18 ottobre 2012
PESARO – La Scavolini Banca Marche si avvicina a Siena passando da… Jesi. Alle ore 18, i biancorossi sono ospiti della Fileni dei pesaresi Cioppi e Maggioli, ma Ticchi non potrà schierare Traini e Barbour (“il primo – racconta il coach – ha preso un colpo al muscolo quadricipite, un colpo che fa contrarre il muscolo provocando un ematoma; il secondo non sta bene, ma non sappiamo cosa abbia: siamo in attesa di notizie dal medico che si è recato a visitarlo”).
Come mai quest’amichevole?
“Ce l’ha chiesto Jesi e secondo noi arriva al momento giusto, visto che domenica giochiamo fuori casa. L’allenamento con la Fileni ci consente di diversificare il lavoro settimanale”.
Poco importa per l’allenamento odierno. La speranza è di avere Barbour e Traini a disposizione domenica, sul parquet dei pluritricolori.
“Il nostro prossimo avversario è campione in carica, ha vinto tanti scudetti e pur avendo rinnovato staff e roster ha lo stesso obiettivo: vincere sempre. Solo che adesso non riesce ad asfaltare gli avversari come faceva gli anni precedenti. E’ vero, però, che la prima di campionato, giocata in casa, con l’Enel Brindisi, ha mostrato un Montepaschi straripante…”.
E’ di stamattina la notizia che – scrive repubblica.it – “Moody’s, l’agenzia di rating, ha abbassato di due gradini la valutazione del Monte dei Paschi Siena da Baa3 a Ba2 nonostante l’iniezione di capitali (soprattutto dello Stato, e quindi dei cittadini italiani; ndr) da 1,5 miliardi di euro”. Nei fatti, “il rating del titolo è a livello di spazzatura”.
La Vuelle riuscirà a imitare Moody’s, facendo altrettanto con la squadra di basket sponsorizzata Mps?
“Dobbiamo impedire a Siena di imporre la sua fisicità, il suo gioco e di correre in contropiede e in transizione, anche se è vero che noi siamo pericolosi se riusciamo a correre. In sintesi: dovremo correre noi e impedire che lo faccia Siena”.
Siete leggeri, liberi di mente, dopo le due belle vittorie consecutive. E lo scorso anno la Scavolini riuscì in quella che sembrava una “missione impossibile”.
“Quando affronti un avversario di grande valore non puoi pensare che sei davanti a una missione impossibile. Chiaro che è difficile, con tutti gli aggettivi superlativi che ritenete opportuno usare. Ai ragazzi ho detto che abbiamo la possibilità di metterli in difficoltà. Altrimenti chiederemo aiuto a Tom Cruise…”.
Che vi farebbe abbassare il quintetto…
“E’ già basso!”.
Intervistato da Camilla Cataldo, per il Messaggero, ed Elisabetta Ferri, per il Carlino, Daniel Hackett ha dichiarato che – per Siena – questo è il momento peggiore per affrontarvi.
“Gli rispondo che se loro si ingolfano, è il momento giusto per giocare a Siena. Credo, però, che avranno centomila motivazioni per disputare una grande partita”.
Conterà più la loro voglia di rivalsa dopo le due sconfitte consecutive (che potrebbero diventare tre stasera, visto che sono attesi dal Maccabi Tel Aviv) e decideranno gli aspetti tecnico-tattici?
“Credo che per loro saranno importanti le motivazioni. Noi dovremo impedire che loro si impossessino del gioco, togliendo l’aggressività che poi consente a Siena di volare in contropiede”.
Hanno perso importanti punti di riferimento, da Mc Calebb e Andersen, ma soprattutto Stonerook. Oggi chi è il loro leader?
“E’ arrivato da poche settimane, ma si è inserito a meraviglia: il loro leader è Daniel, il giocatore che crea di più per la squadra, il più pericoloso. Brown è imprevedibile e pericoloso, ma gioca più per sé che per la squadra”.
Lamont Mack ha giocato solo 15 minuti contro Venezia. Eppure sta offrendo un contributo notevole, soprattutto in rapporto alla presenza sul parquet. Domenica lei lo ha rimproverato duramente e ne è nata una discussione. Tutto colpa della palla persa banalmente dall’americano?
“In verità, gli ho fatto i complimenti, gioca meno minuti degli altri, ma ci dà molta qualità. Gli ho anche detto che se aumenta la concentrazione, ha margini di miglioramento e deve sapere che nelle squadre molto forti non conta chi gioca di più, ma chi offre minuti di qualità”.
