di Redazione
26 luglio 2012
FANO – Un altro evento culturale è previsto per questa settimana presso la Spiaggia dei Talenti (SdT). Si tratta della presentazione del libro La corsa di Moncicì da parte dello stesso scrittore Antonio Antonuccio, un detenuto in semilibertà del carcere di Fossombrone, attualmente a Villa Fastiggi, il quale, anche grazie a questo libro, usufruisce della possibilità di studio e lavoro esterno.
La storia è quella dello stesso Antonio, il Moncicì del titolo, narrata secondo il punto di vista di tre generazioni di donne: la madre, la sorella e la nipote dello scrittore. Dietro l’affettuoso diminutivo Moncicì, così chiamato dal cugino Giancarlo e dagli amici prima dell’arresto, si nasconde un uomo che, all’età di 18 anni, è finito in carcere colpevole di uno sbaglio dettato dall’impossibilità di aver vissuto un’infanzia serena e felice. Infatti Antonio è cresciuto nelle vie di Gela, centro industriale caotico e contraddistinto da un’antica povertà, in cui, insieme a tanti altri bambini, ha trascorso una giovinezza svincolata da validi valori e sani principi, ma, piuttosto, fondata sull’anarchia più totale, dove il disordine e la sporcizia della strada s’incarnano e diventano stili di vita.
In queste stesse strade, in cui l’infanzia gli è stata rubata dalla durezza di una vita dove non c’è né posto né tempo per lo studio e per i giochi, ma c’è solo l’esigenza di diventare adulti in fretta, imparando i peggiori difetti possibili, Moncicì è “inciampato”. Moncicì uccide per vendicare suo cugino Giancarlo, una parte di se stesso. Il suo arresto si ripercuote non solo sullo stesso Antonio ma anche sulle persone a lui vicine, che sono rimaste fuori dal carcere. Non a caso la storia è narrata da punti di vista diversi che ricostruiscono una visione più completa e realistica della vicenda.
Dal libro si evince come questa storia accomuni tanti giovani che non hanno avuto il privilegio di vivere e sognare da veri bambini, quindi, leggere il testo e ancor meglio incontrare Antonio Antonuccio offre la grande opportunità di riflettere sulla situazione di ognuno per trovare conforto, riscatto o, in particolare, per valorizzare la fortunata esistenza di chi nasce in un Paese come il nostro protetto e coccolato dagli affetti e arricchito e formato dalla scuola.
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