di Redazione
22 ottobre 2012
PESARO – Vede coinvolti 25 istituti comprensivi del territorio provinciale, per un totale di 117 classi e 3.000 studenti, il progetto “Alziamo la… media” promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino (assessorato Politiche sociali) e dall’Asur Area Vasta 1 (Dipartimento dipendenze patologiche di Pesaro), in collaborazione con le cooperative sociali “Labirinto” e “Irs l’Aurora”. Il progetto, innovativo, si propone di prevenire le dipendenze (alcool, droga, videogiochi, eccetera) attraverso lo strumento del gioco.
“L’iniziativa – commenta l’assessore provinciale alle politiche sociali Daniela Ciaroni – è frutto di una progettazione integrata sociale-sanitaria che coinvolge la scuola, il privato e le famiglie, visto che i genitori che lo vorranno potranno partecipare ad incontri serali. La prevenzione delle dipendenze è importantissima in una fascia di età particolarmente debole e sensibile come quella a cui ci rivolgiamo. In questi anni abbiamo messo in campo molti progetti, uno fra tutti “Alcol e adolescenza”. Ora vogliamo allargare il campo a tutte le dipendenze”.
“Abbiamo scelto lo strumento del gioco – spiegano i responsabili del progetto Roberto Drago e Fabio Astolfi – perché coinvolge i ragazzi in maniera attiva e li fa riflettere. Si parte da tre punti: i sentimenti, il divertimento e le dipendenze. Questo perché se un ragazzo riesce ad esprimere i propri sentimenti e stati d’animo, riesce anche a divertirsi in maniera corretta e il pericolo delle dipendenze si allontana. Secondo uno studio fatto tra i giovani di Pesaro è emerso che la cosa più divertente per loro è stare insieme. I messaggi della pubblicità vanno però in un’altra direzione: si sta bene insieme se si consuma insieme. Ecco allora che con il nostro progetto forniamo ai ragazzi capacità critica. Non diciamo cosa non fare, ma cosa fare per stare bene: parlare, conoscere, rapportarsi ai sentimenti. Guai a non provare piacere nel divertirsi, ma bisogna sapersi divertire in modo positivo. Le dipendenze si hanno quando si vivono male i primi due aspetti”.
“Nonostante il periodo difficile – dice la responsabile del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asur di Pesaro Giovanna Diotalevi – la capacità di fare rete tra vari soggetti ci consente di sostenere economicamente il progetto e di offrire un servizio importante ai ragazzi e alle loro famiglie grazie ad operatori qualificati”.
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