A proposito di discussioni: quelle tra lei e Amoroso sono all’ordine del giorno, evidenti e talvolta plateali. Va tutto bene, anche dentro il gruppo?
“Le statistiche non sono a suo favore, ma se resta a lungo in campo, se ha tanti minuti anche se fa pochi punti, significa che fa ugualmente un buon lavoro. Valerio è una persona che non riesce a nascondere i suoi stati d’animo e le sue emozioni. Può sembrare che sia scontento, non inserito nel gruppo, ma a me piacciono i giocatori che esprimono le loro emozioni, perché così esprimono anche il talento. Se poi le esternazioni vanno sopra le righe, possono risultare fuori luogo. Non è quel che accade in questo momento. Amoroso ha cuore e generosità, i compagni lo apprezzano queste caratteristiche; le apprezziamo anche noi”.
Domenica si è sbloccato Hamilton.
“Non solo con i tiri, soprattutto con i passaggi. Poi il tiro arriva, perché lui è un grande tiratore”.
Come è il clima in squadra?
“Le vittorie aiutano. Ai ragazzi ho fatto vedere le nostre azioni offensive, i sei canestri da 3 punti realizzati quasi in striscia. Ebbene, cinque di questi erano frutto del lavoro di squadra. E delle palle recuperare da situazioni difensive in cui ognuno ha voluto fare qualcosa di buono. Noi dovremo proporre sempre queste situazioni, serve questo spirito”.
Crosariol era arrivato accompagnato da tanto scetticismo. La intriga rilanciare un giocatore così importante?
“Non siamo partiti con questo presupposto, ma dall’avere un italiano che potesse giocare minuti importanti. Andrea è molto prestante fisicamente; tecnicamente ha buonissime mani. deve solo lavorare quotidianamente e dare sempre un contributo alla squadra. Lo sta facendo, e anche il professor Venerandi mi ha detto che mette lo stesso entusiasmo e la stessa voglia nel lavoro ai pesi. Il nostro impegno è che abbia continuità. Anche dopo gara 1 in casa, persa in casa con Roma, giocando 7 minuti e commettendo tanto falli, non era frustrato, non ha sentito il peso e a Biella ha fatto subito bene. Alla ripresa degli allenamenti dopo la gara con Venezia, gli ho detto: Vedi, con il 9/9 al tiro sei entrato nella storia. Mi ha risposto: Adesso faremo 10/10″.
S’aspettava, dopo poco più di un mese di lavoro (a rate, visto come sono arrivati i giocatori), di offrire un basket così bello come quello mostrato – sia pure ancora a sprazzi – nelle prime tre giornate?
“Dobbiamo migliorare in difesa, aumentare la concentrazione, fare meno errori, avere la predisposizione mentale al sacrificio. Noi allenatori italiani ci fossilizziamo tantissimo sul fatto che senza grandi difesa non si vincono le partite, ma per fare divertire ragazzi e pubblico è meglio lasciare libertà e lavorare più sui concetti che sugli schemi fossilizzati, Così si può offrire una pallacanestro più efficace”.
L’altra sera, tra un’arrabbiatura e l’altra per gli Yankees durante le dirette di Espn America, ho ascoltato una frase – pronunciata da un allenatore americano: “Non è la difesa che fa vincere le partite, non è l’attacco che le fa vincere. E’ il gruppo che le vince”.
“Assolutamente vera, è il gruppo, anzi la squadra. Magari un giorno parleremo di questa differenza”.
Intanto, però, vi raccontiamo un particolare: stasera, quando Sportitalia 2 si collegherà con Tel Aviv per la diretta di Maccabi – Montepaschi Siena, seconda giornata dei gironi a sei di Eurolega, Daniele Cavaliero e Simone Flamini ceneranno insieme, e insieme, magari con qualcuno che si aggiungerà all’ultimo momento, seguiranno con affetto le prestazioni di Daniel Hackett e Richard Hickman. E proveranno a scovare in tribuna Jumaine Jones, che gioca nella vicina Herzliyaa con il Bnei HaSharon. Quando si parla di gruppo, il ricordo corre a quello della scorsa stagione, ma anche quello di quest’anno sta crescendo.
“Mi chiedi per chi faccio il tifo? – risponde Cavaliero – Per Daniel. Con tutto l’affetto che provo per Richard, tifo Siena”. Magari capace di vincere a Tel Aviv dopo due tempi supplementari.
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