diventare gli “emigranti del terzo millennio”.

A titolo individuale non vorrei che con la partenza del tribunale si scatenasse un vero e proprio effetto domino che faccia cadere una alla volta le altre tessere: Provincia, Prefettura, Agenzia delle entrate, Inps. Una piramide, che si gretola fino a corrodersi, senza mai dimenticare i nostri ospedali.

La difesa del Tribunale va intesa in senso ampio come presidio territoriale, simbolo di resistenza della montagna di fronte al suo abbandono da parte dello Stato. E per farlo bisogna che tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche facciano sentire la loro voce.

La chiusura significherebbe un atto di violenza dello Stato nei confronti delle popolazioni dell’entroterra pesarese, e le civilissime popolazioni dovranno rispondere con quello che dobbiamo organizzare tutti insieme: una civilissima manifestazione di protesta, consegnando nelle mani del Prefetto le copie delle delibere approvate nei vari comuni del territorio per la salvaguardia del Tribunale ed eventualmente arrivando anche a restituire le fasce tricolori.

Vorrei che a questo riguardo intervenisse anche il presidente della Regione perché va sottolineato che questa non è una battaglia del solo entroterra pesarese, ma sarebbe una perdita per tutta la regione.

tutte le forze politiche insieme devono, ed in parte lo stiamo già facendo, tramite i rispettivi parlamentari di riferimento, insistere per un incontro con il Ministro Severino, in Commissione Giustizia e con il Csm. Dobbiamo provare ad aprire un varco, ma se non ci sarà possibilità di dialogo bisognerà scendere in piazza qui e a Roma.

Bene ha fatto e fa il presidente dell’Ordine degli avvocati di Urbino, Luigi Ciancamerla, a riassumere tutte le ragioni per mantenere il tribunale, da quelle normative a quelle economiche-costi sociali: Urbino è co-capoluogo di provincia, e quindi, la stessa legge Delega 148/2011 ne garantisce la permanenza, svolge un servizio fondamentale per le popolazioni delle aree interne della provincia, il Comune di Urbino affronta i costi della manutenzione ordinaria e straordinara del Palazzo di Giustizia e paga l’affitto allo Stato, quindi una sua chiusura non comporterebbe un risparmio economico per le casse statali, ma una perdita; Urbino è sede della facoltà di Giurisprudenza, con un ruolo importante dal punto di vista della formazione, sia per i giudici che per gli avvocati; ed infine sul territorio  di competenza esiste un carcere di massima sicurezza con sede a Fossombrone.

Dobbiamo chiedere il supporto a questa iniziativa sia al mondo imprenditoriale, commerciale, sindacale e sia a tutta la società civile. Di fatto questa chiusura è un tradimento dello spirito della Costituzione e della necessità di garantire a chi vive in montagna parità di servizi, come stabilito in linea di principia dalla Legge sulla Montagna.

Ed inoltre chiudo con una domanda provocatoria, davanti ad una eventuale chiusura, il Palazzo di Giustizia di Pesaro sarebbe in grado assorbire il lavoro e la funzionalità della sede distaccata di Fano e del Tribunale di Urbino, od aumenterebbero notevolmente solo i tempi della giustizia ed i costi per i cittadini?

 

Avv.

Segretario UDC Provincia Pesaro ed Urbino

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