di Redazione

1 settembre 2012

FANO – I carabinieri della Compagnia CC di Fano arrestano un 36enne pregiudicato albanese per “abbandono di persone minori o incapaci”. Voleva abusare sessualmente di un 15enne con il quale si doveva incontrare ai giardinetti.

I militari l’altro pomeriggio lo hanno atteso nei giardinetti di un quartiere situato nell’immediata periferia di Fano dove, il giorno prima, aveva dato appuntamento a un ragazzino di 15 anni, incontrato ed agganciato la sera al Lido, al quale, dopo aver parlato del più e del meno, aveva poi proposto in maniera esplicita di avere rapporti sessuali promettendo in cambio di regalargli del denaro. L’adolescente, che si era finto interessato alla cosa, aveva parlato di quella proposta indecente ai propri amici, qualcuno dei quali lo aveva riferito ai genitori, e uno di questi, infine, a sua volta, lo faceva subito sapere ai militari del capitano Cosimo Giovanni Petese e del luogotenente Gabriele Bove, che hanno deciso di recarsi all’appuntamento al posto del minore.

Ed è così che il 36enne albanese H. U., operaio in cassa integrazione e con precedenti penali per “abusi sessuali su minori”, già noto ai carabinieri della compagnia di Fano – che nel settembre del 2010 lo avevano tratto in arresto per “violenza sessuale aggravata” perpetrata nei confronti di due bambini di circa 12 anni, sempre incontrati nei giardinetti, dai quali si era fatto toccare alle parti intime – è stato fermato e poi tratto in arresto con le accuse di “abbandono di persone minori o incapaci”.

In effetti l’uomo, spinto dalle pulsioni sessuali, per recarsi ai giardinetti ed incontrare l’adolescente ha pensato bene di lasciare in casa da solo (la moglie era al lavoro) il figlio piccolo che ha meno di 5 anni, esponendolo a situazioni di grave pericolo. Per l’uomo è scattata anche un’ulteriore denuncia per “tentata violenza sessuale e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”.

Il 36enne, infatti, per la violenza sessuale commessa nei confronti dei due bambini è stato già sottoposto ad un periodo di carcerazione preventiva, a cui sono poi subentrati gli arresti domiciliari e successivamente, in sostituzione, la misura cautelare del divieto di recarsi nella frazione del Comune di Fano dove si trovano i giardini nei quali aveva pianificato di incontrarsi con il ragazzo, laddove, peraltro, erano già avvenuti gli episodi di violenza sessuale ai danni dei due bambini nell’estate del 2010.

L’albanese è stato condotto nella propria abitazione in regime di arresti domiciliari e nei suoi confronti è stata anche richiesta all’autorità giudiziaria l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. E’ proprio il caso di dire che.. ‘il Lupo perde il pelo ma non il vizio”.

Articolo pubblicato in: Cronaca, Fano, Fano-Cronaca