di Redazione

10 ottobre 2012

PESARO – “Matteo Ricci, il politico buono per tutte le stagioni, ma da un destino beffardo, vedi diktat di Villa Fastiggi, gli nega l’opportunità di essere nel 2013 in Parlamento, e da secondo presidente di Provincia più giovane d’Italia diventerà un anonimo, ennesimo, sindaco di partito allevato in batteria”.

Una riflessione di Alessandro Di Domenico dopo la decisione di Ricci di non candidarsi in Parlamento. “Povero Matteo – scrive l’esponente del Pdl – eppure deve anche ringraziare di non essere passato per il “mattatoio” di partito, vedasi Pieri, perché altrimenti il titolo di questo intervento sarebbe stato “Dalle stelle alle stalle”. La decisone sofferta di Matteo Ricci mette in luce una drammatica verità: il Pd non ha tra i suoi principali adepti personalità tali da poter ricoprire il ruolo da primo cittadino di Pesaro. Non solo, se Pieri poteva comunque essere un “cavallo” da fuga, anche se non vincente, eliminato lui, si sono accorti che intorno c’era solo terra bruciata, ed allora meglio andare sul sicuro e “costringere” l’uomo per tutte le stagioni a non fare fughe “romane”. Poi nel 2014 potranno succedere anche altre tante cose, del resto Matteo Ricci aveva già indicato una sua ipotetica squadra per la città in un intervento apparsa sulla stampa, ovvero, Catalano, Belloni, Delle Noci, Biancani, Camilla Fabbri, Bartolucci, facendo fuori con poca eleganza: Signoretti, Parasecoli, Gambini e Pascucci; tanto bisognava fare i tagli? Eccoli. In ogni caso è evidente l’imbarazzante disagio del Pd di Villa Fastiggi a non poter puntare su altri soggetti che forse hanno già evidenziato tutti i loro limiti in questa esperienza amministrativa”.

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